A quasi quattordici anni dall’uscita dal primo film, giovedì 24 marzo arriva al cinema Il Mio Grosso Grasso Matrimonio Greco 2, il sequel scritto diretto da Kirk Jones e scritto da Nia Vardalos, nuovamente protagonista al fianco di John Corbett.
Malgrado le svariate supposizioni emerse nel corso degli anni, quello che sarebbe diventato il blockbuster globale Il Mio Grosso Grasso Matrimonio Greco, non è in realtà tratto da uno spettacolo da solista della scrittrice/attrice Nia Vardalos. Ma è accaduto l’esatto contrario. La Vardalos ha scritto innanzi tutto la sceneggiatura, ma non essendo al tempo rappresentata da alcuno, non ha potuto far leggere lo script. Nell’attesa di garantirsi un agente, ha montato il materiale della sceneggiatura in un assolo su un palco. L’attrice Rita Wilson ha assistito all’opera e le è talmente piaciuta che ha chiesto al marito, Tom Hanks, ed al suo partner della Playtone, Gary Goetzman, di andarlo a vedere. Il resto è storia Greca.
Non solo Il Mio Grosso Grasso Matrimonio Greco è finito per diventare la commedia romantica di maggior successo di tutti i tempi – incassando più di 245 milioni di dollari ai botteghini statunitensi – ma ha dato vita ad una scia di fan internazionali, che si sono immedesimati con i membri delle proprie famiglie arrivando addirittura a citare a memoria alcuni dialoghi del film. Attirando spettatori di ogni età, è diventato un punto di riferimento del genere.
Nia Vardalos ha deciso di scriverne un sequel immaginando quale potesse essere 10 anni dopo la vita familiare dei Portokalos e dei Miller. Pur essendo sempre innamorati, Toula e Ian come tutte le coppie con figli adolescenti, cercano di trovare l’equilibrio tra il tempo da dedicare ai figli e a loro stessi. Toula da parte sua ha anche un bel daffare con i suoi anziani genitori – l’irrefrenabile Maria e l’irascibile Gus – per non parlare delle infinite esigenze di cugini e amici.
L’attrice osserva che il suo obiettivo era quello di scrivere una storia corale: “Sono molto pro-donna senza essere anti-uomo. Quindi sì, gli uomini sono molto rispettati nella storia, ma a causa del divario arcaico verso le femmine nel mio settore, il mio ulteriore obiettivo è sempre quello di scrivere ruoli importanti per le donne”.
La storia è così ambientata 10 anni dopo l’ultima volta che abbiamo visto la famiglia Portokalos. Toula e Ian sono sposati ormai da tempo e, come spesso accade, il loro rapporto non fa più scintille. Come la maggior parte delle madri di adolescenti, Toula è in contrasto con la figlia, e cerca di trovare del tempo da dedicare a sé stessa ed al marito. Proprio come Toula per i suoi genitori, anche Paris è tutto per Toula e Ian. Si pongono il problema di lasciare libera la figlia diciassettenne di crescere e fare le proprie scelte senza soffocarla con le tradizioni di famiglia o con le loro aspettative sul suo futuro. Infatti, proprio come Toula, Paris non si riconosce negli standard della brava ragazza greca: combatte tra le grandi aspettative che la sua famiglia ha su di lei e la realizzazione dei suoi sogni.
I genitori di Toula, Gus e Maria ora sono dei nonni orgogliosi, che si pongono la fatidica domanda di ogni coppia: che fine ha fatto il romanticismo? Ora, Ian e Toula sono alle prese con gli stessi problemi che i suoi genitori hanno affrontato nel primo film: come fai ad amare una persona e permettere che se ne vada?
Il fatto che tre generazioni della stessa famiglia cerchino altrove un loro posto nel mondo ci ricollega a dei fatti importanti della vita personale della Vardalos, e sul perché la sua scrittura e la famiglia Portokalos risuona agli spettatori. La scrittrice spiega la sua logica: “Non necessariamente mi piace descrivere un cattivo, perché penso che il conflitto di solito è all’interno di una famiglia, è un elemento comune a tutti. Non c’è un patriarca terribile o una situazione orribile. È solo un problema di famiglia, che deve essere risolto. Ed affrontare le difficoltà di un membro è ciò che ci unisce“.
“Quello che mi sorprende sempre di più è come la gente associ la propria famiglia a questa. È stata una pura casualità: Stavo scrivendo su di me, e ho scoperto che stavo scrivendo su tutti”.
Nia Vardalos