In occasione del 250° anniversario del grande compositore tedesco Ludwig van Beethoven (16 dicembre 2020), dal 30 dicembre sulle piattaforme online: Spotify – Itunes – Amazon(distribuzione internazionale), e nelle libreria/discoteche di tutto il mondo uscirà Beethoven Sinfonia n.9 in D Minore, il nuovo disco del Maestro Filippo Arlia. Il disco, distribuito in tutto il mondo da Brillant Classics, è stato inciso al Teatro Politeama di Catanzaro con la splendida musica dell’Orchestra Filarmonica della Calabria, ormai una realtà musicale affermata e riconosciuta nel panorama italiano, guidata dalla bacchetta del giovane e vulcanico Maestro Filippo Arlia.
La Nona Sinfonia
Quella direta da Arlia è un’interpretazione fresca e giovanile, contrassegnata da una lettura giustamente maestosa ed autentica delle pagine più significative del genio di Bonn. La Nona Sinfonia di Beethoven per orchestra, voci e coro è infatti uno tra i più rappresentativi e celebrativi capolavori musicali del grande repertorio classico, un vero e proprio monumento della musica di ogni tempo. Un testamento spirituale ed un capolavoro assoluto che apparve fin da subito come un’opera rivoluzionaria. Forse la più conosciuta tra tutte le composizioni di Beethoven, fu composta nel 1823 e viene considerata il suo testamento. L’ultimo movimento della sinfonia, l”Inno alla Gioia” è diventato, con la grande valenza simbolica del testo di Friedrich Schiller e con la sua portentosa vivacità musicale, un’ode alla vita, alla fratellanza e alla solidarietà tra i popoli europei.
La Gioia è slancio vitale
Viene dichiarato nella Nona Sinfonia il messaggio ideologico illuministico presente in Beethoven: la Gioia che è slancio vitale, volta a superare i propri egoismi e tesa verso una fratellanza di tutti gli uomini, racchiusa in un’opera oltre la tradizione sinfonica del tempo, dove non era più sufficiente il discorso strumentale, ma in cui bisognava avvalersi della musica vocale, portatrice di significati ideologici indubitabili e certi. Fu un atto di straordinarie conseguenze in particolare per il genere Sinfonia, ma anche per la storia culturale della musica, dove tre movimenti sono affidati totalmente all’orchestra e il suo quarto movimento prevede invece una parte corale. La Nona è anche una imponente struttura sonora nella quale Beethoven fa coabitare in un organismo unitario ricco di invenzioni timbriche e di finezze ritmiche e metriche altri generi musicali: lo stile operistico, la musica militare, la scrittura polifonica caratteristica della musica sacra. Venne composta da Beethoven quando l’autore era ormai completamente sordo, tra il 1822 e il 1824, anno della prima esecuzione a Vienna, e da allora innumerevoli sono state le interpretazioni, continuando ad avere un valore musicale enorme e a dare davvero delle gioie all’ascoltatore, come accade nella prestigiosa esecuzione dell’Orchestra Filarmonica della Calabria.
Filippo Arlia racconta…
“Beethoven é uno dei compositori classici che ha scritto di piú: 32 Sonate per pianoforte, 5 concerti, 9 sinfonie, il Fidelio e numerose composizioni da camera. Tuttavia, la sua Nona Sinfonia è il capolavoro che lo rappresenta meglio in assoluto, considerando che ha rivoluzionato la storia della letteratura sinfonica. Fino a qual momento era impossibile pensare di conciliare le voci e i cantanti con l’orchestra sul palcoscenico: con una grande intuizione, il genio di Bonn ha introdotto per la prima volta nella storia 4 solisti e un coro in una sinfonia. La sua innovazione fu talmente rivoluzionaria che i contemporanei lo considerarono pazzo. Sicuramente i piú grandi direttori d’orchestra del passato hanno intepretato la Nona, da Wilhelm Furtwangler a Carlo Maria Giulini, perciò é molto complesso portare alla luce un’esecuzione migliore della loro. La mia Nona di Beethoven ha dei tempi di ampio respiro e vuole essere un messaggio per dire ai giovani che la musica classica é un genere molto attuale e non compassato. Il Quarto Movimento contiene il famoso Inno alla Gioia, sigla dell’Unione Europea, perciò questo disco é anche un messaggio di speranza in un momento certamente difficile della nostra storia recente”.