Giovedì 3 marzo arriverà al cinema Red Rocket, il nuovo audace film dello scrittore-regista Sean Baker, interpretato con una performance magnetica e frizzante da Simon Rex. È un ritratto cupo, divertente e umano di un imbroglione tipicamente americano, e della sua città natale che lo tollera a malapena.
Mikey
Simon Rex, il comico, rapper, ex VJ di MTV e vivace protagonista dell’elettrizzante Red Rocket di Sean Baker, riflette il codice del truffatore o qualcosa di simile. Forse è una filosofia di vita in generale. Forse è solo un modo per spiegare il suo personaggio, l’ex pornostar Mikey Saber, al centro del nuovo film di Baker. Qualunque cosa sia, c’è del vero. “Ci sono persone, che se viene lanciata una bottiglia in mezzo alla folla, verranno ogni volta colpite alla testa – spiega Rex – altre invece escono sempre illese dalle situazioni, e non gli accade mai nulla. Ebbene, Mikey è uno di questi. Non pensa al futuro. Non gli importa delle conseguenze delle sue azioni. Penso che la parola più giusta da usare sia ‘sopravvivenza’: Mikey cerca di sopravvivere”.
“Mikey è un bambinone che tende costantemente a relativizzare le cose, per preservare il suo stato mentale – afferma il regista Sean Baker – si riempie la testa di pensieri positivi perché non vuole realmente affrontare la situazione fallimentare in cui si trova: questo è letteralmente l’unico modo per andare avanti. Tutto è sempre colpa di qualcun altro. C’è molta America nel suo atteggiamento, ha sicuramente la caratteristica americana di chi lotta per il successo senza curarsi di chi ha calpestato; una figura che appare in film come Il Petroliere e The Wolf of Wall Street, dove uomini spietati sfruttano gli altri per arrivare in vetta. In questo caso uso la commedia fino a un certo punto per ammorbidire Mikey, e mostrare come si possa essere attratti da lui. Ma non lo nobilito“.
Una storia americana
Red Rocket è una dark comedy con una spiccata attenzione alle dinamiche del sesso e del potere. Funziona nel proprio contesto, e trova il suo equilibrio bilanciando il thriller, l’avventura e un affascinante dramma incentrato sui personaggi. Al suo interno però si possono avvertire dei frammenti di un dramma fuori campo molto diverso: un attento spettatore si renderà conto che il film di Sean Baker – su un perfido narcisista ai margini – è ambientato durante la fatidica estate del 2016. Il regista sceglie con cura le sue parole: “a posteriori degli eventi del 2021, guardiamo al 2016 in un modo diverso, ha segnato sicuramente la fine di un’era, poco prima che il mondo si rovesciasse. Il mio film è, in un certo senso, un ritratto dell’America di quell’epoca”.