Presentato al Toronto International Film Festival 2019, giovedì 4 novembre arriverà nei nostri cinema Antigone, il film diretto da Sophie Deraspe che si ispira ad una storia vera per rileggere in chiave moderna il personaggio di Antigone: una giovane donna piena di coraggio, che lotta con tutte le sue forze per difendere la sua famiglia da un’ingiustizia subita, anteponendo alle leggi degli uomini quella del cuore e dell’amore, in una storia di ribellione contro l’ingiustizia di profonda attualità.
Il film
Antigone (Nahéma Ricci) è una studentessa brillante: 17 anni, il primo amore e un futuro promettente. Quando il fratello maggiore Eteocle (Hakim Brahimi) viene ucciso dalla polizia, metterà in gioco tutto per salvare l’altro fratello, Polinice (Rawad El-Zein), incarcerato per aver aggredito il poliziotto che ha fatto partire il colpo. Alla legge degli uomini Antigone sostituisce il proprio senso di giustizia, fondato sull’amore e sulla solidarietà per la sua famiglia. “Ho infranto la legge ma lo rifarei, il cuore mi dice di aiutare mio fratello” diventa la voce del coro, guidato dall’amato Emone (Antoine Desrochers), che invade le strade e i social network in una rivolta generazionale in cui tutti i giovani si riconoscono in Antigone.
Sophie Deraspe racconta…
“Avevo circa vent’anni quando ho letto per la prima volta Antigone. Questa tragedia greca mi ha colpito immediatamente e sono stato sedotta e affascinata dall’intelligenza, dall’onestà e dalla virtù irremovibile del personaggio. Nonostante la sua giovane età, la sua esperienza limitata e il potere del suo antagonista (il re), Antigone difende ciò in cui crede. È stato corroborante per me! Dopo la versione di Jean Anouilh, ho quindi letto la versione originale di Sofocle. Ho scoperto una Antigone la cui ricerca della giustizia è tanto più forte perché si basa su leggi che considera superiori a quelle scritte dagli uomini. Antigone parlava moltissimo alla giovane donna che ero in quel momento, così tanto che una forte intuizione mi disse che un giorno mi ci sarei dedicata“.
“Volevo dare vita, nel nostro tempo e nel contesto sociale delle nostre città occidentali, all’integrità di Antigone, al suo senso di giustizia e alla sua capacità di amare. Volevo anche che Antigone fosse molto giovane (16 anni) e fisicamente minuta, al fine di mettere in evidenza la forza interiore di questo individuo che contrappone valori più alti alle leggi ufficiali dell’uomo. Nel mio adattamento, la figura reale dell’autorità è divisa tra vari personaggi, che vanno dagli agenti di polizia ai magistrati, alle guardie carcerarie, passando per la figura paterna, con la quale Antigone inizia la negoziazione. Il film è in qualche modo una storia che riguarda un realismo sociale. Ho trovato essenziale creare uno spazio in cui il subconscio di Antigone potesse parlare e testimoniare la forza che la anima e che la rende così eroica. Antigone si sente in dovere verso coloro che l’hanno preceduta, verso i suoi cari defunti, che percepisce sempre al suo fianco. Antigone non è sola. Le leggi dell’uomo hanno meno valore ai suoi occhi di quelle dettate dai suoi cari defunti, il che significa che si trova ad affrontare un dilemma che è l’essenza stessa di questa tragedia“.