Basato su l’omonimo romanzo del 2008 del Premio Pulitzer Philip Roth, dall’8 novembre è disponibile in Dvd e sulle migliori piattaforme digitali Indignazione, il film sceneggiato e diretto da James Schamus interpretato da Logan Lerman e Sarah Gadon.
Ambientato nel 1951, Indignazione racconta la storia del giovane studente ebreo Marcus Messner (Logan Lerman) che da Newark, New Jersey, si trasferisce in un piccolo college conservatore dell’Ohio, per sfuggire al pericolo di dover andare a combattere la guerra di Corea. Ma una volta lì, la crescente infatuazione di Marcus per la bella compagna di classe Olivia Hutton (Sarah Gadon) e i suoi scontri con il Decano Hawes Caudwell, mettono alla prova il suo tentativo di fuggire alla guerra.
James Schamus ha accettato di sceneggiare e dirigere Indignazione partendo dall’omonimo romanzo di Philip Roth: “non è il più noto dei suoi romanzi – osserva Schamus – è più una pièce da camera che cattura un momento particolare della vita di un giovane“. I dettagli della storia più o meno rispecchiano la vita di Roth, con il Winesburg College che rispecchia la Bucknell University della Pennsylvania di Roth, ma la storia non è esattamente autobiografica. Il mondo delle idee che Roth tesse insieme per creare Indignazione ha tuttavia qualcosa di molto personale e profondo. Sottolineando la fonte di “empatia ed elegia”, per Schamus in questo testo Roth “raggiunge qualcosa che è estremamente vicino a me”.
Nell’adattare il libro per il grande schermo, Schamus ha preso come ispirazione due altre figure letterarie del tardo XX secolo, Sylvia Plath e Allen Ginsberg. Pur entrambi contemporanei di Roth, nessuno di loro faceva direttamente parte della sua cerchia intellettuale. Ginsberg, di 8 anni più grande di Roth, è nato nella sua stessa città, Newark, prima che la sua famiglia si trasferisse nella vicina Paterson: “non pensi a Philip Roth e Allen Ginsberg come appartenenti alla stessa cerchia – spiega Schamus – ma entrambi erano giovani ebrei del New Jersey molto ambiziosi, appartenenti alla classe operaia o alla classe media che hanno trovato il loro percorso nella letteratura americana in modi diversi”. Tuttavia, in modo inaspettato, i loro percorsi si sono incrociati. La zia di Ginsberg, Hannah Litzky, insegnava inglese alla Weequahic High School e aveva Roth come studente.
Allo stesso modo, anche se Sylvia Plath e Philip Roth appartenevano ad ambienti diversi, Schamus immagina un legame estetico tra i due: “non so se Philip Roth aveva letto i suoi diari, ma per me il personaggio di Olivia Hutton ha molto a che fare con Sylvia Plath” suggerisce Schamus. Nello sviluppare il personaggio di Olivia Hutton, la figura di Sylvia Plath ha contribuito ad illuminare la coscienza del personaggio e dei tempi in cui visse: “la cosa che ho sempre amato della scrittura di Sylvia Plath è la sua capacità di entrare nella mente e nella psiche femminile; c’è tanta forza ma al contempo tanta vulnerabilità” spiega Sarah Gadon, l’interprete di Olivia.
Per l’attrice, nel suo personaggio coesistono sia “il fatto di sentirsi trattati come un oggetto sia il tentativo di difendere la forza delle proprie opinioni”. La Gadon ritiene che il film sia “una danza fatta da tutte le diverse emozioni tra Olivia e Marcus: rabbia, amore, attrazione”.
Ed è proprio la loro storia d’amore il nodo centrale del film. Quando Marcus incontra Olivia nella biblioteca, la sua determinazione, concentrata unicamente sul raggiungimento del successo scolastico, viene messa in crisi: “lei è una persona travagliata e molto diversa da chiunque lui abbia conosciuto a Newark, nel New Jersey – spiega Logan Lerman, interprete di Marcus – la storia d’amore che nasce non è la classica situazione di un ragazzo che incontra una ragazza che si innamora di lui. È più complicato di così e in questo senso, è più reale”. Lerman trova che rappresenti dolorosamente ciò che accade nella vita: “è ciò che accade quando si è innamorati di qualcuno sapendo che sta per andare tutto a rotoli ma c’è questa forza che ti unisce”.
A far da sfondo a questa relazione c’è la psicologia del periodo storico: “si percepisce il senso di incertezza che prova una nuova generazione che non ha veri e propri punti di riferimento per definirsi nei confronti della generazione precedente nonché rispetto al loro futuro” spiega James Schamus. Per il regista, dopo la Seconda Guerra Mondiale si è verificato “un vero e proprio limbo: la rivoluzione sessuale doveva ancora venire, si iniziava a sentir parlare di anti-comunismo e di Blacklist, e quella generazione aveva da poco abbandonato l’adolescenza. Nel frattempo un’altra grande guerra era in atto. I nostri personaggi stanno lottando per orientarsi in questo contesto così complicato”.
“È una tragica storia d’amore. È una storia di ribellione giovanile. È una grande storia filosofica sull’esistenza, su come ciò che facciamo determina il nostro destino”.
James Schamus