Come si fa a bloccare il proprio essere? Come si fa ad “educare” o “convertire” il proprio orientamento sessuale? Di questo parla Boy Erased – Vite Cancellate, il drammatico film sceneggiato, diretto ed interpretato da Joel Edgerton che uscirà al cinema giovedì 14 marzo. Al centro della pellicola una storia ispirata alla vera e sofferta esperienza di Garrard Conley da lui stesso raccontata nel libro Boy Erased: A Memoir of Identity, Faith e Family (pubblicato in Italia nel 2016). Protagonista del film è la famiglia composta da Lucas Hedges, Nicole Kidman e Russel Crowe.
Il film
Quella raccontata nel film è la vera storia della crescita, della presa di coscienza e della dichiarazione della propria omosessualità di Jared Eamons (Lucas Hedges, sempre più bravo), figlio di un pastore battista di una piccola città dell’America rurale, che all’età di 19 anni ha deciso di rivelare ai suoi genitori (Nicole Kidman e Russell Crowe) le proprie preferenze sessuali. Temendo di perdere la famiglia, gli amici e la chiesa di appartenenza, il ragazzo viene spinto a partecipare ad un programma di terapia di conversione. Mentre è lì, Jared entra in conflitto con il suo terapeuta (Joel Edgerton) e inizia per lui il viaggio alla ricerca della propria voce.
“Fare la cosa giusta”
Con Boy Erased – che ha ripreso il tema già affrontato al femminile nel recente La Diseducazione di Cameron Post (protagonista Chloë Grace Moretz, una giovane donna lesbica da “rieducare”) – l’autore Garrard Conley espresso solidarietà a tutti coloro che sono stati sottoposti alla terapia di conversione. “Ma allo stesso tempo – ha dichiarato Conley – volevo far capire come questo tipo di bigotteria possa essere perpetuato da persone vicine”. Ed è questo l’aspetto più conflittuale della storia. Coloro che non accettavano la sua vera identità, lo hanno spinto verso la terapia credendo di fare la cosa giusta: “gli spettatori devono capire che questo tipo di ingiustizie sociali non sono sempre il frutto del pensiero e delle azioni di mostri – ha aggiunto – ma a volte nascono dal pensiero di persone a noi vicine, figure tragiche la cui morale è spesso contraddetta dalle loro azioni”.
Il desiderio di essere liberi
La propria sessualità non si può scegliere, la si può vivere, liberamente. E come nel caso di tutti i film sulla prigionia e sugli istituti di reclusione, il vero cuore della storia è il desiderio di essere liberi. Perché la libertà stessa, in tutte le sue forme, riguarda sempre l’accettazione delle diversità. Il vero messaggio del film è che l’unica emozione umana intrinseca che condividiamo è l’amore, che prevarrà e vincerà sempre.