Il film segue l’epica storia di Henri “Papillon” Charrière (Charlie Hunnam, foto copertina), uno scassinatore della malavita parigina che viene incastrato per omicidio e condannato a scontare la pena nella famigerata colonia penale sull’Isola del Diavolo. Determinato a riconquistare la libertà, Papillon crea un’improbabile alleanza con un altro condannato, l’eccentrico contraffattore Louis Dega (Rami Malek), che in cambio di protezione, accetta di finanziare la fuga di Papillon, creando con questo un indistruttibile legame di amicizia.
Lasciamo spazio alle dichiarazioni del regista Michael Noer.
“Vedo Papillon come una storia d’amore raccontata nelle condizioni più estreme immaginabili. Un film sulla “fuga di prigione” di due uomini che inizialmente creano un accordo di protezione in cambio di denaro, ma finiscono per essere attaccati insieme dal sangue, dal sudore e dalla paura dell’isolamento. Papillon non è indistruttibile: impara presto che la sua amicizia con il compagno Dega, è un motivo per rimanere in vita. Attraverso Dega, Papillon scopre che la solitudine e l’essere soli sono due entità separate e che la vera lealtà tra gli uomini non si trova nel denaro, ma nell’amore, nel rispetto e nell’onestà“.
“Anche il mio film d’esordio (co-diretto con Tobias Lindholm), racconta una storia di prigione, ma non sto rivisitando il genere, né il libro o il film originale a causa di un’ossessione sui temi carcerari. Sono affascinato dalle somiglianze che una prigione condivide con un palcoscenico: ognuno ha un ruolo da svolgere. Devi tenere alta la guardia e la maschera, per non mostrare a nessuno la tua vera paura o debolezza“.
“Questo è un tema di assoluta rilevanza nell’attualità di oggi, perché ci sono uomini e donne imprigionati in tutto il mondo ora più che mai. Henri Charrière ha scritto il suo libro autobiografico trattandolo come un racconto sugli uomini, sulla prigionia e sulla tenacia dello spirito umano. Scegliamo di raccontare di nuovo questa storia come una storia d’amore, scritta con il sangue e con la paura“.
“Quello che penso – e che tutti abbiamo capito durante le riprese delle scene d’isolamento – è che c’è solo una cosa peggiore della prigione: la sensazione reale di essere soli. Ecco perché Papillon è prima di tutto, una storia d’amore piena di speranza. Riguarda ciò che ci rende veramente indistruttibili: l’amore“.