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Oltre Il Confine, le stelle guidano i sogni nel film di Alessandro Valenti

Giovedì 28 luglio al Giffoni Film Festival, nell’ambito della sezione Generator+13, sarà proiettato Oltre il Confine, il film scritto e diretto da Alessandro Valenti ed interpretato da Iaia ForteMama Fatou Mbaye, Fallou Mbaye e Nicola Rignanese, che racconta la storia di due bambini africani che guardando le stelle e sognano di arrivare in Italia.

Il film

La storia di due bambini africani che guardano le stelle e sognano di arrivare in Italia. Il loro mondo è raccontato come in una fiaba: Bekisisa ha dodici anni e una voce magica che incanta gli animali; il suo fratellino Eno, di anni ne ha sei, e sogna di avere la maglia di Mané, il grande calciatore della sua squadra del cuore. Soli lasciano la loro terra, dopo aver subito lutti e perdite, raggiungendo l’Italia dove la realtà non è certo a misura di bambino. Avventure, vicissitudini e pericoli, ma anche un grande legame che li unisce. Insieme ad altri bambini saranno alla ricerca di un futuro migliore.

Alessandro Valenti racconta…

Come si può rendere visivamente un viaggio verso l’Europa visto con gli occhi dei bambini? Il loro punto di vista è sempre emotivo sia quando vivono la paura sia quando vivono la gioia o l’incanto della scoperta e dell’amore. Serviva un punto di vista in cui la dimensione reale si fondesse con l’immaginazione e la fantasia. Perché i bambini uccidono il dolore con la fantasia. Ecco perché ho voluto ampliare lo sguardo dal close-up e comprendere lo spazio che li circonda e li influenza. Uno spazio reale e magico“.

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“Ci sono storie che devono essere raccontate perché altrimenti ti perseguitano. La storia dei bambini migranti mi segue da molto tempo da quando ho guardato negli occhi un bambino che ha attraversato un intero continente per arrivare qui davanti a me e da allora per me raccontare questa storia non è importante ma necessario, necessario per combattere quella “globalizzazione dell’indifferenza” che ti colpisce e non va più via se non fai attenzione. Se non ti alleni a guardare il mondo senza vivere dentro la prigione di te stesso. Allargare il proprio sguardo. Sentirsi parte del mondo e per questo voler contribuire a narrarlo”.

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