Vincent Cassel e François Cluzet, con le giovanissime Lola Le Lann e Alice Isaaz, sono i protagonisti di Un Momento di Follia, il remake – diretto da Jean-François Richet – di Un Moment d’égarement di Claude Berri del 1977 (la locandina la disegnò Georges David Wolinsk il compianto fumettista di Charlie Hebdo) . Il film sarà da domani al cinema.
Antoine (François Cluzet) e Laurent (Vincent Cassel) sono amici di lunga data e, come di consueto, decidono di passare le loro vacanze insieme in Corsica con le loro rispettive figlie: Louna (Lola Le Lann), di diciassette anni, e Marie (Alice Isaaz), che ne ha già compiuti diciotto. Ma Louna si invaghisce del padre della sua amica ed una sera sulla spiaggia decide di sedurlo. Per lei è subito amore ma per Laurent non è stato altro che un momento di follia.
Proprio come a Berri, anche a Jean-François Richet non sono mancati infuocati dibattiti e prese di posizione sulla questione morale che pone il film. Infatti, ancora oggi una parte della Francia del nuovo millennio, proprio come quella degli anni Settanta, è rimasta sconvolta dalla tematica – ritenuta “oscena” – intorno a cui si snoda l’ultima fatica del regista. A nulla sono valse le precauzioni prese dall’autore, che ha partecipato anche alla stesura della sceneggiatura insieme alla collega Lisa Azuelos e la cui presenza doveva assicurare una certa autenticità, evitando di scivolare sui rischiosi cliché del genere.
Lasciamo ora spazio ad un estratto dell’intervista rilasciata da Jean- François Richet.
Cosa voleva conservare e cosa cambiare del film di Claude Berri?
Solo l’idea iniziale. Un uomo di 45 anni va a letto con la figlia del suo migliore amico. Ma, a parte questo e qualche citazione nella sceneggiatura, il resto è completamente rivisto. Il film di Berri parlava perfettamente del suo tempo: gli anni Settanta. Con Lisa Azuelos, la cosceneggiatrice, sapevamo di dover parlare dei nostri tempi. I personaggi non sono gli stessi, quindi neanche le reazioni. Nel film di Berri, Marielle ed Agnès Soral vanno a letto insieme più volte. Nel nostro film solo una volta: è “un momento di follia”.
Parliamo dei temi di Un Momento di Follia, a cominciare da quello dell’amicizia.
Io non giudico i personaggi. Hanno le loro problematiche, indipendentemente dai loro difetti, fallimenti o abbagli. È come negli scacchi: ogni pedone si muove secondo la sua logica e a volte ci sono degli scontri. La vita, e quindi l’amicizia, seguono la stessa drammaturgia.
Un aspetto interessante del film è che Louna ha tanta voglia di innamorarsi, mentre Laurent, pur rifiutando quella storia, è lusingato dall’interesse dimostrato dalla ragazza, come se così si sentisse ancora vivo, attraente.
Assolutamente, conosce un nuovo eros! È l’incontro tra una forza (Louna) ed una debolezza (Laurent). È lei che domina la situazione e regge i fili, forse perché in fondo il suo desiderio d’amore è abbastanza puro. Forse tutto sarebbe finito con il ritorno a scuola, ma in quel momento preciso, durante quell’estate, quell’incontro è tutto ciò che conta per Louna e lei affronterà qualsiasi cosa pur di viverlo…
Nel 1977 quel tema veniva raramente trattato ed oltre tutto era piuttosto scandaloso. Nel 2016, come pensa che verrà accolto, anche se il film non parla solo di questo?
Onestamente non lo so. Ogni film è esposto alle critiche. È da un pezzo ormai che le leggo con un occhio solo. Credo che un argomento del genere riveli soprattutto la nostra natura. La ragazza ha quasi diciotto anni. Poi, a titolo personale, penso che il personaggio di Vincent non avrebbe dovuto… ma, ancora una volta, non lo giudico. Fa quel che può e poi non approfitta assolutamente della situazione. Ciò che ci interessava era di mostrare il processo di quel “momento di follia”: la festa, la notte, l’estate, l’alcool.
Quindi si può capire quel momento?
Nulla giustifica il suo passaggio all’atto e peraltro, alla fine del film, quando le due ragazze hanno una spiegazione, Louna dice “non è colpa sua” e Marie (la figlia di Laurent) risponde: “sì, è lui l’adulto”. È vero, si possono perdonare tante cose a Louna, soprattutto la sua incoscienza, ma è sempre una ragazzina. È lui che ha sbagliato, ma in fondo è una persona per bene, un buon padre e cerca di respingere con tutti i mezzi gli assalti di Louna. Non è mai più tentato da lei. D’accordo, è vigliacco, ma chi non lo sarebbe in quella situazione? Non deve essere facile affrontare il proprio migliore amico e dirgli che sei andato a letto con la figlia! Tutto è complesso, anche i più piccoli particolari. La morale è sempre la morale degli altri e non sta a me imporre la mia, altrimenti non faccio film drammatici rappresentando personaggi che hanno le loro logiche. Bisogna lasciare che i personaggi se la sbrighino da soli, altrimenti Otello non uccide Desdemona!
Oggi con quali occhi guarda il suo film?
Amo questo film. E’ stato talmente difficile girarlo. Innanzi tutto trovo che i miei attori siano formidabili, poi si è avverato il mio sogno di rivelare una giovane attrice, sono riuscito a mettere insieme Vincent e François, scoprire il lavoro di Alice, per non parlare degli altri giovani attori. Il film mi ha anche permesso di entrare in contatto con una nuova generazione che non conoscevo. Ho quarantotto anni e quei tempi sono lontani. In fondo, Un Momento di Follia mi ha dato talmente tanto che ho già dimenticato l’inferno della lavorazione. Cosa resta? Un film e degli attori e solo questo conta.