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William Friedkin si racconta nel Friedkin Uncut di Francesco Zippel

All’interno della sezione Venezia Classici, oggi la 75. Mostra del Cinema di Venezia presenterà Friedkin Uncut, il documentario realizzato dal nostro Francesco Zippel che offre una visione introspettiva nella vita e nel percorso artistico di William Friedkin, regista straordinario e anticonformista di film di culto come Il Braccio Violento della Legge, L’Esorcista, Sorcerer, Cruising e Vivere e Morire a Los Angeles.

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Per la prima volta Friedkin si mette in gioco intimamente e decide di guidare il pubblico in un affascinante viaggio attraverso i temi e le storie che maggiormente hanno influenzato la sua vita e il suo percorso artistico. Il titolo del documentario riflette al tempo stesso la schiettezza e l’eccentricità di Friedkin, elementi che hanno contribuito nel tempo a caratterizzarne l’eccezionale abilità di storyteller.

Ma Friedkin non è solo in questa lunga e appassionata narrazione. Un cast ‘stellare’ di amici e collaboratori ha deciso di partecipare a questo film che da semplice omaggio si trasforma con il passare dei minuti in un vero e proprio saggio in cui grandi registi, straordinari attori e perfino celebrati direttori d’orchestra si uniscono a Friedkin per riflettere sul significato di essere artisti e sulla bellezza del mettersi in discussione in nome di una chiamata artistica vissuta nella dimensione autentica di un lavoro. Un lavoro da eseguire al meglio del proprio talento.

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Francesco Zippel racconta:

Il regista di uno dei film più ‘terrificanti’ della storia del cinema può anche essere la persona più divertente e coinvolgente che possa mai capitarti di incontrare? Sì, se la persona in questione è William Friedkin. Un uomo ironico, intelligente, intimamente anticonformista, capace di attraversare decenni di vita e di grande cinema con la consapevole leggerezza di un ragazzo. Questo è quello che volevo provare a restituire il giorno in cui mi sono trovato sul punto di rivolgergli la prima domanda. Mai mi sarei immaginato che lo stesso sentimento fosse condiviso dai tanti grandi artisti che mi avrebbero aiutato a comporre questo racconto assolutamente ‘uncut’.  Una delle più belle esperienze umane e professionali della mia vita“.

Il film è stato realizzato nel corso di un anno, seguendo Billy Friedkin nei suoi mille viaggi e cercando di incastrarsi tra gli impegni degli altri attori e registi intervistati in giro per il mondo. Il viaggio per incontrare Francis Ford Coppola, le telefonate notturne con Zubin Mehta, uomo delizioso e straordinario cinefilo, la brusca affabilità di Michael Shannon, la regale ospitalità di Ellen Burstyn, la travolgente simpatia di Quentin Tarantino, l’intervista ‘natalizia’ con Willem Dafoe, la sortita parigina per incontrare Wes Anderson, l’entusiasmo di Juno Temple e l’energia di Gina Gershon, la modestia del piccolo grande Damien Chazelle, sono alcuni dei momenti che hanno reso questi dodici mesi unici“.

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Il film però non sarebbe letteralmente esistito senza il team creativo di donne appassionate ed entusiaste che mi ha affiancato in questo viaggio. Un gruppo di professioniste che si sono innamorate subito di Billy Friedkin e del progetto stesso facendolo crescere e diventare quello che è ora, mettendo tutta la loro creatività nella produzione, nel montaggio, nelle musiche, nella grafica e nella color correction. Sono molto felice e grato nel pensare che proprio insieme a loro sono riuscito a costruire l’omaggio ad uno degli autori più ‘maschili’ della storia di Hollywood“.

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