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Jafar Panahi riflette sulla donna e il cinema in Iran con Tre Volti

Martedì 27 novembre al Cinema Colosseo, Sala Biografilm Milano presenta l’anteprima in versione doppiata di Tre Volti, il nuovo film di Jafar Panahi premiato a Cannes per la Migliore Sceneggiatura. La pellicola, in tutte le sale italiane dal 29 novembre, riflette sull’attuale condizione della donna e del cinema nell’Iran di oggi.

Il film

Una celebre attrice iraniana (Behnaz Jafari) riceve l’inquietante video di una ragazzina che la implora di aiutarla a scappare dalla sua famiglia conservatrice. A quel punto la donna si rivolge all’amico cineasta Jafar Panahi, chiedendogli di darle una mano a capire se si tratta di una manipolazione. Insieme, intraprendono il viaggio verso il villaggio dove abita la giovane, tra le remote montagne della regione del nord-ovest dove le tradizioni ancestrali continuano ancora oggi a dettare le norme della vita dei luoghi.

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La genesi del progetto

Il film nasce da una situazione che, malgrado non sia nuova, è letteralmente esplosa negli ultimi tempi con l’avvento dei social network, che sono estremamente utilizzati in Iran e rappresentano una ricerca esasperata di contatto, in particolare con le personalità del mondo del cinema. Jafar Panahi, malgrado la sua condizione ufficiale di regista bandito nel suo Paese, è uno dei destinatari maggiormente preso di mira da simili richieste, in particolare da parte di giovani che vogliono fare un film. E come la maggior parte delle persone che ricevono molti messaggi dai loro fan sui social network, risponde soltanto di rado ad essi, ma gli è già capitato di percepire una sincerità, un’intensità che lo hanno spinto a porsi delle domande sulla vita di coloro che inviano questi appelli. Un giorno, ha ricevuto su Instagram un messaggio che gli è sembrato più serio e nello stesso momento i giornali parlavano di una ragazza che si era tolta la vita perché le avevano proibito di fare cinema. E così ha immaginato di ricevere su Instagram un video di quel suicidio e si è chiesto come avrebbe reagito in una circostanza simile.

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Una stretta e tortuosa

Questa idea ha incrociato in Jafar Panahi il desiderio di ripercorrere la storia del cinema iraniano e gli ostacoli incontrati in forme diverse e in periodi diversi dagli artisti che l’hanno scritta. Da questa fusione è nato il progetto di evocare tre generazioni, quella del passato, quella del presente e quella del futuro, attraverso i tre personaggi delle attrici. Componendo i tre racconti è emersa l’immagine della strada stretta e sinuosa, che è una rappresentazione concreta di tutte le limitazioni che impediscono alle persone di vivere e di evolvere.

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