Russia 2008-2022: la lotta tra verità e propaganda nella Russia di Putin e l’improbabile resistenza di Dozhd Tv, il canale della pioggia e dell’ottimismo, e della giornalista che l’ha fondato, Natasha Sindeeva. Di questo parla Tango Con Putin, un importante documento, che mostra le contraddizioni e la censura del governo russo. Il racconto in presa diretta è di Vera Krichevskaya, regista e testimone delle scelte controcorrente, ambiziose, coraggiose della sua editrice.
Il film
Russia 2022. Mentre la guerra sconvolge il mondo, uno dei primi gesti di Putin è la chiusura, il 4 marzo, dell’unica televisione indipendente russa: “Dozhd TV – Il canale dell’ottimismo”, un’isola di libertà politica e di attenzione ai diritti civili, l’ultima rimasta a dare voce alle minoranze, nota come Rain TV. Dozhd infatti significa pioggia. Il film racconta l’ascesa e il declino di questa emittente e della coraggiosa giornalista che l’ha fondata e l’amministra: Natasha Sindeeva.
È il 2008 quando Natasha, una donna ricca di 35 anni, in cerca di fama e visibilità, decide, piena di ottimismo, di lanciare una nuova televisione indipendente: Dozhd TV. Accanto a lei c’è una squadra di giornalisti giovani ed entusiasti, tra cui Vera Krichevskaya, regista del documentario. Insieme, si troveranno presto a combattere una guerra tra verità e propaganda e Natasha perderà i suoi soldi. Suo malgrado, la sua “creatura” diventerà l’unica voce libera nella Russia di Putin. Quando la televisione compie dieci anni, è costretta a chiudere. Poi, sappiamo, riaprirà e chiuderà ancora, in una storia che non sembra finire.
Vera Krichevskaya racconta…
“Dozhd TV è l’ultima e unica emittente indipendente in Russia che è riuscita a sopravvivere al regime di Putin, almeno fino al dicembre 2021. Ho deciso di fare questo film nel maggio 2019, quando l’emittente, Dozhd TV, era a un passo dalla chiusura. Sono stata la seconda persona a entrare in Dozhd nel 2008, piena di ottimismo e ingenuità, come la fondatrice – Natasha, la protagonista del film. Lei è riuscita a conservare il suo ottimismo fino al 2019, io l’ho perso completamente durante il mio percorso. La fine dell’azienda, del nostro sogno di una televisione indipendente in Russia, sarebbe dovuta diventare la storia centrale del futuro film. Ma come sempre in un film documentario non si sa mai quale sarà la fine della storia”.
“La storia del film è un percorso di vita, mio e di Natasha, la protagonista principale del film. È il percorso di tutti noi in questa piccola ma forte emittente indipendente nella Russia di Putin. È anche il passaggio del Paese da uno stato di semi-libertà al completo isolamento. Per me, è una storia di giornalisti che hanno rispetto per se stessi, una comprensione della loro professione e la fede che la Russia sarà libera un giorno, è un mosaico dei nostri destini e delle nostre vite, dei molteplici fallimenti e delle rinascite, sia dentro che fuori la macchina da presa. Spero di poter raccontare una storia di giornalismo indipendente. Ci sono stati due elementi importati che mi hanno coinvolto sempre di più nella storia. Il primo è l’arco del Paese, la Russia”.
“Nel 2008, ho trovato i miei personaggi pieni di ottimismo e di progetti per il loro futuro. Erano padroni della loro vita. Il cambiamento del Paese e il cambiamento dell’arco della Russia hanno iniziato a cambiare anche i personaggi. Passo dopo passo, persone che non avevano mai votato alle elezioni, che erano estremamente apolitiche, hanno iniziato a capire che stavano perdendo le loro vite, le loro opportunità, i loro progetti e i loro sogni. In un momento incontriamo i nostri personaggi a un comizio, e poi li vediamo dietro le sbarre. Il cambiamento del Paese dà forma al cambiamento delle persone, che in un periodo così buio si sono ritrovate forti e motivate. Credo che questo film possa trasmettere la bellezza dei valori e dei principi di questa professione. La missione del giornalismo è mostrare l’ingiustizia: voglio che il pubblico se ne renda conto“.