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La Favorita, la tragica e comica bellezza in costume di Yorgos Lanthimos

Dopo aver ricevuto ben 10 nomination ai prossimi Oscar (tra cui quelle per Miglior Film e Miglior Regia), giovedì 24 gennaio arriva al cinema, dopo l’anteprima veneziana, La Favorita, il nuovo grande film di Yorgos Lanthimos basato su una sceneggiatura di Deborah Davis e Tony McNamara. Protagoniste, tutte candidate all’Oscar, sono Olivia Colman (come Protagonista), Emma Stone e Rachel Weisz (Non Protagoniste).


Il film

Primi anni del XVIII secolo. L’Inghilterra è in guerra contro la Francia. Ciò nonostante, le corse delle anatre e il consumo di ananas vanno per la maggiore. Una fragile regina Anna (Olivia Colman) siede sul trono mentre l’amica intima Lady Sarah Churchill (Rachel Weisz) governa il paese in sua vece e, al tempo stesso, si prende cura della cattiva salute e del temperamento volubile della sovrana.

Quando l’affascinante Abigail Masham (Emma Stone) arriva a corte, si fa benvolere da Sarah, che la prende sotto la sua ala protettiva. Per Abigail è l’occasione di tornare alle radici aristocratiche da cui discende. Mentre gli impegni politici legati alla guerra richiedono a Sarah un maggiore dispendio di tempo, Abigail si insinua nella breccia lasciata aperta, diventando la confidente della sovrana. Grazie all’amicizia sempre più stretta con Anna, Abigail ha la possibilità di realizzare tutte le sue ambizioni e non permetterà a niente e a nessuno – donna, uomo, politica, coniglio – di intralciarle la strada.

Rachel Weisz e Emma Stone (Photo by Atsushi Nishijima. © 2018 Twentieth Century Fox Film Corporation All Rights Reserved)

Rachel Weisz e Emma Stone (Photo by Atsushi Nishijima. © 2018 Twentieth Century Fox Film Corporation All Rights Reserved)

Una tragedia comica

La Favorita è il primo film in costume del regista Yorgos Lanthimos ed è ambientato nel XVIII secolo, nel mondo oltraggiosamente aristocratico della casa regnante. È la storia cupa ma anche comica di tre donne dal temperamento dominante che brigano spudoratamente per ottenere amore, favori e potere – una realtà dal sapore molto contemporaneo. Il film crea un proprio universo vivido, in cui Lanthimos gioca liberamente con gli eventi esterni per delineare e motivare la vita interiore e le politiche personali dei suoi personaggi. In realtà, a parte le congetture, nessuno sa con certezza che cosa sia stato detto o che cosa sia accaduto dietro le porte chiuse della corte della regina Anna, men che meno nel suo letto.

Per essere una storia ambientata in un’epoca di grande espansione, La Favorita ha luogo in un mondo dalla mentalità ristretta, confinato tra le mura del Palazzo Reale, dove ciò che conta sono il potere, la seduzione, il lancio delle arance e le frequenti corse delle anatre e delle aragoste, con un distacco totale dalla realtà del mondo esterno. Nonostante il film sia stato girato come una ‘farsa da camera da letto’ dalle conseguenze globali, lo sceneggiatore Tony McNamara, che ha collaborato con Lanthimos su un soggetto originale di Deborah Davis, concorda sul fatto che, in ultima analisi, questa è una storia d’amore: “si parla di quanto sia complicato l’amore e di quanto ciò che le persone sono possa essere traviato e deformato da quelle complicazioni – spiega – l’abbiamo chiamata tragedia comica perché di questo si tratta. Parla di persone che si amano, ma le cui personalità e aspettative nella vita sono di ostacolo al continuare a volersi bene”.

Emma Stone e Olivia Colman (Photo by Yorgos Lanthimos. © 2018 Twentieth Century Fox Film Corporation All Rights Reserved)

Emma Stone e Olivia Colman (Photo by Yorgos Lanthimos. © 2018 Twentieth Century Fox Film Corporation All Rights Reserved)

Tre donne da approfondire

Sebbene Lanthimos approfondisca le dinamiche psicologiche e i giochi pirotecnici dei rapporti interpersonali, le fondamenta del film poggiano già in partenza su un fitto velo di mistero che circonda il regno della vera regina Anna: “il mio interesse maggiore era osservare questi tre personaggi – dichiara Lanthimosil potere e la fragilità nei loro rapporti, e analizzare il modo in cui i comportamenti di così poche persone alterino il corso di una guerra e il destino di un paese. Anche per me si tratta di una storia d’amore piuttosto allegra e vivace, che poi diventa cupa”.

Nel film osserviamo tre donne che si comportano come accade nella vita reale, ma che non vediamo spesso nei film. Sono controllate ma, in altri momenti, appaiono capricciose, gelose, arrabbiate e, come chiunque altro, imperfette. Tre donne potenti che si comportano reciprocamente con grande intensità, guidate da una profonda integrità di sentimenti, anche se ciò le spinge verso comportamenti assurdi e sbagliati. “Non volevo creare il personaggio del cattivo e quello della vittima – aggiunge il regista – invece, l’idea di chi sia il cattivo e chi la vittima è mutevole, cambia e si sposta da un ruolo all’altro. In questo modo, il pubblico prova qualcosa in base a ciò che i personaggi fanno e non esprime su di loro un giudizio assoluto, anche quando fanno qualcosa di orribile”.

Rachel Weisz e Olivia Colman (Photo by Yorgos Lanthimos. © 2018 Twentieth Century Fox Film Corporation All Rights Reserved)

Rachel Weisz e Olivia Colman (Photo by Yorgos Lanthimos. © 2018 Twentieth Century Fox Film Corporation All Rights Reserved)

Olivia Colman è la Regina Anna

Per quanto afflitta, malata e insicura, la regina Anna aveva poteri e autorità immensi. Nella sceneggiatura de La Favorita la sovrana oscilla come un pendolo fra due estremi: l’aspirazione allo stile e il desiderio di pathos. Per incarnare questi contrasti marcati e le emozioni associate, Lanthimos ha avuto fin dall’inizio soltanto un nome in mente: Olivia Colman. Il ritratto offerto dalla Colman è profondamente radicato nella fisicità della regina, nel suo impaccio volgare e nei lamenti, ma anche nella sua ricettività e sensualità. La Colman dichiara di avere trovato la chiave per impersonare i recessi e gli anfratti del personaggio attraverso la grinta di fondo di Anna, anziché le sue debolezze. Proprio come Sarah e Abigail, Anna è una sopravvissuta: “deve avere avuto una forza straordinaria – osserva l’attrice – credo volesse essere considerata una buona regina, ma non aveva abbastanza fiducia in se stessa. Non l’ho mai vista come una donna patetica e sono piuttosto orgogliosa di lei”.

La Colman ha anche messo a fuoco la profonda solitudine di una donna che non può mai essere sicura di chi fidarsi e che ha dovuto superare la dolorosa perdita di 17 figli. L’isolamento della sovrana, accentuato dalla vastità delle stanze in cui risuona l’eco, sembra solo accrescere i suoi molti appetiti, i bisogni e il numero di coniglietti. “Nel suo passato c’è tanta tristezza, lei deve sentirsi molto sola dato che, nel suo ruolo, non può sapere se piace genuinamente alle persone o soltanto perché è la regina – continua la Colmanal tempo stesso, Anna è piuttosto infantile. Nel profondo, non si sente veramente una regina, cosa che traspare dai suoi accessi di rabbia e da come a volte punta i piedi”. Un aspetto che andava approfondito nel film erano i desideri sessuali di Anna e il passaggio del suo affetto da Lady Sarah, che essenzialmente ha governato il paese al suo posto, alla nuova favorita, Abigail, che le piace in modo totalmente diverso: “Sarah è l’amore della sua vita, si conoscono fin da bambine e si sono sempre protette a vicenda, ma con Abigail, Anna è colpita dal fatto che la giovane e bellissima creatura guardi proprio lei ed è felice delle sue premure”.

Olivia Colman (Photo by Atsushi Nishijima. © 2018 Twentieth Century Fox Film Corporation All Rights Reserved)

Olivia Colman (Photo by Atsushi Nishijima. © 2018 Twentieth Century Fox Film Corporation All Rights Reserved)

Rachel Weisz è Lady Sarah

A tenere le fila del regno della regina Anna e a sostenerla in tanti modi diversi, troviamo il suo braccio destro, Lady Sarah Churchill, prima duchessa di Marlborough, che riesce a ottenere un potere senza precedenti grazie alla sua sagacia e non per eredità. Storicamente, Sarah Jennings Churchill è conosciuta come capostipite della famiglia Spencer-Churchill, che ha dato i natali sia a Winston Churchill sia alla principessa Diana. Ad interpretarla è stata Rachel Weisz che la descrive così: “Lady Sarah ha tutto: è intellettualmente molto potente, sessualmente molto potente, fisicamente abbastanza potente e, politicamente, è responsabile dell’intera nazione. Penso di lei che abbia la chiarezza e la determinazione di una leader politica moderna”.

Lady Sarah Churchill conosce la regina da quando entrambe erano le giovani figlie di due uomini importanti e vivevano recluse nella noia del Palazzo Reale. La loro amicizia cresce fino a diventare un rapporto simbiotico e molto intimo: “la loro relazione è presente ovunque – continua la Weisznel sesso per fini politici, nei giochi e nelle lotte di potere, nella dipendenza e nei bisogni emotivi, nel predominio e nella sottomissione, e anche nel dolore, nel senso di protezione e nella riconciliazione”. Quando Anna sale al trono, attribuisce a Sarah molti ruoli chiave, tra cui Mistress of the Robes (era il titolo più alto che una donna potesse avere all’epoca, con la responsabilità di abbigliamento e gioielli reali) e Keeper of the Privy Purse (responsabile dell’amministrazione dell’appannaggio della regina). Sarah diventa la consigliera più fidata della regina anche per le  questioni politiche e le strategie militari. Nota per la sua intelligenza brillante, il temperamento impulsivo, la franchezza risoluta e anche per la sua decantata bellezza, Lady Sarah raccoglie intorno a sé un circolo di leccapiedi e una pletora di personaggi decisi a influenzarla. La sua amicizia poteva procurare enormi vantaggi politici, ma Sarah poteva essere una nemica che nessuno avrebbe voluto avere.

Rachel Weisz (Photo by Yorgos Lanthimos. © 2018 Twentieth Century Fox Film Corporation All Rights Reserved)

Rachel Weisz (Photo by Yorgos Lanthimos. © 2018 Twentieth Century Fox Film Corporation All Rights Reserved)

Emma Stone è Abigail Hill

Dal momento in cui cade dalla carrozza nel fango puzzolente fuori dal Palazzo Reale, Abigail inizia ad alterare gli equilibri di potere. Appellandosi alla compassione di Sarah, accetta il lavoro di cameriera, ma presto entra nelle grazie della regina, in un’ascesa che la porta fino alla camera da letto di Anna. Se Sarah ha sempre dominato la fragile sovrana, Abigail la conforta, finché l’alunna supera la maestra come punto di equilibrio del potere. Anche Abigail, come le altre due donne del triangolo, è fatta di contrasti: il pragmatismo sottile e scaltro, frutto di una vita piena di avversità, si mescola con una capacità apparentemente illimitata di essere affascinante. Ad evocare tutti questi tratti è stata Emma Stone che rimasta colpita in particolar modo dalla capacità di Abigail di usare e poi infrangere tutte le regole sociali: “mi piace il modo in cui Abigail realizza i suoi piani. Ha molta fiducia in se stessa ed è una vera e propria sopravvissuta – dichiara la Stoneè sempre in ascolto, fa attenzione a tutto e usa ciò che impara”.

La Stone è stata attratta dal trio di donne di cui il suo personaggio fa parte: “il fatto che vi siano tre donne straordinarie al centro della storia è ancora raro nelle sceneggiature cinematografiche – sottolinea l’attrice – ognuna di loro è imperfetta, divertente e complicata. È un riflesso della vita reale”. Per la Stone, il motivo per cui Abigail riesce a conquistare la fiducia della diffidente regina è che percepisce il suo bisogno di essere amata per ciò che è e non per l’autorità e il potere enormi di cui è investita. “Penso che Anna sia un personaggio abbastanza tragico. Non patetico, perché ha una grande forza che emerge quando viene messa alle strette, ma la sua vita è stata davvero tragica – aggiunge la Stoneè costantemente affranta e fisicamente così debilitata da spezzare il cuore – come penso che accada ad Abigail, almeno un po’”.

Emma Stone (Photo by Yorgos Lanthimos. © 2018 Twentieth Century Fox Film Corporation All Rights Reserved)

Emma Stone (Photo by Yorgos Lanthimos. © 2018 Twentieth Century Fox Film Corporation All Rights Reserved)

Una storia contemporanea

In conclusione, Yorgos Lanthimos afferma: “ho cercato di realizzare un film che riesca a suggerire problemi analoghi in cui tutti possiamo riconoscerci o identificarci nella nostra vita quotidiana contemporanea. Per me non è mai stato importante rappresentare accuratamente un’epoca particolare o anche un paese specifico. Mi interessano i personaggi e le posizioni che occupano nella società. Posizioni di potere che possono incidere sulla vita di molti altri esseri umani. Quando si realizza un film ambientato in un’altra epoca, è sempre interessante vedere come si relaziona con i nostri tempi – e ti rendi conto di quante poche cose siano cambiate, a parte gli abiti e il fatto che oggi abbiamo l’energia elettrica o internet. Sono tantissime le analogie a livello di comportamenti, società e potere”.

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