Lunedì 20 gennaio 2020 arriva nelle sale, distribuito da Feltrinelli Real Cinema e Wanted Cinema, Botero – Una Ricerca Senza Fine, il documentario diretto da Don Millar che ci restituisce un ritratto profondo e stimolante di Fernando Botero, artista monumentale, anche grazie anche alle riprese originali girate in 10 città tra Cina, Europa, New York e Colombia, oltre a foto e video di famiglia che risalgono a decenni fa.
Il film
Fernando Botero è l’artista colombiano più famoso nel mondo. Nato a Medellin nel 1932, ha vissuto a Firenze negli anni ’50, a New York nei ’60 e nei ’70 a Parigi. Le sue sculture giganti e le sue forme naif, sensuali e sinuose sono riconoscibili a prima vista e ben note ai pubblici d’Europa e degli Stati Uniti. Nel 2015 ha esposto per la prima volta in Cina e di recente ha donato la sua collezione alla città di Bogotà, nel Museo che porta il suo nome e nel Museo de Antioquia. Ma di come si sia avvicinato all’arte da autodidatta e dei principi che animano il suo fare artistico, si sa molto poco. Attraverso un dialogo continuo tra l’artista e i suoi tre figli, Lina, Fernando e Juan-Carlos e gli interventi di critici d’arte e galleristi, il regista canadese Don Millar scopre i temi e i traumi ricorrenti nell’opera di un creativo instancabile e controverso per la sua popolarità e accessibilità. Innamorato dell’Italia (diventata la sua patria putativa: è dove ha preso casa negli anni ’80), di Piero della Francesca e della pittura rinascimentale. Ancora oggi Fernando Botero è l’artista vivente che vanta il maggior numero di mostre monografiche in grado di attirare milioni di visitatori e libri pubblicati su di lui in ogni angolo del pianeta.
Don Milar racconta…
“Ho partecipato all’inaugurazione della mostra di Botero a Pechino e sono stato colpito innanzitutto dalla sua popolarità e dal fascino che esercitava anche su una cultura così distante dalla sua. In secondo luogo ho trovato molto intrigante il fatto che l’artista, immerso in quel caos, si facesse strada in modo del tutto calmo ed enigmatico. La combinazione di questi due fattori ha fatto capire quanto potenziale avesse tutto ciò. Ho impiegato 19 mesi per la produzione e la post-produzione del film e la figlia, Lina Botero, è stata fondamentale per avere l’approvazione dell’artista. Fernando Botero è infatti una persona molto riservata che ama stare da solo a dipingere, quindi Lina ha dovuto fare uno sforzo enorme per convincerlo. Alla fine è stato molto gentile con me e davvero entusiasta del film. Sono stato fortunato anche ad avere un team di persone che hanno lavorato al meglio e che mi hanno permesso di superare le difficoltà che di volta in volta si sono presentate. È anche grazie a loro che sono riuscito a realizzare quello che volevo“.