Scritto da Peter Landesman e tratto dai libri Dark Alliance di Gary Webb (La Regola del Gioco è in libreria da ieri edito da Piemme Edizioni) e Kill the Messenger di Nick Schou, arriva domani giovedì 18 giugno al cinema La Regola del Gioco. Il film, diretto da Michael Cuesta, ricostruisce l’inchiesta che di fatto costò la vita al giornalista Gary Webb.
Gary Webb (Jeremy Renner) è un navigato e autorevole giornalista che si è da poco trasferito con la famiglia in California, dove lavora per il San José Mercury News. La sua carriera prende una piega inattesa quando la donna di un grosso trafficante di coca, Coral Baca (Paz Vega), gli consegna una trascrizione del Gran Giurì che rivela un collegamento tra i servizi segreti statunitensi e il traffico di cocaina dal Sudamerica.
Webb comincia a seguire Alan Fenster (Tim Blake Nelson), avvocato del re del crack di Los Angeles, “Freeway” Ricky Ross (Michael Kenneth Williams). Ben presto, si rende conto di avere tra le mani una traccia che potrebbe ricondurlo alle oscure origini del flusso ininterrotto di cocaina a basso costo che ha invaso le strade di tutto il paese, come quelle di South Central a Los Angeles.
Comincia a farsi strada l’ipotesi che i ribelli nicaraguensi lavorino direttamente con la CIA, introducendo illegalmente la cocaina negli Stati Uniti e usando i profitti di questo traffico per armare le milizie dei Contras in patria. Webb compie un viaggio rischioso in Nicaragua per ottenere informazioni chiave dal narcotrafficante Norwin Menes (Andy Garcia), detenuto in un penitenziario locale. Col sostegno della direttrice del suo giornale, Anna Simons (Mary Elizabeth Winstead), l’inchiesta di Webb va in stampa e online con una serie di articoli intitolati Un’Oscura Alleanza, che suscitano grande interesse in tutto il paese, con estrema soddisfazione del vicedirettore Jerry Ceppos (Oliver Platt).
Ma Webb diventa lui stesso un bersaglio quando alcuni giornalisti invidiosi, che si sono lasciati sfuggire lo scandalo CIA-Contras, decidono di colpirlo screditando il suo lavoro e la sua reputazione con una campagna diffamatoria sempre più aggressiva. La moglie Sue (Rosemarie DeWitt), cercherà di restargli accanto, nonostante i minacciosi avvertimenti dei boss della droga che ormai sorvegliano ogni mossa del giornalista. Questo non fermerà Webb, che continuerà a indagare per dimostrare un collegamento diretto tra i trafficanti di coca e la CIA: una cospirazione con implicazioni esplosive.
La Regola del Gioco ripercorre le tappe dell’inchiesta di Gary Webb – dal momento in cui scopre l’“oscura alleanza” tra i trafficanti di droga, un esercito ribelle e i loro contatti all’interno della CIA – e la vicenda umana di un uomo imperfetto e vulnerabile, ma anche di un giornalista instancabile, convinto che il suo dovere sia quello di fare luce su quello che accade in ogni angolo del mondo, anche il più lontano e anche a costo di rischiare in prima persona.
Il regista Michael Cuesta lo descrive così: “Gary era un doberman. Grintoso e insistente, affrontava i fatti con la convinzione incrollabile che il pubblico avesse diritto a sapere la verità. Era il cronista della gente comune, del popolo. Aveva un’idea molto chiara del significato di cose come la verità e la giustizia. Era una persona autentica, che amava i gruppi punk e l’hockey. Non aveva paura di mettersi contro i pezzi grossi. Abbiamo bisogno di persone come lui, soprattutto oggi che rischiamo di perderci nel labirinto mediatico di politicanti e opinionisti”.
Ad interpretare Webb è stato Jeremy Renner: “quello di Gary è un viaggio emotivo e eccitante, ma anche molto attuale, se pensiamo all’impatto che hanno sulle nostre vite i moderni sistemi di sorveglianza e i social media. Il governo e i politici possono essere chiamati a rispondere del loro operato solo se esiste una stampa libera, impegnata e vitale. Gary ha fatto la cosa giusta, pagando un prezzo personale altissimo. La sua storia mi ha commosso”.
Al centro del film c’è la sua inchiesta che scoperchia una torbida e oscura alleanza tra la Cia e i Contras del Nicaragua. Un fiume di droga che a partire dai primi anni Ottanta dilagò nelle strade di Los Angeles e di tutti gli Stati Uniti, causando migliaia di morti e di vite distrutte. Un traffico, durato per almeno dieci anni, che avveniva con la benedizione e l’aiuto concreto della Cia, che dirottava i ricavi ai gruppi armati controrivoluzionari nicaraguensi. Il governo insomma usava i suoi cittadini come vittime collaterali di una guerra contro i comunisti che si combatteva altrove.
Nell’agosto del 1996, il Mercury News pubblicò i tre articoli della sua inchiesta intitolata Dark Alliance (Alleanza oscura). Gli articoli uscirono contemporaneamente sulla carta stampata e online, corredati di un numero senza precedenti di inserti, tra documenti e video. “L’inchiesta di Gary è stata una delle prime a usare Internet in modo innovativo”, spiega Cuesta. “Nell’edizione online del giornale apparivano link a fonti e documenti, che in sostanza non erano altro che il taccuino di appunti di Gary. Cosa poteva esserci di più trasparente? Eppure, Gary fu attaccato e restò vittima della legge del branco. Ma era un combattente e, nonostante la disparità delle forze in campo, qualche colpo ben assestato riuscì a piazzarlo. I migliori giornalisti sono soldati, che rischiano la reputazione e la vita ogni giorno”.
“Le reazioni agli articoli della serie Dark Alliance dimostravano che Gary aveva colto nel segno”, osserva Renner. Quando il Mercury News ha deciso di non appoggiarlo, Gary si è sentito profondamente tradito, e non ha retto. Abbandonato dal suo stesso giornale, una volta trovatosi senza lavoro soffrì di una forte depressione che lo portarono a togliersi la vita. “Gary ha pagato un prezzo altissimo – continua Renner – volendo trovare in questa vicenda un lato positivo, possiamo dire che alla fine è riuscito a far crollare la CIA: ha portato il Direttore dell’Agenzia, John Deutch, davanti alla comunità afro-americana. Un evento senza precedenti. Ha smascherato gli intrighi dell’informazione e della politica”.
“Per me era importante assumere il punto di vista di Gary. Volevo mettere al centro le sue motivazioni, le cose che gli stavano a cuore e quelle che lo hanno ostacolato. Ho fatto un film sulla sua vita, sui suoi successi e i suoi difetti, e sul mostro contro cui ha dovuto lottare” ha concluso Micheal Cuesta.
“I fatti non smettono di esistere se li si ignora”
Aldous Huxley