Dopo essere stato presentato all’ultima Festa del Cinema di Roma, nella sezione Alice Nella Città, giovedì 30 novembre esce nelle sale L’Età Imperfetta, la pellicola scritta da Cosimo Calamini e diretta da Ulisse Lendaro, ambientato nel mondo della danza con protagoniste le giovani Marina Occhionero e Paola Calliari.
In una tranquilla città del Nord Italia, vive Camilla (Marina Occhionero) una diciassettenne come tante e come tante un po’ speciale. Ha ottimi voti a scuola, un rapporto conflittuale con la sorellina Francesca e un sogno, che sua madre (donna dell’est, pragmatica e lavoratrice) non capisce, suo padre (più “materno”) invece sì. Camilla vuole diventare una ballerina di danza classica e l’audizione, che di lì a poco deve tenere per entrare in un’importante accademia, è una grande occasione.
Nella sua vita però – prepotente come un vento estivo – entra Sara (Paola Calliari), anche lei aspirante ballerina. Sara ha diciotto anni appena compiuti, un padre benestante e una madre assente; è carismatica e sensuale. Tra conturbanti slanci d’affetto, crisi, decisioni dirimenti e colpi di scena, il loro rapporto prenderà strade imprevedibili, segnando per sempre la vita di Camilla.
Il regista Ulisse Lendaro spiega: “si dice che l’adolescenza è il luogo dei grandi conflitti dove tutto è portato ai limiti: si odia o si ama, si è timidi o estroversi, si è buoni o cattivi in un continuo scambio di ruoli. Ma l’adolescenza è anche il momento delle grandi scoperte: si è più consapevoli dei propri sentimenti, delle proprie emozioni e a queste cominciamo a dare un valore nuovo. Anche l’odio e la cattiveria fanno parte di queste emozioni”.
La scoperta dell’imperfezione è il tema di questo film, raccontato attraverso gli occhi della diciassettenne Camilla. Il suo punto di vista è il solo e preponderante, in un viaggio che la porterà a fare i conti con la scoperta del proprio lato oscuro. Non c’è una scena in cui Camilla non ci sia: tutto è filtrato dal suo sguardo e dall’evoluzione dei suoi pensieri.
L’altro “protagonista visivo” del film – costante e impellente – è il mondo della danza classica, con la sua disciplina, il suo rigore, le sue fatiche e la forma fisica. Il mondo della danza classica (da Degas, ai Balletti Russi) si muove in un immaginario freddo, “classico” per l’appunto. Tutto questo sarà il cuore delle scene in interno e contrasterà con il calore degli esterni. “Fuori”, infatti, sarà un film fatto di azioni, parole, volti e sensualità. “Dentro” di movimenti, sguardi, silenzi, e candore. “La forza di questo film – conclude Ulisse Lendaro – sta nel suo tema e nei suoi personaggi certo, ma soprattutto nella sua credibilità, nella verità che sprigiona”.
“Si dice che il tempo e l’armonia non si amano. Il tempo è sguaiato, si muove sempre. L’armonia è immobile. L’armonia è qualcosa che cerchi, anche se è passata. Il tempo quando è passato non ritorna più. Nemmeno per un attimo. In quell’alba acerba, il tempo prese il sopravvento. Ma era il tempo sbagliato”.
(Camilla)