Bastille Day

Bastille Day, il colpo del secolo di James Watkins

Ispirato a diverse pellicole d’azione degli anni ’70 e diretto da James Watkins, sarà dal 13 luglio al cinema Bastille Day – Il Colpo del Secolo, un avvincente thriller con protagonisti Idris Elba, Richard Madden, Charlotte Le Bon e Kelly Reilly.


Michael Mason (Richard Madden) è un borseggiatore americano che vive a Parigi che si ritrova braccato dalla CIA quando ruba una borsa contenente più di un semplice portafogli. Sean Briar (Idris Elba), l’agente operativo assegnato al caso, si rende subito conto che Michael è solo una pedina all’interno di un gioco molto più grande ed anche la sua migliore risorsa per scoprire una cospirazione su larga scala tutt’altro che terroristica.

Disobbedendo agli ordini, Briar recluta Michael per usare le sue abilità di borseggiatore esperto per scoprire velocemente l’origine della corruzione. Nel giro di 24 ore da brivido, l’improbabile duo scopre di essere entrambi un obiettivo e devono contare l’uno sull’altro per battere il nemico comune.

Idris Elba

Idris Elba

L’idea originale, nel momento in cui Andrew Baldwin ha condiviso per la prima volta la sua ispirazione per questo film, è stata di creare un film che combinasse la tensione dei film su Bourne e il carattere di film come Frantic e persino Il Braccio Violento della Legge” hanno spiegato i produttori David Kanter e Bard Dorros.

La combinazione di azione dinamica, il rapporto centrale male-assortito e l’astuto impegno sociale sono piaciuti al regista inglese James Watkins: “Hitchcock è il mio eroe e Bastille Day ha la classica impostazione Hichcockiana dell’uomo sbagliato, nel posto sbagliato, al momento sbagliato – Michael, il borseggiatore, che ruba la borsa sbagliata ed è il catalizzatore per una sequenza di eventi  che sfuggono sempre più di mano. Ho pensato che questo rimandasse al noir classico del passato come Mano Pericolosa di Samuel Fuller”.

Richard Madden

Richard Madden

Bastille Day è una storia mozzafiato che a Watkins ha ricordato i thriller anni ’70: “girato per le strade, con le nuove videocamere portatili più leggere, dando all’azione un contorno realistico. Volevo fare un film che avesse la tipologia di tensione snella e succinta della New York di Sidney Lumet e William Friedkin”.

Il personaggio di Briar – che non scende a compromessi, brutale, sconsiderato – aveva delle sfumature di Popeye Doyle, dell’Ispettore Callaghan o del Walker di Senza un Attimo di Tregua di John Boorman. Il  suo irascibile rapporto con lo scaltro Michael hanno ricordato al regista il burbero umorismo amaro delle prime collaborazioni Don Siegel/ Clint Eastwood o classici come Prima di Mezzanotte e 48 Ore in cui il tono passa dall’azione grintosa a momenti più giocosi senza mai uscire dal personaggio.

Charlotte Le Bon

Charlotte Le Bon

Gli intrecci della relazione tra i tre  protagonisti è l’elemento chiave secondo Watchins: “Michael, Zoe e Briar sono molto  incerti, hanno una moralità ambigua – spiega Watkins – Zoe stava per piazzare una bomba; i metodi di Briar sono discutibiliè violento e aggressivo- e Michael, per usare le parole di Briar, è un “parassita” che ruba borse, orologi e portafogli. Sono persone inquiete, moralmente turbate, ma nonostante ciò, sono simpatici. Non sono cattive persone, sono solo complicati”.

I personaggi non sono eroi convenzionali; piuttosto sono pieni di difetti e costretti dalle circostanze a capire realmente chi sono: “sembra un film degli anni ’70, in cui i personaggi si portano dietro dei pesi a livello psicologico – continua il regista – si ritrovano uniti dal destino e si rendono conto che l’attentato non è ciò che sembra, quindi sono costretti a dipendere l’uno dall’altro”.

Briar e Mason

Briar e Mason

Bastille Day è una storia con degli strati nascosti – personali, d’azione, geopolitici – e anche se è un thriller d’azione veloce, si sofferma sulla rabbia che molta gente prova in termini di privazione dei diritti dal processo politico. Il tema dell’inganno e la fiducia tra i personaggi e i due paesi – Francia e Stati Uniti – e il modo in cui i personaggi entrano in contatto con ciò è molto interessante. Come Michael dimostra a Briar, viviamo in un mondo di giochi di prestigio in cui “è tutta una questione di distrazione…”.

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