Presentato con successo al Sundance Film Festival 2015 (dove ha vinto il Premio alla Regia), è al cinema dal 18 agosto The Witch (stilizzato come The VVitch e sottotitolato Vuoi Ascoltare una Favola?), il film horror scritto e diretto da Robert Eggers e interpretato da Anya Taylor-Joy, Ralph Ineson e Kate Dickie.
New England, 1630. Dietro minaccia di essere bandito dalla chiesa, un contadino inglese lascia la sua piantagione coloniale e trasferisce moglie e cinque figli in un remoto angolo di terra al margine di una spaventosa foresta, all’interno della quale si aggira una malvagia e oscura presenza. Sin dall’inizio iniziano a verificarsi degli eventi sconvolgenti: alcuni animali diventano aggressivi, i raccolti vanno distrutti, un bambino scompare, mentre un altro ragazzino sembra essere posseduto da uno spirito malvagio.
Man mano che il sospetto e la paranoia crescono, i membri della famiglia incolpano la figlia adolescente Thomasin (Anya Taylor-Joy, esordiente eccezionale) di stregoneria; accusa che lei nega energicamente. La situazione precipita, fino al punto in cui la fede, la lealtà e l’amore di ciascun membro della famiglia verranno messi a dura prova.
The Witch segna il debutto alla regia dello sceneggiatore e regista Robert Eggers che ha portato sul grande schermo una storia intrisa di stregoneria, magia nera e possessione demoniaca. Un horror che, oltre ad essere stato accolto con favore dalla critica al Sundance, ha vinto il Premio per la Migliore Regia in occasione della U.S. Narrative.
La pellicola ricrea in maniera molto accurata il New England dell’epoca, decenni prima dell’inizio dei processi alle streghe di Salem del 1692, durante i quali le condanne religiose si trasformarono tragicamente in veri e propri deliri di massa. Raccontato attraverso gli occhi dell’adolescente Thomasin, The Witch propone un nuovo approccio alla stregoneria, attingendo dagli incubi del passato, quelli di un’epoca in cui le persone credevano nell’esistenza delle streghe, e le donne venivano regolarmente perseguitate per la pratica della magia, ritenuta colpevole di minacciare il patriarcato della chiesa; come nel caso della figura della vecchia megera, che viveva ai margini del villaggio, e che secondo la credenza popolare era colei che uccideva i bambini.
La famiglia puritana protagonista del film, vive isolata nella campagna e assiste impotente alla disgregazione della propria fede a causa di una spaventosa presenza che si aggira nella foresta. È un horror che Robert Eggers ha costruito meticolosamente: “si tratta di un film che fa letteralmente saltare dalla poltrona, il che è divertente e necessario, e non ruota attorno alle grandi domande della vita – sottolinea il regista – il lato oscuro dell’umanità è proprio lì, accanto al lato luminoso; è necessario esaminarli entrambi affinché possiamo comprendere meglio chi siamo. Le storie horror che ci colpiscono di più sono quelle che ci mettono di fronte all’oscurità che noi contrastiamo, sia come società che a livello individuale”.
La stregoneria ha radici profonde e antiche nell’ambito della storia americana, in particolar modo ha origini nel New England, dove nel 1692 l’isteria collettiva raggiunse il suo apice con i processi alle streghe di Salem, durante i quali moltissime donne furono giustiziate con l’accusa di stregoneria e di avere rapporti con il Diavolo.
Nel suo volume dell’ottobre del 2015, dal titolo The Witches: Salem 1692, la storica Stacy Schiff documenta l’evoluzione della strega come una forza femminile del male che vive attraverso le varie epoche: “la strega, così com’è stata concepita a Salem, si è materializzata nel XIII secolo – spiega la Schiff – quando stregoneria ed eresia sono diventati sinonimi. Questa figura si è poi rafforzata durante l’inquisizione, man mano che il mito popolare ha ceduto il passo a una vera e propria follia collettiva”. Un simbolo del male che ha poi fatto il salto fino alla Bay Colony del Massachusetts, nel Nord America, nel XVII secolo, quando il sovrannaturale era considerato parte integrante della vita quotidiana nel Nord America coloniale. La Chiesa d’Inghilterra manteneva un rigido potere sull’intera comunità, rafforzando la credenza popolare secondo la quale Satana fosse reale: una forza malefica che opera in contrapposizione con la forza benevola di Dio. Coloro i quali venivano accusati di praticare l’opera del Demonio, ma che non venivano necessariamente condannati, venivano spesso relegati ai margini della società.
Storie di possessione demoniaca erano all’ordine del giorno nelle colonie, ed erano documentate nei pamphlet redatti dalla Chiesa e che circolavano largamente; tra di essi il Memorable Providences: Relating to Witchcraft and Possessions e il The Wonders of the Invisible World dei predicatori Cotton e Increase Mather. Questi spaventosi documenti, che erano resoconti di episodi in cui i soggetti si “agitavano, contorcevano, rotolavano, rigiravano, e avevano la schiuma alla bocca”, erano spesso terrificanti, viscerali e virali, e si diffondevano nelle famiglie e nelle comunità come il fuoco, intensificando il sospetto e la paranoia di una società devota, ossessionata dalla stregoneria e dalle influenze diaboliche.
Con The Witch, Eggers ha portato sul grande schermo le persecuzioni e il puritanesimo di un’epoca in cui le donne erano spesso percepite come simbolo dell’oscurità e del male — così come continuano ad essere viste anche ai giorni nostri, in alcune società restrittive. Affascinato da ciò che lui chiama “il femminile oscuro”, Eggers ha cercato di esplorare il mito della strega attraverso il prisma della vita moderna. “Le ombre di Salem sono più che mai vive nell’inconscio delle persone di oggi – dice Eggers – siamo intrappolati in quegli stessi cicli di pensiero, che sono estremamente regressivi e orrendi. La strega rappresenta ancora oggi l’oscurità dell’ignoto: è ancora colei verso la quale le persone puntano il dito, con fare accusatorio”.
Ad influenzare lo stile di Eggers sono stati diversi film e registi. A cominciare dalle pellicole espressioniste tedesche, tra cui Il Gabinetto del Dr. Caligari di F.W. Murnau e dai drammi filosofici di Ingmar Bergman, in particolare agli aspetti psicologici ed emozionali di Sussurri e Grida. Fondamentale è stata però l’influenza di Stanley Kubrick e di Shining: anche il film di Eggers, infatti, ruota attorno alla figura di un patriarca molto determinato, che decide di trasferire la sua famiglia in un’area remota, dove ciascuno viene assalito dalla disperazione, dalla follia e da una violenta possessione.
Essendo un film che ruota attorno al tema della possessione, Eggers è rimasto ipnotizzato dalle storie che ha trovato durante le sue ricerche: “volevo esplorare le tradizioni legate a queste storie di stregoneria, sia le versioni reali che quelle fiabesche, e a quei tempi la linea divisoria tra le due era piuttosto indefinita”. Il regista ha concentrato le sue ricerche sul New England: “ho verificato il ripetersi delle stesse storie ed eventi: erano storie esotiche, primordiali, inattese, ma anche semplici. Quando vivi in una società dove esistono certe credenze, queste divengono delle forze potenti che finiscono per dominare un’intera comunità. Questo è diventato il germe stesso della storia”.