Giovedì 7 maggio Buio – thriller apocalittico pieno di speranza, opera prima diretta da Emanuela Rossi, prodotto e distribuito da Courier Film con la consulenza di Antonio Carloni – uscirà (e sarà il primo film con questo sistema) in direct to video grazie al coinvolgimento degli Esercenti Cinematografici (fino ad ora più di 80 sale in tutta Italia hanno aderito). Il film – interpretato da Denise Tantucci, Valerio Binasco, Gaia Bocci, Olimpia Tosatto, Elettra Mallaby e Francesco Genovese – si avvale delle illustrazioni dell’artista Nicoletta Ceccoli ed è stato sceneggiato dalla regista con Claudio Corbucci, anche produttore. Ad Alice Nella Città 2019 ha vinto il Premio Raffaella Fioretta per il Cinema Italiano.
Il film
Stella (Denise Tantucci), diciassette anni, vive con le due sorelle più piccole, Luce (Gaia Bocci) ed Aria (Olimpia Tosatto), in una casa dalle finestre sbarrate, una sorta di eterna quarantena. Ogni sera, il padre rientra, si spoglia della maschera antigas e della tuta termica, porta il cibo e aggiorna le figlie con i racconti dell’Apocalisse in corso, che continua a decimare l’umanità. Ma all’interno della casa ci sono dei conflitti: le ragazze stanno crescendo, si modificano gli equilibri. Una sera il padre non torna. Stella decide di uscire, per cercare cibo.
Emanuela Rossi racconta…
“Buio non è un film autobiografico, eppure parla di me. La prima immagine di questo film è quella di una ragazza che sta soffocando, cerca la luce nell’oscurità di un interno domestico. Vengo da una famiglia marchigiana molto religiosa: a questa educazione oggi sono grata, soprattutto per il senso del sacro che mi ha regalato, ma a suo tempo ha significato soffrire per un “terrore” del peccato che pervadeva un po’ tutto, specie in una famiglia con sei figlie femmine. Il mondo fuori? Contaminato, dunque meglio restare a casa, evitare le feste. Da quel senso di claustrofobia nascono molte delle atmosfere di Buio: ogni cosa parla in qualche misura di me. La vita della ragazza di provincia di allora è diventata nel film quella di una ragazza in attesa dell’Apocalisse; mentre nella Stella con l’elmetto che va alla scoperta del mondo rivedo me stessa fuorisede all’Università di Bologna, all’improvviso sola di fronte all’universo, insieme impaurita e coraggiosa“.
“Buio nasce da tutto questo, ma anche dalle mie esperienze più recenti: in primis un set, quello di Non Uccidere, che mi ha portato in contatto diretto con la morte. Da amante del cinema d’autore duro e puro mi sono ritrovata catapultata tra scene del crimine, omicidi, lame di coltelli. E tanti mesi all’obitorio di Torino, con l’odore di formaldeide che ti avvolge e ti fa scorrere le vite – degli altri, ma anche la tua – davanti agli occhi, ha influenzato per forza il mio immaginario. Queste immagini mi sono rimaste dentro, mi hanno guidato alla scoperta di film che mai avrei pensato di vedere, e mi hanno svelato un cinema d’autore che sempre di più si sta ibridando con le forme e le atmosfere del “genere”: c’erano sicuramente modi più realistici per raccontare una ragazza di provincia soffocata dalla famiglia, ma cercavo un’astrazione che – tornando con la mente ai miei ricordi di giovane spettatrice – trovavo più in certi film à la Hitchcock che in un cinema naturalistico. Del genere – o dei generi: favola femminista, sci-fi ambientalista con qualche sconfinamento nell’horror, thriller“.
“Ambientalista perché, legato al soffocamento emotivo, c’era un altro soffocamento che io volevo esprimere. La mia paura per una catastrofe ambientale che da tempo sentivo arrivare, sempre più imminente. Soffro per l’inquinamento e per i cambiamenti climatici da quando è nata mia figlia, e sono anni che d’estate mi angoscio per il troppo caldo. Mi chiedevo: ma se le temperature salissero ancora e non potessimo più uscire? Se dovessimo stare sempre rinchiusi, come in un libro di Ballard? Da qui è nata l’idea di un film sulla quarantena, sul confinamento in casa, che poi in un attimo, pochi mesi dopo, è diventata tragicamente attuale. Tra l’altro, nel film, l’isolamento delle nostre città si esprime in un tragico supermercato e centro commerciale, l’unico luogo che Stella frequenti “fuori”.
“Però con Marco Graziaplena, il direttore della fotografia, abbiamo evitato le atmosfere visive canoniche del film d’autore, fatte di colori lividi e freddi, o di atmosfere desaturate: i colori, come diceva Goethe, hanno un potere salvifico. E io credo che sono tempi in cui il cinema deve proporre modelli positivi, di rinascita. Così ho cercato per Stella, Aria e Luce i colori più belli, per consolarle e accompagnarle nel loro cammino. E, Buio, per Stella e le sue sorelle, è diventato un percorso di guarigione e di rinascita. Non è stato facile fare un film così, in Italia. Da indipendenti ci siamo riusciti, e ne siamo fieri: Buio è un bildungsroman in piena regola, un inno alla vita e alla forza dell’adolescenza che trova una via d’uscita. Sempre“.
EXTRA – Direct to Video, come funziona
Gli Esercenti Cinematografici potranno invitare il pubblico alla visione in VOD attraverso le proprie mailing list con link personalizzati per ciascun cinema. Pertanto, il rapporto commerciale tra distributore ed esercente, sarà regolato dal consueto rapporto di noleggio, in percentuale sull’incasso netto. Il prezzo per la visione sarà di euro 4,90 acquistabile direttamente sul sito del distributore. Domani alle ore 21:00 il film sarà presentato dalla regista in anteprima su MYmovies per un numero limitato di persone.