INSTAGIRLS Barolo

CAMERA SOCIAL – Insta.Girls e la Social Generation: pro o contro?

Il popolo digitale si divide tra pro e contro Insta.Girls, lanciata un paio di settimane fa sui social network: la prima web serie dove le blogger italiane Elena Barolo (foto copertina), Valentina Fradegrada, Marzia Lazzaroni, Laura Grampa, Roberta Gervasi e Federica Romani, interpretano il ruolo di altrettanti fashion blogger. Per la prima volta non hanno mostrato la vita reale-virtuale, ma hanno seguito un copione. Uno scambio di ruoli ambiguo e sottile (fashion blogger che fanno altre blogger, ma non se stesse) che pone ironicamente sotto la lente d’ingrandimento la Social Generation e il fenomeno blogging.

Si sono messe in gioco, recitando una parte che non è la loro, seguendo le più classiche dinamiche della fiction: c’è la cattiva, la creativa e aspirante designer, la Pr in cerca di alleanze… Stereotipi che la generazione ‘80/’90 si è da sempre alimentata coi cartoni, le music icon (Space Girls), poi le tv serie quali Sex and the City e Gossip Girl. Il meccanismo è quello dell’identificazione per carattere, stile o attitudine.

La storia si sviluppa attorno alle relazioni di sei ragazze affamate di successo digitale in una Milano aggressiva, fatta di sfilate e party esclusivi, tra giovani imprenditori, fotografi, creativi e “amici degli amici”. La moda (e qualche drink di troppo) è solo il condimento. La telecamera in soggettiva, con le sue riprese fugaci (e non di primissima qualità), mettono in mostra un mondo che è iper-connesso: dove il video chiama a sé la foto (pardon il selfie), il like, il commento. Non è niente di diverso di quello che accade nella realtà, lo stesso “vizio” cantato da J-Ax e Fedez, Vorrei Ma Non Posto.

INSTAGIRLS 1

Abbiamo incontrato Marta Citacov di DAR Production e Tomaso Walliser di Junkfood, che hanno co-prodotto Insta.Girls, per avere un loro punto di vista sulla generazione digitale, compreso il mondo blogging. Ecco, che cosa ci hanno raccontato:

I social network e la nuova generazione: dipendenza o potenziale?

Marta: Se il rischio della Social Generation è quello di perdere di vista la realtà, dall’altra parte la realtà non può non tenere conto della nuova dimensione del social. Il web è ormai un grande blob in cui tutto può accadere, i social network sono l’espressione della globalità. Dipendenza o potenziale? Trovo sia un’opzione per ogni singolo individuo, a seconda di come sa e può, ma soprattutto vuole, interagire.

Tomaso: I social network come qualsiasi altra attività umana possono generare dipendenza, una dipendenza di gesti, compulsiva, ma anche di controllo delle vite altrui e si può dare l’equivoco che la realtà e la vita si esauriscano sulla piattaforma, con annessi fenomeni di sopravvalutazione di ciò che vi succede. L’antidoto migliore a queste cose è sempre la noia. Dal punto di vista del potenziale i social sono largamente sopravvalutati. Ci sono certamente esperienze di business nate sulle piattaforme e come veicolo “normale” hanno sicuramente un ruolo, ma occorre ricordare che il grande business lo fa la piattaforma stessa e che noi siamo i suoi schiavetti.

INSTAGIRLS 2

Avete scommesso su blogger (una non proprio, Elena Barolo, ex velina) nella vita per interpretare altrettanti sei blogger nella web serie. C’è un distacco tra vita reale e virtuale, o è proprio tutto così come si vede sui social network? Hanno avuto difficoltà nei panni di “attrici”?

Marta: L’intento del progetto che abbiamo coprodotto ci interessava da un punto di vista di costume e anche per il profilo originale del concept. Da un lato ci ha divertito sperimentare con un format inedito. Dall’altro, dopo tantissimi tentativi di stigmatizzare il mondo delle blogger, abbiamo considerato un’alternativa coerente con il nostro pensiero laterale (segnare ogni strada) e al tempo stesso rischiosa e ironica: invece di guardare che cosa fanno le blogger, abbiamo messo loro in condizione di fare quello che volevamo noi. Una fiction il cui significato è più sottile di quanto il pubblico di massa possa percepire, volutamente realizzata con i presupposti di una sublimazione del trash-chic, per usare un ossimoro audace.

Tomaso: Sono dell’idea che il nostro cast, sebbene inesperto, abbia ottenuto risultati straordinari nella recitazione e che la serie ne abbia giovato molto. Approcciandomi al cast ho trovato sei ragazze di grande intelligenza e fortissima determinazione, sempre lucide nell’analisi dei problemi e dotate di coraggio e iniziativa. Decisamente tra reale e virtuale c’è uno scollamento: nella vita reale sono di gran lunga meglio di ciò che hanno deciso di far apparire sui loro blog. Sanno di essere un icona da social media e amministrano il loro posizionamento con grande competenza, spesso istintiva.

 Selene Oliva

Leave a Comment