Oggi, esattamente 110 anni fa, nasceva uno dei più importanti registi del cinema americano, John Huston. Oggi, esattamente 54 anni fa, moriva una delle più importanti attrici-icona del cinema americano, Marilyn Monroe. Una data nel destino, un destino che li ha uniti in un film memorabile, girato nel 1961 dal maestro e interpretato dalla bionda: Gli Spostati. Sceneggiato da Arthur Miller e con la partecipazione di Clark Gable (che morì di infarto subito dopo le riprese) e Montgomery Clift, si tratta dell’ultima pellicola interamente girata da Marilyn Monroe.
La storia ha come protagonista Roslyn (la Monroe) che è venuta a Reno per divorziare. Invece di tornare a casa, per mezzo dell’amica lsabelle (Thelma RItter), si imbatte nel cowboy Gay Langland (Gable) e nella sua truppa. Quando lui la invita a caccia di mustang con i ragazzi, inizialmente le sembra un’occasione di divertimento, finché non scopre che la caccia consiste nel sorvolare con un biplano i cavalli selvaggi per poi catturarli al lazo approfittando della stanchezza e della confusione degli animali.
Roslyn non sopporta di vedere queste creature bellissime ridotte a cibo per cani da “tre cents al chilo”, per cui implora Gay di smettere, spingendosi anche a offrire di comprare gli animali. Quando lui rifiuta e cattura una giumenta che ha ancora il puledrino, Roslyn non ce la fa più. Corre nella landa desolata, e un ululato animalesco le sfugge dalla gola e colpisce il pubblico come la lama di una sega circolare.
In quel lamento doloroso, l’attrice tira fuori tutto, grazie al Metodo. Le famiglie adottive, gli abusi sessuali, i divorzi, le botte, gli aborti, i ricoveri in ospedale, gli abbandoni, la droga: il baratro sempre più ampio fra il suo Io sofferente e la bionda, flessuosa ed eterea che sbatte gli occhi truccati agli spettatori senza volto accalcati nel buio.
Meno di due anni dopo aver girato questa scena, Marilyn Monroe era morta. In Gli Spostati c’è il suo testamento, e questa scena esprime la condanna di un pubblico che la guardava con occhi sgranati senza mai vedere le sue notevoli doti di attrice. “Siate felici solo quando potete vedere qualcuno morire!”, urla nel deserto riarso, e le sua parole toccano il nostro senso di colpa per la complicità che abbiamo avuto nella sua fine.
Come scrisse Morandini, Gli Spostati è uno dei film più hustoniani di John Huston, una “trenodia sulla fine dei cavalli nell’America che cambia, la storia di una comunità di sbandati, un’analisi del malessere nella società nordamericana”. E in questo scenario spicca lei, Marilyn, con un personaggio scrittole su misura, più luminosa e vulnerabile che mai.
Dietro e davanti alla macchina da presa, il regista e la diva: oggi vi ricordiamo con affetto e riconoscenza.