Liberamente tratto dai romanzi Momenti di Trascurabile Felicità e Momenti di Trascurabile Infelicità di Francesco Piccolo, il 14 marzo esce al cinema Momenti di Trascurabile Felicità, il film diretto da Daniele Luchetti che lo ha anche sceneggiato insieme all’autore. Pif guida un cast composto da: Thony, Renato Carpentieri, Angelica Alleruzzo, Francesco Giammanco, Vincenzo Ferrera, Franz Santo Cantalupo e Manfredi Pannizzo.
Il film
Lo yoga e l’Autan non sono in contraddizione? La luce del frigorifero si spegne veramente quando lo chiudiamo? Perché il primo taxi della fila non è mai davvero il primo? Perché il martello frangi vetro è chiuso spesso dentro una bacheca di vetro? E la frase: ti penso sempre, ma non tutti i giorni, che sembra bella, è davvero bella? A queste, e ad altre questioni fondamentali, cerca di dare una risposta Paolo (Pif), cui rimangono solo 1 ora e 32 minuti per fare i conti con i punti salienti della sua vita.
Daniele Luchetti racconta…
“Ho sempre molto amato i due libri di Francesco Piccolo da cui è stato tratto il film. Mi capita spesso di regalarli o di citarne alcuni passi perché so che tra i mille paragrafi di queste memorie minime ed immaginarie c’è qualcosa che prima o poi sembra riguardare il lettore. Che si tratti di storie chiaramente paradossali, o di paragrafi fulminanti, c’è sempre il momento in cui diciamo: ma questo sono io! La consapevolezza di avere un materiale narrativo così indovinato, un attore come Pif, che incoraggia il nostro sguardo a stare dalla sua parte, mi spingeva a provare a toccare il meno possibile il testo. Eppure Francesco Piccolo ed io non ce l’abbiamo fatta”.
“Abbiamo aggiunto molto, inventando una cornice ispirata a certi vecchi film, ed abbiamo appoggiato questi “momenti” tra cielo e terra, ovvero tra il paradiso vero e proprio e la città di Palermo, dove si svolge la storia, perché abbandonare Palermo – per l’aldilà – è più struggente di altri abbandoni più freddi e nebbiosi. Attorno a lui una costellazione di affetti – Thony, Angelica Alleruzzo e Francesco Giammanco, un impiegato del paradiso – Renato Carpentieri – e poco altro. È stato un film agile e senza troppe premeditazioni, pervaso da un sentimento di malinconica allegrezza. Un rituale per esorcizzare la paura di andar via, per trarre un bilancio degli affetti e delle inconsapevolezze, per capire se la leggerezza del riso può dire della nostra vita cose piccole ma importanti”.
Francesco Piccolo presenta “i” film
“Di tutti i libri che ho scritto, i due Momenti mi sembrava fossero i più lontani dal poter diventare film. E invece mi hanno proposto di fare proprio quelli, e hanno chiesto di scrivere la sceneggiatura a me, insieme a Daniele Luchetti. Io e Daniele ci siamo detti: e come facciamo? L’unico conforto era che c’erano dei personaggi che tornavano di continuo, un po’ come le strisce dei fumetti del quotidiano della domenica; cioè dei personaggi che non aveva importanza quanta evoluzione avessero, ma che avevano delle caratteristiche e dei modi di raccontare riconoscibili. Avevano un loro mondo e un loro tono. Il personaggio principale, poi la moglie, i figli, le amanti, poi gli amici; e questa caratteristica da fumetti per il quotidiano della domenica era riproducibile al cinema, è vero; però bisognava comunque inventare una storia. Così abbiamo cominciato a pensare a tante storie che potessero unire i vari momenti trascurabili. E anche tanti film”.
“Ad un certo punto abbiamo parlato del morire e del tornare in vita, una questione tragica e filosofica che però la commedia ha usato molto, e ci è venuta subito un’idea su come fare questo film, come dare a quei momenti trascurabili una importanza interiore. E improvvisamente questa storia, che sembrava un po’ difficile se non impossibile da scrivere, l’abbiamo scritta con grande facilità e ci è sembrato un film logico da fare, perché il contenitore che avevamo creato era adatto a contenere tutti i momenti di felicità e di infelicità che volevamo”.