Oggi arriva finalmente nelle sale italiane (distribuito dal Milano Film Network a cominciare da Roma, Milano, Torino, Palermo, Trieste, Perugia) uno degli eventi cinematografici dell’anno: Le Mille e Una Notte – Arabian Nights di Miguel Gomes che aveva debuttato all’ultima Quinzaine des Réalisateurs di Cannes. Un inno alla fantasia che mescola realtà e immaginazione, paura e desiderio, umorismo e denuncia, erotismo e poesia: un’autentica “opera mondo” – com’è stata più volte definita dalla stampa internazionale – composta da tre film: Inquieto; Desolato; Incantato.
In un paese europeo in crisi, il Portogallo, un regista si propone di inventare delle storie ispirate alla penosa realtà in cui vive. Non riuscendo però a trovare un senso al proprio lavoro, fugge, da vigliacco, lasciando al suo posto la bella Sherazade. Alla ragazza occorrono entusiasmo e coraggio per non annoiare il re con le tristi storie del Paese. Mentre col passare delle notti l’inquietudine cede il passo alla desolazione, e la desolazione all’incanto, Sherazade organizza le sue storie in tre volumi.
Volume 1 – Inquieto
In cui Sherazade racconta le preoccupazioni che affliggono il Paese. “Si racconta, o re beato, che in un triste Paese tra i Paesi, dove la gente sogna sirene e balene, la disoccupazione dilaghi. In alcuni posti le foreste bruciano di notte malgrado la pioggia, in altri uomini e donne sono impazienti di gettarsi in mare in pieno inverno. A volte ci sono animali che parlano, ma è molto improbabile che qualcuno li ascolti. In questo Paese, dove le cose non sono quel che sembrano, gli uomini di potere passeggiano sui cammelli e nascondono erezioni continue e vergognose. Aspettano di riscuotere le tasse per poter pagare un certo mago che…”. E vedendo sorgere il sole, Sherazade si tace.
Volume 2 – Desolato
In cui Sherazade racconta di come la desolazione abbia invaso gli uomini: “Si racconta, o re beato, che un giudice turbato piangerà, invece di emettere la sua sentenza, in una notte in cui tutte e tre le lune saranno allineate. Un assassino in fuga vagherà nell’entroterra per più di 40 giorni e si teletrasporterà per sfuggire alla polizia, mentre sogna prostitute e pernici. Ricordando un ulivo secolare, una mucca ferita dirà ciò che avrà da dire, e sarà molto triste! I residenti di un palazzone di periferia salveranno pappagalli e pisceranno negli ascensori circondati da morti e fantasmi; compreso un cane che…”. E vedendo sorgere il sole, Sherazade si tace. “Maledette storie! Se le cose continuano così, mia figlia finirà con la gola tagliata”, pensa il Gran Visir, padre di Sherazade, nel suo palazzo di Bagdad.
Volume 3 – Incantato
In cui Sherazade dubita di riuscire ancora a raccontare storie che piacciano al re, poiché ciò che ha da dire pesa tremila tonnellate. Così fugge da palazzo e attraversa il regno in cerca di piacere e incanto. Suo padre, il Gran Visir, organizza un incontro alla ruota panoramica e Sherazade riprende la narrazione: “O re beato, quarant’anni dopo la Rivoluzione dei garofani, nelle vecchie baraccopoli di Lisbona c’era una comunità di uomini stregati che, con impegno e passione, si dedicava a insegnare agli uccelli a cantare…”. E vedendo sorgere il sole, Sherazade si tace.
“Si racconta, o re beato, che in un triste Paese tra i Paesi…”.