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Juliette Binoche è tutte le donne ne L’Amore Secondo Isabelle di Claire Denis

Esce oggi al cinema L’Amore Secondo Isabelle, la raffinata commedia di Claire Denis con protagonista una sempre straordinaria Juliette Binoche. Il film, già vincitore del Prix SACD alla Quinzaine 2017 e designato Film della Critica dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani – SNCCI, è impreziosito dalla presenza di Gérard Depardieu e Valeria Bruni Tedeschi.


Il film

Protagonista è Isabelle (interpretata da Juliette Binoche, che con questo ruolo ha ottenuto le nomination come Miglior Attrice ai César, agli EFA e ai Prix Lumières) una bellissima cinquantenne madre e divorziata, alla continua ricerca del vero amore. Isabelle è una donna che si sente sola e invece è tutte le donne. Soffre, si illude, spera, dubita, desidera, piange, ama. Con ardore e convinzione, con il cuore aperto ed esposto, con leggerezza e ironia, in un film in cui fanno da sfondo la vita e il respiro di Parigi, con i suoi rumori e le sue luci, e la Tour Eiffel che sembra illuminare la città e Isabelle come se fosse un set.

Da Barthes all’agonia e l’autobiografia

Prendendo spunto da Frammenti di un Discorso Amoroso di Roland Barthes, la regista Claire Denis ha scritto la sceneggiatura insieme a Christine Angot partendo da un parola: agonia: “l’abbiamo utilizzata solo per far luce sulle nostre vite e per il resto abbiamo solo conservato la struttura, che è molto libera, facendo un film in frammenti” spiega la Denis. Per la regista, la parola agonia evoca “un modo molto elegante e un po’ snob di dire che si è sopraffatti dalle pene d’amore: l’aspettativa irrisolvibile, l’ideale tradito. Possiamo iniziare ad appropriaci di questo termine a partire dal momento in cui diventiamo più pragmatici nelle nostre relazioni amorose e possiamo permetterci di fare dell’ironia sul nostro passato, sul nostro percorso”. Quella parola ha messo Claire Denis e Christine Angot in una sorta di incanto, di fantasia: “per certi aspetti, è stato proprio il tema delle nostre «agonie d’amore» che ha fatto scaturire la scrittura. Di conseguenza abbiamo preso spunto da noi stesse e dal nostro vissuto. I nostri scampoli di vita, le nostre frazioni di storie”.

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Isabelle

Claire Denis aveva una visione precisa del personaggio di Isabelle: “vedevo una donna bruna, molto femminile, che indossa stivali alla coscia perché le piace così. Vediamo le cosce tra l’orlo della minigonna e la parte alta degli stivali. Porta i capelli a caschetto, con un taglio simile a quello delle donne dall’aspetto un po’ belligerante di Mystic, quei monocromi disegni con lo stampino che vedevamo per le strade negli anni ’80. Avevo anche in mente le protagoniste dei fumetti di Crepax: donne more con i capelli corti e una pronunciata aura di sensualità. Una donna senza tabù, né ninfomane, né puttana”.

Per la regista, Isabelle è anche consapevole del fatto che se vuole andare incontro al vero amore, è destinata a soffrire: “mi sono stufata di vedere personaggi cinematografici invariabilmente eroici: non si può essere sempre così e Isabelle non cerca più di esserlo. Isabelle è una donna che vede aprirsi sotto i suoi piedi il divario tra quello che cerca negli uomini e quello che riesce a trovare. Questo squilibrio non fa che aumentare nel corso dei suoi diversi incontri e dei suoi «frammenti». Ma non è una versione femminile di Don Giovanni, una seduttrice depressa, preda di una dipendenza che la uccide lentamente. È più che altro simile a Casanova, a un’edonista che persegue il piacere, ma essendo una donna, la sua indole deve essere molto ben dissimulata”.

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La ricerca dell’amore

La chiusura la lasciamo alla co-sceneggiatrice Christine Angot: “la speranza dell’amore, l’attesa dell’amore, la delusione: Isabelle attraversa tutti questi stati d’animo e questi sentimenti. Vorrebbe un amore vero, vorrebbe incontrare qualcuno con cui poter essere se stessa. Non è sicura che possa accadere. Quando un uomo appare all’orizzonte, potrebbe essere lui, ma non è mai lui. Sta passando un periodo così, di incertezza, di ricerca, e scopre che un sentimento può dare la felicità, ma può anche fare male. Che si sia uomo o donna, la speranza dell’amore è qualcosa che conosciamo tutti. È la speranza assoluta, ma può anche scatenare delle crisi di ansia. Isabelle incontra degli uomini, li ama, o almeno lo crede. Hanno tutti qualcosa di unico, ma hanno anche dei riflessi sociali. E a volte abbiamo l’impressione di una guerra sociale amorosa. In cui ogni cosa conta, il modo di pronunciare una parola, il fare un semplice gesto e lo sguardo degli altri”.

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