Da giovedì 28 aprile su Prime Video debutta Bang Bang Baby, la nuova serie Original italiana in 10 episodi creata da Andrea Di Stefano, diretta da Michele Alhaique (ep. 1-2-3-4-7-8), Margherita Ferri (ep. 5-6), Giuseppe Bonito (ep. 9-10), con la supervisione artistica di Michele Alhaique. Saranno disponibili alla visione i primi cinque episodi, mentre la seconda metà della serie arriverà dal 19 maggio. Si tratta di un crime drama ambientato nel 1986 che ha visto all’opera un ricco cast guidato da: Arianna Becheroni, Adriano Giannini, Antonio Gerardi, Dora Romano, Lucia Mascino e Giuseppe De Domenico.
La serie
Italia, 1986. La TV mostra un mondo allegro, colorato, sfavillante. Un mondo in cui tutti, ma proprio tutti, sembrano felici. Un mondo che scorre davanti agli occhi di Alice (Arianna Becheroni), una teenager timida e introversa, che vive con la mamma operaia (Lucia Mascino) in una cittadina del nord, sognando un futuro un po’ meno grigio e banale di quello a cui sembra destinata. Il suo sorriso, a differenza di quello della pubblicità dei sofficini, si è spento dieci anni prima, quando suo padre è stato assassinato davanti ai suoi occhi. Ma tutto cambia di colpo quando Alice scopre che quel giorno suo padre non è morto davvero. Santo (Adriano Giannini) è ancora vivo e ora lei vuole incontrarlo a tutti i costi, per riempire il vuoto che ha dentro. Per essere di nuovo felice. La strada che la conduce da lui, però, la porta a tuffarsi nel mondo oscuro e minaccioso della famiglia paterna – i Barone – potente clan della malavita organizzata milanese.
Per amore del padre, Alice inizia così un viaggio in un universo sconosciuto, dove regnano regole arcane e misteriose. Dove le tradizioni di una cultura lontana si mescolano a sangue e violenza. Dove la farsa va a braccetto col dramma. Dove il dialetto si sovrappone alle rassicuranti parole dei telefilm. E dove il calore della famiglia nasconde vendette, tradimenti e omicidi. Un mondo dominato da lealtà familiare, ragù, kalashnikov, e, infine, da sua nonna – feroce boss del clan. Durante questo viaggio, Alice scopre un lato oscuro che le ribolle nelle vene, pronto a scaldarle il cuore. Man mano che sprofonda nella tana del Bianconiglio inizia a trovare se stessa e il suo posto nel mondo. L’immaginario della sua adolescenza, fatto di telefilm, cartoni animati, pubblicità e videogiochi, è il filtro con cui riesce a mantenere un distacco dall’orrore che la circonda. Ma attraversando la soglia della maturità con una pistola nello zaino, Alice scoprirà che da grandi poteri derivano grandi responsabilità. Dovrà fare delle scelte, rinunciare a qualcosa. Diventando grande.
Michele Alhaique racconta…
“Ho amato da subito le sceneggiature, proprio per la loro complessità, per la commistione di generi che ho trovato al loro interno. Ma più mi divertivo durante la lettura grazie a quei toni così diversi, più mi chiedevo come sarei riuscito poi a tramutarli in immagini. Lo script spaziava dal melò, alla commedia, passando per il crime e il teen drama. Mi chiedevo quale sarebbe stato il modo vincente per mettere in scena quella giostra di emozioni, quale di quei toni avrebbe dovuto essere la spina dorsale per tenere in piedi la storia. Ho deciso di veicolare il racconto attraverso il punto di vista di Alice. La macchina da presa si muove nello spazio seguendo il flusso emotivo di Alice, senza mai essere puramente descrittiva. L’intento è stato quello di prendere per mano lo spettatore e accompagnarlo nel mondo in cui Alice si immerge, con la sua stessa temperatura emozionale. In questo gioca un ruolo fondamentale la messa in scena della sua immaginazione, influenzata in maniera vorticosa dalla cultura pop degli anni ‘80. Ed è proprio questo filtro caleidoscopico a caratterizzare il racconto di formazione di Alice e a dare un’identità unica a Bang Bang Baby“.