Sia che interpretasse un gangster, una spia, un fuorilegge o chiunque altro, Humphrey Bogart – nato a New York il 25 dicembre del 1899, 120 anni fa – restava un romantico. In sé trovavano posto valori ormai dimenticati, che potevano essere condensati nella nobiltà d’animo e nell’eroismo, spinto al limite, quasi a negare l’istinto stesso della sopravvivenza. Quintessenza del vero uomo, Bogart rimane una leggenda del cinema e una delle star più amate di ogni tempo.
Nei personaggi interpretati da “Boogie” (questo il suo nomignolo), il bene e il male andavano di pari passo, inscindibili come una coppia di Inseparabili, quei pappagalli che muoiono alla scomparsa della loro altra metà. Entrato nella storia del Cinema, riconosciuto per questo uno dei più grandi divi di tutti i tempi, Bogart è nell’immaginario collettivo il taciturno ma altruista avventuriero (tanto patriottico quanto consapevole della piccolezza della condizione umana di fronte a una tragedia come la guerra) di Casablanca.
Icona di celluloide in impermeabile e cappello a tese larghe, un vero duro dal cuore d’oro, resta memorabile in altre pellicole quali ad esempio L’Ammutinamento del Caine, Una Pallottola per Roy, Il Tesoro della Sierra Madre, Sabrina, ma soprattutto il noir Il Mistero del Falco (capostipite del genere) e La Regina d’Africa (per il quale ottenne un oscar come protagonista, battendo l’emergente Marlon Brando) accanto a Katharine Hepburn.
L’attore, nato a New York nel 1899, divenne celebre anche per la sua relazione (poi divenuta matrimonio) con Lauren Bacall (al loro primo incontro sul set lei aveva 19 anni e lui 44), ma pochi sanno che Bogart coltivò per tutta la vita la passione per gli scacchi, divenendo ottimo giocatore, e difese strenuamente i diritti civili e costituzionali di tutti i suoi colleghi che vennero marchiati di essere comunisti dal senatore McCarthy. Incallito fumatore, “Boogie” fu stroncato da un cancro il 14 gennaio del 1957: da allora brilla nel firmamento di Hollywood.
Tommaso Montagna