Con la speranza di cambiare il corso della Seconda Guerra Mondiale, e salvare decine di migliaia di vite, due ufficiali dell’intelligence studiano un piano per spezzare la morsa letale di Hitler sull’Europa servendosi delle capacità del più improbabile degli agenti segreti: un uomo morto. Questa è la storia vera dopo essere stata raccontata nel libro dello scrittore britannico Ben Macintyre è ora diventata L’Arma Dell’Inganno – Operazione Mincemeat, il film – dal 12 maggio nelle sale – diretto da John Madden con protagonista uno straordinario Colin Firth.
Il film
Siamo nel 1943. Gli alleati sono determinati a spezzare la morsa di Hitler sull’Europa occupata, il loro piano è un assalto totale in Sicilia ma si trovano ad affrontare un grande dilemma – come fare per proteggere una massiccia forza d’invasione da un potenziale massacro. Il compito ricade su due straordinari agenti dell’intelligence, Ewen Montagu (Colin Firth) e Charles Cholmondeley (Matthew Macfadyen) che danno vita alla più geniale e improbabile strategia di disinformazione della guerra. L’Arma Dell’Inganno – Operazione Mincemeat, è la straordinaria storia vera di un’idea che sperava di cambiare il corso della guerra – correndo rischi enormi, sfidando ogni logica e mettendo a dura prova il coraggio dei suoi ideatori.
Il libro di Ben Macintyre
L’evento raccontato nel film si è dimostrato indubbiamente un punto di svolta vitale della Seconda Guerra Mondiale, capace di modificare il futuro dell’Europa. Mentre gli Alleati si preparavano ad invadere l’Europa nel 1943, dovevano anche pensare a come evitare il massacro delle loro truppe da parte delle armate Tedesche, che sapevano essere presenti in massa nell’Italia meridionale. Fu così che venne ordito un piano geniale per beffare i Nazisti, facendogli credere che lo sbarco sarebbe avvenuto in Grecia invece che in Sicilia. Ben Macintyre, scrittore del bestseller omonimo da cui è stato tratto il film, spiega perché questo episodio assai poco credibile ha rappresentato un momento cruciale del conflitto mondiale. “Operation Mincemeat (Operazione Carne Macinata) (titolo originale n.d.t.) fu probabilmente la più riuscita operazione militare d’inganno mai ideata prima. Ciò che gli ingannatori dovettero fare, era provare a convincere i tedeschi che il nero era bianco e il bianco era nero. E lo fecero in questa straordinaria maniera. A vederla ora, sembra quasi un’operazione uscita da un romanzo, che è esattamente ciò che la ispirò”.
L’inganno
Macintyre arricchisce il racconto dei dettagli dell’evidentemente strampalato schema dei britannici, che nel 1943 raggirarono i nazisti, cambiando il corso della Seconda Guerra Mondiale: “i britannici decisero che l’inganno dovesse avere per protagonista il corpo di un morto, dandogli una falsa identità che lo rendesse una persona completamente diversa. Lo vestirono con un’uniforme militare facendolo sembrare un corriere morto durante un incidente aereo, in volo sul Mare Mediterraneo”. Gli ideatori britannici miravano a fare galleggiare il corpo al largo delle coste della neutrale Spagna, sicuri che le spie naziste lo avrebbero raccolto in quelle acque. Quegli stessi agenti avrebbero poi riportato le false informazioni raccolte assieme al corpo, direttamente ad Adolf Hitler a Berlino. Macintyre continua: “fondamentalmente, i britannici unirono al corpo una valigetta diplomatica contenente documenti falsi, in cui era indicato che l’enorme armata degli Alleati stava per invadere l’Europa, ad iniziare dalla Grecia e non dalla Sicilia. Un tentativo di mettere i nazisti su una strada sbagliata”.
Le origini fittizie della trama, denominata in codice Operation Mincemeat, sono molto forti. Essa fu concepita nientemeno che da Ian Fleming (interpretato nel film da Johnny Flynn), il quale poi divenne il celebre scrittore dei fortunati romanzi di James Bond. È l’incredibilità della Operation Mincemeat che rende questa storia affascinante. Il regista John Madden spiega cosa lo ha attratto verso questo racconto: “questa è una storia veramente pazzesca, precaria quanto improbabile e fuori di testa in tutti i sensi. Per me regista, trovo tutto questo irresistibile. La posta in gioco era così alta che se la Operation Mincemeat fosse fallita, si sarebbe creata una catastrofe che sarebbe rimasta impressa nella mente di tutti per sempre, allo stesso modo del D Day o della Battaglia di Britannia o altri famosi eventi di guerra. E l’idea di una trama così fragile, altamente non plausibile e molto, molto difficile da attuare con un così basso livello di probabilità, è dove la potenza della storia deriva”.
L’impresa di persone ai margini
Il pubblico sarà stupito dall’ingegnosa natura dei protagonisti del film e la figura di Montagu è un esempio tipico. Colin Firth commenta: “Ewen Montagu era un brillante avvocato che usava le sue capacità per anticipare il pensiero degli altri. Non ha preso parte a quelle strategie solo per il gusto di farlo; riusciva ad entrare nella testa del suo sfidante, e lo faceva con una visione incredibile. Era chiaramente un’abilità che sfoggiava nei tribunali. Ma si rivelò inestimabile in questo caso perché riusciva costantemente a mettersi nei panni della persona dall’altra parte della barricata”. Parlando del film, l’attore conclude dicendo: “questa è una storia molto inusuale su un gruppo di persone ai margini, che si riunisce per realizzare qualcosa di importante, non per vincere medaglie o il prestigio, quanto per uno scopo più alto. L’idea di unirsi per il bene comune è veramente importante. È una storia bellissima che ti fa sentire bene”.