Giovedì 9 luglio, distribuito da Movies Inspired, al cinema arriva Gamberetti Per Tutti, il film diretto da Cédric Le Gallo che si ispira alla sua vera squadra di pallanuoto con la quale gira il mondo da sette anni, torneo dopo torneo, compresi gli ultimi Gay Games. Ad affiancarlo nella regia è stato Maxime Govare.
Il film
In seguito ad alcune affermazioni omofobe, Matthias Le Goff (Nicolas Gob), vicecampione del mondo di nuoto, viene condannato ad allenare i “Gamberetti Paillettati”, una squadra di pallanuoto gay, più interessata a far festa che a gareggiare. Tale mix esplosivo deve recarsi in Croazia per partecipare ai Gay Games, il più grande raduno sportivo omosessuale del mondo. Il viaggio offrirà a Matthias l’occasione di scoprire un universo insolito che metterà in discussione tutte le sue certezze e gli farà riconsiderare le priorità della sua vita.
Cédric Le Gallo
Lasciamo spazio, di seguito, ad un estratto dell’intervista rilasciata dal regista Cédric Le Gallo.
Cos’è un “Gamberetto Paillettato”? Come ti sei unito a questa squadra di pallanuoto?
Il nome viene dalla mia squadra di pallanuoto: i “Crevettes Pailettées”, in francese. L’idea è nata una sera in piscina: gamberetto per l’aspetto acquatico e paillettato per l’aspetto festaiolo. Dietro questo nome ci sono delle persone vere. C’è stato un periodo in cui non avevo amici gay. Un giorno, un’amica mi ha convinto a unirmi a questa squadra. Quando li ho incontrati l’atmosfera era molto piacevole. Ci sono tornato altre volte e, una cosa tira l’altra, mi sono presto ritrovato a partecipare a dei tornei e siamo diventati molto amici. Questo incontro ha cambiato la mia vita… Non pensavo che far parte di un gruppo sarebbe stato così importante per riuscire ad aprirmi e accettare ciò che sono.
Perché una squadra di pallanuoto gay?
Perché possiamo raccontarci i nostri problemi, i nostri alti e bassi. La sessualità, il rapporto con gli altri, i rapporti amorosi, gli scherzi da spogliatoio non sono affatto gli stessi che tra gli eterosessuali. Fa bene poterli condividere. Tutti noi amiamo fare festa, ballare, travestirci. D’altra parte, è una cosa che faccio da quando ero bambino. Prolunghiamo un po’ la vita da adolescenti…
Il “Gamberetto Paillettato” è anche uno stato d’animo?
Certamente. Per molto tempo arrivavamo sempre ultimi a ogni torneo. Scommettevamo tutto sulle nostre coreografie e i nostri travestimenti. Non aspiravamo al gradino più alto del podio ma al premio per la “migliore atmosfera”. Amiamo veramente la pallanuoto, è uno sport che scarica i nervi ma, contrariamente ad altre squadre, non ci serve vincere a tutti i costi. La nostra principale motivazione è stare assieme.
Sono temi molto universali, legati alla vita. Ci si immedesima in tutti, anche senza essere gay…
Sì, perché il tema di fondo è il trionfo della leggerezza sulla pesantezza. Per i Gamberetti la vita è una festa, è eccesso, è gioia e risate. La leggerezza è spesso sottostimata nel cinema. A torto. La leggerezza è anche la “cortesia della disperazione”, significa pretendere la libertà, significa alleggerire un po’ il proprio fardello. Attraverso la leggerezza, i Gamberetti si aiutano tra loro a sentirsi meglio. I personaggi del film non sono delle caricature, sono personalità forti che esistono veramente e che, grazie al gruppo, possono accentuare quella parte creativa e oltraggiosa che è in tutti noi.
Il tuo è un film militante? Intendo militante nel sostenere una vita senza rimpianti, in cui si è se stessi…
Questi Gamberetti difendono certi valori: vivere pienamente la vita, non curarsi dello sguardo degli altri, essere fino in fondo se stessi. E poi c’è questa nozione di “leggerezza consapevole”, come valore. Quindi non direi che è esplicitamente militante come 120 Battiti Al Minuto ma se la militanza è esporre la propria visione del mondo, allora sì. I Gamberetti esprimono la loro visione del mondo.