Oggi a Venezia Mariano Cohn e Gaston Duprat presenteranno – in Concorso – il film El Ciudadano Ilustre, una storia sull’Argentina di Daniel Mantovani (interpretato da Oscar Martinez), un colto intellettuale espatriato. Un premio Nobel per la letteratura, che vive in Europa da decenni, che accetta un invito dalla sua città natale per essere premiato.
Il paesino in questione è quello di Salas, sempre al centro dei suoi romanzi e dove Mantovani non è più tornato da quando era ragazzo. L’amministrazione locale di Salas lo invita per conferirgli il più alto riconoscimento del paese: la medaglia per il Cittadino Illustre. Il viaggio prefigura un ritorno trionfante, un viaggio nel passato per incontrare di nuovo gli amici, gli amori e i paesaggi della giovinezza, ma soprattutto un viaggio nel cuore stesso della scrittura di Mantovani, nella fonte della sua ispirazione. Una volta lì, lo scrittore confermerà tanto le affinità che lo legano a Salas, quanto le assolute differenze che lo trasformeranno rapidamente in un elemento estraneo e di disturbo per la vita del paese. La calorosa accoglienza dei compaesani scomparirà con il crescere delle controversie, raggiungendo un punto di non ritorno che rivelerà due visioni incompatibili del mondo.
El Ciudadano Ilustre affronta diversi temi contemporanei. Uno di questi, come affermato dai registi, è “il rifiuto del punto di vista esterno e critico che il protagonista, uno scrittore che ha vissuto all’estero per decenni, rappresenta per i suoi conterranei e per la loro posizione nazionalistica”. Per questo scrittore cosmopolita lo stile di vita tranquillo e l’esaltazione degli usi locali propri del suo paese natale sottintendono una società che rifiuta ogni idea di progresso. A tale conflitto si aggiunge “quella sorta di ferita aperta nell’orgoglio dell’Argentina, paese di grandi scrittori che però non hanno mai vinto il Premio Nobel per la letteratura” continuano gli autori. Che infine aggiungono: “il film salda il debito per mezzo del protagonista Mantovani, che ottiene il premio che fu per anni negato a Jorge Luis Borges”.
L’attesa si fa invece più grande per Hacksaw Ridge, il nuovo film diretto da Mel Gibson – presentato Fuori Concorso – e con protagonisti Andrew Garfield, Vince Vaughn, Teresa Palmer, Sam Worthington e Luke Bracey. Il film racconta la vera storia di Desmond Doss (interpretato da un grande Andrew Garfield, foto copertina) che, a Okinawa, durante una delle più cruente battaglie della seconda guerra mondiale, salvò 75 uomini senza sparare un solo colpo. Convinto che la guerra fosse una scelta giustificata, ma che uccidere fosse sbagliato, fu l’unico soldato che in quel conflitto combatté in prima linea senza alcuna arma. Doss fu il primo obiettore di coscienza insignito della Medaglia d’Onore del Congresso.
“Quando ho sentito la storia di Desmond Doss, il primo obiettore di coscienza a meritare la Medaglia d’Onore del Congresso, sono rimasto sbalordito dall’entità del suo sacrificio – racconta Mel Gibson – ecco un uomo che nel modo più puro e altruistico, ha, quasi d’istinto, messo ripetutamente a rischio la propria vita per salvare quella dei suoi fratelli”. Desmond è una persona assolutamente comune che ha fatto cose straordinarie come ricorda il regista: “allo scoppio della seconda guerra mondiale, quando i giovani correvano sotto le armi, Desmond si trovò di fronte a una scelta difficile: anche lui desiderava arruolarsi, ma la violenza si scontrava con i suoi ideali morali e religiosi; rifiutava, infatti, il benché minimo contatto con un’arma”.
Per questo rifiuto di vacillare nelle proprie convinzioni subì una dura persecuzione, per poi entrare in nell’inferno di quella guerra provvisto soltanto dell’arma della sua fede, ed emergerne infine come uno dei più grandi eroi di ogni tempo. “In uno scenario cinematografico traboccante di “supereroi” inventati ho pensato che fosse ora di celebrarne uno vero” ha concluso Mel Gibson.