Il 24 maggio arriva al cinema La Settima Onda, il film diretto da Massimo Bonetti prodotto dalla Totem Film e distribuito da Ipnotica Produzioni e Saturnia Pictures. La pellicola ha come protagonisti Francesco Montanari, Valeria Solarino e Alessandro Haber.
Il film
Su un mirabile sfondo di mare cristallino, sole, terre brulle e profumi mediterranei, due uomini, due vite profondamente diverse tra loro sono destinate ad incontrarsi. Le loro storie si intrecciano in uno strano ma intenso legame, che semplicemente nasce e cresce, pur contaminato da sofferenze passate e presenti, sopite e mai lenite. È la storia di Tanino (Francesco Montanari), un giovane pescatore di un paese del Sud, appassionato e sognatore, provato quotidianamente da vicende famigliari e personali un po’ sfortunate, che un giorno ha un incontro con qualcuno con cui, a poco a poco, scopre di avere in comune un insospettabile e quanto mai profondo amore per qualcosa che finisce per renderli molto simili nelle loro diversità.
Massimo Bonetti racconta così La Settima Onda:
“Il film nasce dall’incontro che ho avuto con un pescatore, un incontro che mi ha lasciato molto sorpreso. È nata così questa storia, anche con l’intento di omaggiare il grande drammaturgo Luigi Pirandello che mi ha sempre affascinato e incantato con le sue storie, le sue novelle, il suo modo di rapportare i personaggi al racconto in maniera crepuscolare e minimalista, ma estremamente efficace. Poi ho avuto la necessità di enunciare il disagio, la precarietà del lavoro e l’amore per il cinema. Questi sono i lati che mi hanno spinto a scrivere la sceneggiatura e poi ho avuto la fortuna di farlo diventare un film”.
“Ho voluto poi dare un taglio senza tempo al film, infatti non si vedono cellulari, non si vedono cose tecniche; mentre ora si fa tutto attraverso email, whatsapp o sms. Nelle riprese, invece, è presente una lettera scritta inserita poi in una buca delle lettere. Avrei voluto girare questo film negli anni Cinquanta, ma non potevo perché il costo del film sarebbe lievitato in maniera esagerata; dunque ho voluto evitare questi ostacoli, narrando la storia ai giorni nostri, però ho evitato la sensazione del tempo, cerando di evitare un’identità precisa per quanto riguarda lo spazio temporale”.