L’attesa è finita, arriva oggi al cinema Il Ragazzo Invisibile il primo Supereroe della storia del cinema italiano. L’ultimo film diretto da Gabriele Salvatores che, dopo il documentaristico e collettivo Italy In A Day, si butta ora in una storia fantasy, un genere praticamente inedito nel nostro cinema (anche in libreria come Graphic Novel e Romanzo, per Salani Editore). Protagonista un cast d’eccezione: il giovane Ludovico Girardello, Valeria Golino, Fabrizio Bentivoglio, Christo Jivkov, Noa Zatta e Ksenia Rappoport.
Il film ha per protagonista Michele (Ludovico Girardello), un adolescente apparentemente come tanti che vive in una tranquilla città sul mare. Non si può dire che a scuola sia popolare, non brilla nello studio, non eccelle negli sport. Ma a lui in fondo non importa. A Michele basterebbe avere l’attenzione di Stella, la ragazza che in classe non riesce a smettere di guardare. Eppure ha la sensazione che lei proprio non si accorga di lui.
Ma ecco che un giorno il succedersi monotono delle giornate viene interrotto da una scoperta straordinaria: Michele si guarda allo specchio e si scopre invisibile. La più incredibile avventura della sua vita sta per avere inizio.
“Ho sempre pensato che l’adolescenza fosse uno dei periodi più difficili nella vita di un essere umano – ha spiegato Gabriele Salvatores – il tuo stesso corpo diventa un estraneo, ti guardi allo specchio e non ti riconosci, senti che dentro di te sta nascendo un potere (un super potere?) che non sai come usare, anche perché ancora non hai ben capito chi sei e che posto hai nel mondo”.
Un po’ come accade nell’alleniano Alice (con un’invisibile Mia Farrow), il regista ha così motivato la scelta di questo super potere, quello di essere trasparente: “sono sicuro che tutti gli adolescenti si sono sentiti almeno una volta Invisibili. O avranno desiderato esserlo. E tutti, almeno una volta, avranno desiderato di avere un potere speciale che li protegga o li renda eroi almeno “just for one day”, come canta David Bowie. Tra tutti i superpoteri, l’invisibilità è quello piú intimo e discreto: non puoi volare, non diventi una torcia umana, non sfondi muri. Puoi solo sparire. Un super potere dell’anima”.
Salvatores, che non ha figli, nei suoi ultimi film ha voluto girare con attori adolescenti: “come regista, mi sento in dovere di contribuire al loro immaginario. Il genere fantastico non è molto frequentato dal nostro cinema. Eppure chi oggi ha meno di quarant’anni è cresciuto anche con un immaginario “fantasy””.
Dopo aver già sperimentato il Fantastico con Nirvana (1997), Salvatores ha voluto immergersi nel genere fantasy, una scelta che conferisce a questa pellicola una forte attrattiva per il pubblico: “la nostra cultura moderna, basata sulla forma estetica del realismo, si è arricchita di nuove suggestioni e nuovi immaginari. Lo stesso concetto di realismo, dopo la scoperta dell’inconscio e l’avvento della “realtá virtuale”, andrebbe ridefinito”.
Le domande che nascono sono anche le sfide che il regista premio Oscar con Mediterraneo ha voluto raccogliere: C’è una strada italiana al fantasy? Si possono scrivere storie che interessino generazioni diverse, genitori e figli? Queste storie ci appartengono? Si possono raccontare senza budget multimiliardari? E c’è un pubblico italiano per un fantasy italiano?
Riguardo al protagonista: “mi ha sempre colpito una frase di Stan Lee, autore per la Marvel di Spider Man: “Super Eroi con super problemi!”. Anche il nostro giovane super eroe ha dei super problemi, ma non sono quelli di salvare il mondo o di combattere contro altri super eroi”.
Il Ragazzo Invisibile vede impiegati anche diversi Effetti Speciali, da quelli di Méliès a quelli 3D di ultima generazione. Come si sa, ormai la creazione di immagini si sta spostando sempre di più dal set alla post produzione. Eppure, per il regista, la scena più emozionante è libera da artifici: “è quella in cui il ragazzo, invisibile, ascolta sua madre che parla al telefono a pochi centimetri da lui. E sono solo due inquadrature girate in maniera molto tradizionale”.
Nei panni di Giovanna, poliziotta e madre di Michele, Valeria Golino: “Giovanna è senza dubbio una mamma attenta, ama profondamente Michele. E’ una mamma single con un lavoro impegnativo, è una donna affettuosa, sensibile, intelligente, con un profondo senso della giustizia. Ma nonostante sia sempre presente e vicina al figlio, ad un certo punto, ha come la sensazione di non capirlo più. Il ragazzo sta cambiando, forse sta solo crescendo ma nella nostra storia scopre anche di avere un superpotere. E forse è proprio il troppo amore che impedisce a Giovanna di comprendere cosa stia accadendo al figlio. A volte capita proprio così, per la troppa vicinanza non riusciamo più a “vedere” le persone che amiamo. E’ sempre necessaria una giusta distanza”.
Ed il difficile rapporto Adulti-Adolescenti percorre tutto il film, come spiega la Golino: “gli adulti sono sempre un po’ in difficoltà. La loro è una sicurezza solo apparente. Ed è soprattutto nel rapporto con i ragazzi che sembrano perdersi, incapaci di trovare un linguaggio comune. Forse è proprio Giovanna il personaggio che più di altri cerca e in qualche modo riesce a trovare il modo di avvicinarsi agli adolescenti. Farà di tutto per salvare suo figlio e tutti i ragazzi, senza paura, senza esitazioni”.
“In adolescenza tutti dobbiamo fare una scelta: diventare un adulto o decidere di essere un Supereroe”
Gabriele Salvatores