A quattro anni di distanza dalla sua uscita è da oggi al cinema Laurence Anyways (titolo completo italiano Laurence Anyways e il Desiderio di una Donna...) il terzo film scritto e diretto dal giovane regista di talento Xavier Dolan. La pellicola fu presentata al Festival di Cannes nella sezione Un Certain Regard dove il regista vinse la Queer Palm. Protagonisti sono Melvil Poupad e Suzanne Clément che per questo film vinse a Cannes come Migliore Attrice.
Siamo negli anni ’90. Laurence (Melvil Poupad) rivela il suo desiderio di diventare una donna nel giorno del suo trentesimo compleanno. Fred (Suzanne Clément), la sua ragazza, pur rimanendo sconvolta, accetta di rimanere al suo fianco e l’anno successivo Laurence torna a lavorare come professore di letteratura, ma questa volta veste i panni di una donna.
Nonostante tutto, i due lottano contro i pregiudizi, ignorano il parere dei loro familiari e affrontano le fobie della società che li vede con disprezzo. Inizia così una nuova vita, un epico viaggio. Una periodo di transizione lungo dieci anni che a loro insaputa potrebbe costar loro la vita. Il peso dello stigma sociale, il rifiuto della famiglia e l’incompatibilità della coppia comincia a diventare un problema insormontabile.
A vestire i (diversi) panni di Laurence è stato Melvil Paupad: “lo stato di Laurence sembra essere impossibile. Quello che possiamo capire subito è che si tratta di un uomo coraggioso, un eroe. Un super eroe che si traveste da donna per affrontare con più forza il mondo e le sue ingiustizie. In modo che alla fine anche gli altri possano vederlo così come lui vede se stesso. Con l’aiuto di una coppia di alleati (Fred, la donna della sua vita, e il Prof. di Lettere) e finalmente pronto a vivere nel modo che voleva, Laurence sceglie di combattere: contro lo sguardo giudicante degli altri, contro le istituzioni, contro il pregiudizio e l’intolleranza”.
“E contro la stessa natura – continua l’attore – Laurence affronterà la battaglia totalmente, alla ricerca di se stesso e del suo posto nel mondo. Il suo vero posto. Dove lei sceglie di stare: perché Laurence è una donna coraggiosa, che crede nella libertà. Perché la libertà deve esistere”.
Suzanne Clément interpreta la compagna di Laurence: “Fred è sotto shock quando Laurence ha cambiato la sua identità sessuale. Tabula rasa: lui ha cambiato l’identità della coppia, facendo a pezzi l’identità di Fred. Ma loro ancora non lo sanno, sono prigionieri l’uno dell’altra. Fred avrebbe preferito un’altra strada. Fred è una donna che si tuffa, nonostante tutto, di fronte a tutto. Lei discute, lei crede, lei salva se stessa. Lei sabota se stessa. Fred ha perso l’uomo della sua vita. Lui non è morto, non se n’è andato. Lei affronta la morte: Fred e Laurence non esistono più. Fred è perduta, una donna perduta alla ricerca della sua identità”.
Xavier Dolan (che ha anche ideato i costumi) ha deciso di ambientare la storia negli anni ’90, l’epoca in cui è cresciuto: “penso che l’ultimo decennio del XX secolo fosse il terreno migliore per girare un film sul genere sessuale: in questa era i pregiudizi sull’omosessualità erano facili, il panico stava lasciando spazio alla comprensione dell’AIDS, la Cortina di Ferro stava cadendo, e a un mondo scioccato veniva offerta la libertà. Tutto era permesso. Per Laurence Alia, sembrava esser arrivato logicamente il tempo per sopravvivere e prosperare come se stesso. Ma la sua transessualità, probabilmente l’ultimo tabù, gli ha fatto scoprire un intero nuovo mondo, fatto di soffitti di vetro”.
Il regista riflette sul presente: “ancora oggi, un insegnante trans è motivo di sconcerto da parte di genitori terrorizzati dal fatto che i loro figli possano essere esposti a ideali e stili di vita anti-conformisti. Anche la persona più sofisticata tra noi prova gusto a individuare un transessuale in giro. I ghetti dell’identità sono ancora ostili verso il terzo sesso. Se la transessualità rappresenta l’ultima espressione della diversità, allora gli anni ’90 ci offrono un’osservazione ideale, 12 anni dopo, per vedere se e quanto lontani siamo andati, o se non siamo ancora cambiati. Laurence Anyways desidera partecipare, anche di sfuggita, in questo dibattito”.
La storia è stata ambientata a Montreal: “è una città cosmopolita e sofisticata. Il sentimento nella città, già dai primi anni 90, mi sembrava il perfetto ambiente per un uomo che voleva diventare donna e iniziare la sua avventura. Ho preso in prestito le architetture spezzate della città per mostrare un ambiente sia ordinato che barocco, i suoi ghetti e le periferie isolate illustrano i diversi universi che compaiono nel film: i borghesi, gli emarginati, i burlesque”.
Per il regista candese Montreal offre una diversità luminosa, “che quasi ci fa sperare nella possibilità di una convivenza pacifica. Anche se Montreal, tralasciando le sue singolarità, sembra una tipica città della East Coast nel Nord America, ed è davvero un posto unico: occasionalmente taciturno, ma caricato di energia da una popolazione curiosa, naive e poliglotta, veramente quebecchese nella sua umiltà e inesperienza, ma mondana nella sua sete di vita e nella sua ambizione”.
Per Dolan, tutte le storie nascono a Montreal: “quando scrivo, voglio andare al cuore delle cose: i nomi delle strade, i negozi e le case che le riempiono, e le attitudini delle persone che le frequentano. Come un bambino che vuole crescere, Montreal è un posto che ispira, pieno di gente speranzosa. Un posto dove idee, e ideali, non devono essere represse perché la città prova vergogna. Il posto perfetto per Laurence e il suo piano supernaturale”.
Xavier Dolan conclude così: “quando vedo Laurence Anyways, vedo la mia infanzia ancora segretamente in gioco. Per essere chiaro, non desidero diventare una donna, e il mio film è un omaggio ad un’innovativa storia d’amore: ambizioso, impossibile, l’amore che noi vogliamo fosse sensazionale, senza catene, l’amore che noi non osiamo sperare, l’amore che solo il cinema, i libri e l’arte offrono”.
“Laurence Anyways è un omaggio al tempo della mia vita, prima di diventare regista, quando sono dovuto diventare un uomo”.
Xavier Dolan