Presentato cinque anni fa Fuori Concorso alla 72. Mostra del Cinema di Venezia, Janis è il documentario scritto e diretto da Amy Berg sulla vita e l’anima di Janis Joplin, una donna fragile ma forte che, prima di morire tragicamente a soli 27 anni, ha rivoluzionato per sempre la storia della musica. Una artista immortale scomparsa esattamente mezzo secolo fa, il 4 ottobre del 1970.
Janis Joplin è una delle cantanti rock più venerate e iconiche di tutti i tempi, una figura tragica e incompresa che ha emozionato milioni di ascoltatori e ha tracciato nuovi percorsi creativi prima della sua morte nel 1971 all’età di 27 anni. Con Janis, la regista Amy Berg, nominata ai Oscar (Deliver Us from Evil, West of Memphis), esamina per la prima volta in un film la storia di Joplin, mostrando un ritratto intimo e profondo di un’artista complessa, impulsiva e spesso assillata.
Con canzoni intense, come Me and Bobby McGee e Piece of My Heart” e album classici come Cheap Thrills e Pearl, Joplin era certamente una delle star emergenti durante la rivoluzione musicale e culturale degli anni 60. Si rese protagonista di una performance di successo durante il Monterey Pop Festival, e quello fu uno dei momenti più brillanti e memorabili di Woodstock. La sua fama ha continuato a crescere anche dopo la sua morte; Janis resta fissa nei primi posti della lista dei più grandi cantanti e artisti di tutti i tempi ideata da Rolling Stone ed è considerata fonte di ispirazione per tutte le rocker donne che hanno intrapreso la loro carriera negli anni a seguire (e lo stesso vale anche per molti cantanti maschi).
Tuttavia, come viene rivelato in Janis, la Joplin non si riprese mai del tutto dalla persecuzione che subì durante il periodo dell’adolescenza trascorso a Port Arthur in Texas, durante il quale venne considerata come un’emarginata sociale — e che proseguì a causa della sua spavalderia sul palco e del suo essere una persona sessualmente disinibita: a causa di questo, durante la sua vita fu continuamente tormentata dalle insicurezze e dal bisogno di sentirsi accettata.
Quando scoprì la musica blues, si rese conto che quest’ultima poteva essere una via d’uscita alla pena e alla solitudine che provava: quando si trovò a San Francisco nei primi anni dell’era degli hippie sentì un forte senso di appartenenza. Janis Joplin può essere considerata un paradosso: fu la pioniera di un nuovo modo di mostrarsi come donna, alla continua ricerca di amore e stabilità, ma sempre rispettando il suo modo di essere.
È Joplin stessa, attraverso le sue parole, a raccontare gran parte della sua storia attraverso una serie di lettere che scrisse durante gli anni ai suoi genitori, molte delle quali rese pubbliche per la prima volta proprio nel film (e lette dalla indie rock star del Sud, Cat Power). Questa corrispondenza epistolare è solo uno degli incredibili ed esclusivi materiali che Berg scoprì durante i sette anni di lavoro che sono stati necessari per realizzare il film Janis.
Inediti video e audio di Joplin in concerto e nello studio di registrazione ma anche filmati del suo emozionante ritorno a Port Arthur per prendere parte alla decima riunione degli ex alunni, aggiungono profondità e consistenza a questa eccezionale storia. Le interviste alla famiglia di Joplin, agli amici d’infanzia, a colleghi musicisti e ad artisti noti, come Bob Weir dei Grateful Dead e il presentatore televisivo Dick Cavett, ci offrono una visione completa di come Joplin fosse una persona che faticava a relazionarsi con gli altri e con il pubblico, ma che allo stesso tempo era estremamente felice quando riusciva a creare questi legami.
Janis Joplin era una forza quando cantava e le sue registrazioni non hanno mai lasciato né le stazioni radio né il cuore di tutti i suoi fan sparsi per il mondo. Con Janis, Amy Berg mostra sotto nuovi aspetti una donna intensa e complessa, la cui inaspettata ascesa e improvvisa scomparsa ha cambiato la musica per sempre.
“Janis rappresenta ancora oggi il collettore del nostro dolore comune – quella voce ruvida, espressiva attraverso la quale il nostro soffrire viene debitamente riconosciuto e messo a nudo”
Amy Berg