Matilde Gioli e Matteo Martari sono i protagonisti di 2Night, il film – da oggi al cinema – diretto da Ivan Silvestrini presentato all’ultima Festa del Cinema di Roma e che si ispira all’omonimo film Israeliano diretto da Roi Werner.
È un venerdì notte a Roma. Il tempo è mite e il popolo della notte è pronto a uscire e a divertirsi. La città si anima e si colora dei neon dei locali, dei fari delle macchine, delle luci che illuminano i più importanti monumenti. In un locale di uno dei quartieri più vivi della città, due sconosciuti s’incontrano. Entrambi hanno circa trent’anni, sono soli e in cerca di qualcuno con cui passare la serata e forse, chissà, anche la notte. Lei chiede un passaggio e lui accetta di accompagnarla in macchina fino all’altro capo della città. Eccoli insieme che si fanno largo attraverso la notte.
Lei (Matilde Gioli)è il prototipo della ragazza consapevole e autonoma, decisa, in questa serata che anticipa l’estate, a regalarsi una notte di sesso con uno sconosciuto, per poi, domani, continuare, più forte e sicura di sé, la sua vita senza legami. Lui (Matteo Martari) sembra incarnare il trentenne di oggi, piuttosto timido, più calmo e riflessivo e con una strana inquietudine. Per arrivare all’abitazione, i due viaggiano attraverso i diversi quartieri di Roma: da quelli più alla moda, densi di locali, ai più residenziali, al centro storico, fino ad arrivare ai quartieri più periferici.
Una volta giunti nelle vicinanze di casa di lei, i due non riescono però a trovare parcheggio. Più il tempo che sono costretti a trascorrere in macchina e a conversare si dilata, più il destino di quella notte sembra condurli in una direzione inaspettata. Sarà una notte di solo sesso per poi scordarsi l’uno dell’altra appena dopo o un sentimento nascente e imprevisto cambierà i loro destini?
2Night per Ivan Silvestrini è stata l’occasione di “raccontare con cruda delicatezza i pensieri, i dubbi e le paure dei trentenni occidentali di oggi. Una donna e un uomo moderni che in una notte, che sembra quasi una vita intera, abbandonano le maschere e giocano la partita dei loro destini. Una donna che non ha paura del desiderio e vive la sessualità liberamente, e un uomo che di fronte a quella che è quasi un’incarnazione delle sue fantasie, si trova privato del suo ruolo e non sa dove mettere le mani”.
Attraverso il racconto della notte trascorsa in auto dai due protagonisti, il film vuole in parte anche raccontare i cambiamenti che si stanno affermando oggi giorno all’interno delle relazioni tra uomo e donna. Sempre più spesso, infatti, la donna assume le redini del corteggiamento, senza sentirsi in dovere di attendere che sia l’uomo a compiere il primo passo. Donne sempre più autonome, indipendenti, che hanno il coraggio di rischiare e mettersi in gioco senza paura. Di fronte a loro, uomini più titubanti, che indugiano a compiere il primo passo e a lasciarsi andare, quasi temessero di non essere all’altezza o di sembrare inopportuni.
I due sono immersi nella città di Roma che qui diventa, secondo le parole del regista, “rappresentazione materica del loro tortuoso ma inarrestabile avvicinamento”. L’architettura ha il suo ordine, rigido per quanto movimentato, e in questo scenario si muovono le due figure irregolari e liquide dei protagonisti, in un inseguimento continuo che cerca di bruciare tutte le tappe in una sola notte, con la città che li sta a guardare.
Per Ivan Silvestrini entrando in quella macchina con i due protagonisti “diventiamo spettatori invisibili di un’intimità, possiamo ritrovarci nell’uno o nell’altra e chiederci perché e cosa ci fa sentire coinvolti nell’avventura di questa notte, l’avventura di 2Night”.