Girato nel 2012, giovedì 18 luglio arriva nelle nostre sale The Deep, il film diretto dal regista islandese Baltasar Kormákur che ha portato sul grande schermo ciò che in Islanda è leggenda. Uno incredibile caso realmente accaduto nel 1984 quando un peschereccio naufragó nelle gelide acque dell’isola di Vestman.
Il film
In una notte del 1984 un peschereccio islandese si inabissa lontano dalla costa. I membri dell’equipaggio cercano di mettersi in salvo ma solo uno di essi, il giovane Gulli (Ólafur Darri Ólafsson), riesce nella disperata impresa, nuotando per ore nel gelido Atlantico del Nord e attraversando poi, a piedi nudi, un ostile terreno vulcanico. Il suo intenso calvario gli vale un’attenzione a livello internazionale, oltre che l’interesse della comunità scientifica che lo sottopone a dei test per cercare una spiegazione alla sua incredibile capacità di resistenza.
Baltasar Kormákur racconta..
“Ero solo un adolescente quando questo fatto è accaduto. Come tutti gli altri nel nostro piccolo Paese, ho provato compassione per le persone delle Isole Vestmann che ancora una volta avevano perso degli uomini in mare, ma ero anche affascinato dalle notizie circa l’unico superstite. Chi era quest’uomo? Di cosa era fatto? C’erano articoli sui giornali che dicevano che gli scienziati lo stavano studiando a fondo come una specie di fenomeno. Lo chiamarono “l’uomo foca”, in riferimento al suo grasso corporeo, che si riteneva averlo tenuto in vita nel mare. Le immagini di quest’uomo particolare sono rimaste con me. Era un tipo grosso con i capelli ricci, ma era giovane, aveva solo 22 anni e c’era una strana seriosità in lui, era silenzioso e timido. Non propriamente il tipico eroe stereotipato, ma comunque qualcuno che ha sconfitto le avversità“.
“Nel corso degli anni, a volte ho pensato a questo tizio e mi sono interrogato sulla sua nuotata di 5-6 ore nel gelido oceano e sulla determinazione e la brama di vivere che devono averlo spinto ad andare avanti, così come la lunga camminata sul campo lavico una volta che si è ritrovato a riva. Quando, all’inizio di quest’anno, ho sentito parlare dello spettacolo teatrale di Jon Atli Jonasson basato su questi eventi, ne sono stato incuriosito. Ma non ero pronto a venirne ipnotizzato come è finito per accadere”.
“Più di 25 anni sono passati da quell’evento e ovviamente ora ho una prospettiva più ampia su quanto accaduto. La popolazione delle Isole Vestmann, che vive principalmente di pesca, è solo una di tante piccole comunità similari nei dintorni dell’Islanda e, naturalmente, in molti altri paesi in tutto il mondo. In tali comunità ogni persona fa la differenza. Quando un gruppo di uomini va in mare (o in guerra o in miniera, in alcuni casi), coloro che rimangono a casa percepiscono un pericolo e sperano silenziosamente che tornino sani e salvi. Questo influenza le loro vite quotidiane. Ma fa anche apprezzare il dono della vita e della speranza“.
“Come reagisce una persona di fronte ad avversità quasi insuperabili? Il protagonista di questa vicenda in qualche modo riesce a restare calmo. Nuota senza farsi prendere dal panico. Si rende conto che ha poche alternative, ma rimane calmo. Cosa succede nella testa di qualcuno quando pensa che i suoi giorni siano contati? Nel caso del protagonista, si rammarica di avere ancora delle questioni aperte. Perché non ha trovato il modo di esprimere i suoi sentimenti a colei che ha conquistato il suo cuore così a lungo? Perché si è dimenticato di pagare i 25 euro che doveva al supermarket? Se non fosse riuscito a tornare indietro, la sua anziana madre avrebbe dovuto pagarli al posto suo. Mi piacerebbe ritrarre la vita quotidiana della comunità di pescatori e il pericolo che, per loro, si nasconde dietro l’angolo. I pescatori islandesi hanno per secoli reso possibile la sopravvivenza del nostro popolo“.
“Dal mio punto di vista, la storia di Gulli è la storia di tutti quegli eroi che sono morti in mare. L’architetto Mies van Rohe viene citato attraverso l’espressione “Dio è nei dettagli”. Vorrei concentrarmi sulle cose semplici perché penso che sia tutto più difficile quando si tratta di argomenti importanti, come la “forza umana” e il potere della natura. Non mi concentro sul salvataggio da “super-umano” del protagonista, ma piuttosto sul suo dialogo interiore; cerco di capire quali elementi lo abbiano aiutato a superare questa prova, la sua mente calma, la sua determinazione così come anche i pensieri relativi alle faccende irrisolte. Vorrei che questo film riguardasse le cose che spesso passano inosservate. Le questioni che a volte, per arroganza, non giudichiamo importanti“.
“Per una nazione che in passato ha cavalcato un’ondata di presunta superiorità, e che ora combatte per non arrendersi al contrario, cioè ad un complesso di inferiorità, è davvero importante mantenere la testa alta, affrontare chi siamo veramente, da dove siamo venuti, dove stiamo andando e realizzare chi sono i veri eroi della nostra società“.