Venerdì 9 agosto 2019, pochi giorni fa. Richard Gere, uno degli attori simbolo di Hollywood, sale a bordo della Open Arms, l’ONG che trasporta i migranti in cerca di una vita migliore. Gere arriva sull’imbarcazione dopo essere partito da Lampedusa con a un gommone arancione dell’organizzazione. L’attore americano, supportato da Chef Rubio, porta viveri e solidarietà ai 121 migranti e all’equipaggio che si trovano su quella nave umanitaria già in viaggio da otto giorni. Scelta vissuta o trovata mediatica – su questo si divide l’opinione pubblica, ed è giusto che ognuno abbia una propria idea – Richard Gere era lì, a dare una mano oltre alle parole. Ho voluto partire da questa recente immagine, fuori dal cinema ma immersa nella vita reale, per festeggiare questo grande attore che oggi, sabato 31 agosto, compie 70 anni.
Gli inizi in teatro
Nato a Filadelfia, Richard Tiffany Gere è sempre stato un ragazzo curioso e affamato di conoscenza. Dopo essersi iscritto alla Facoltà di Filosofia dell’Università del Massachusetts, scopre il teatro e questo segna per lui un punto di non ritorno. La recitazione, con il passare del tempo diventa un’attività a tempo pieno. Il giovane Gere sbarca il lunario con piccole compagnie che, essendo povere e malmesse, gli danno l’opportunità di sperimentare al massimo. La carriera d’attore inizia così ufficialmente nel 1973, quando viene scritturato per la rappresentazione teatrale di Grease. L’esordio al cinema avviene due anni dopo, nel 1975, nel film Rapporto Al Capo Della Polizia. Sempre due anni dopo, 1977, ecco la prima grande interpreazione – un giovane ragazzo dissoluto – nel In Cerca di Mr. Goodbar di Richard Brooks.
American Gigolo: nasce un sex symbol
Arrivano poi in rapida successione i primi successi (I Giorni Del Cielo, Una Strada Chiamata Domani, Yankees) tra cui il primo grande film che gli dà la popolarità internazionale: American Gigolò. Si tratta della sua consacrazione come nuovo sex-symbol del cinema americano. La conferma arriva l’anno successivo in Ufficiale e Gentiluomo (nei panni di Zack Mayo), pellicola che gli fa conquistare definitivamente l’amore del pubblico femminile. Nei film successivi Richard Gere, ormai confinato al ruolo di rubacuori, sempre inquieto e tormentato, convince di meno. Il successo torna nel 1990 con il romantico Pretty Woman, al fianco di Julia Roberts.
Altri grandi successi (e un Golden Globe)
In seguito Akira Kurosawa lo sceglie per interpretare il cugino nippo-americano di Rapsodia in Agosto. Nel 1993 arrivano Sommersby (protagonista accanto a Jodie Foster) e Mr. Jones (con Anne Bancroft). Il periodo d’oro prosegue poi con: Il Primo Cavaliere (1995), Schegge di Paura (1996), L’Angolo Rosso – Colpevole Fino a Prova Contraria (1998), l’action-thriller The Jackal e soprattutto con la commedia romantica Se Scappi, Ti Sposo (1999), dove Richard Gere torna a lavorare con il regista Garry Marshall e recita nuovamente con Julia Roberts. Nel 2000 Robert Altman gli offre una performance ispirata ne Il Dottor T e Le Donne e, nello stesso anno, esce anche il drammatico Autumn in New York, dove Gere affianca Winona Rider. Nel 2002 vince il Golden Globe (al momento l’unico) per il pluripremiato musical Chicago (di Rob Marshall, soggetto di Bob Fosse, con Renée Zellweger e Catherine Zeta Jones). Nel 2004 musica e danza tornano anche in Shall We Dance, dove recita con Susan Sarandon e Jennifer Lopez.
L’ultimo decennio
Quattro anni arriva un altro film romantico, Come Un Uragano, al fianco di Diane Lane (dopo i precedenti Cotton Club, 1984, e Unfaithful – L’Amore Infedele, 2002). Nel 2009 è protagonista nel celebre Hachiko – Il Tuo Migliore Amico, in Brooklyn’s Finest e Amelia, che racconta la vita e l’impresa di Amelia Earhart. Dopo due anni torna a recitare nell’action movie The Double con Topher Grace, mentre un anno più tardi è protagonista assoluto nel film La Frode, che gli vale una nomination ai Golden Globe 2013 come miglior attore in un film drammatico. Dopo aver preso parte al film indipendente Gli Invisibili (2014, di Oren Moverman, incentrato sul tema dei senzatetto), ecco i suoi ultimi lavori: Ritorno al Marigold Hotel (2015), Franny (2015), L’Incredibile Vita di Norman (2016) e The Dinner (2017).
Attivismo e impegni umanitari
Richard Gere ha ottenuto numerosi riconoscimenti per il suo impegno in progetti umanitari riguardanti i diritti umani e civili, la sanità e l’istruzione. Negli ultimi due decenni è stato presidente della Campagna Internazionale per il Tibet. Gere sostiene attivamente da molti anni Survival International, l’organizzazione che difende i diritti umani dei popoli indigeni di tutto il mondo ed è in prima linea per cause civili come la lotta all’AIDS (ha contribuito a a stabilire l’AIDS Care Home, una struttura residenziale in India per donne e bambini affetti da AIDS). Attualmente fa parte del Consiglio di Amministrazione del Healing the Divide, un’organizzazione che sostiene le iniziative globali per promuovere la pace, la giustizia e la comprensione. Nel 1999 creava la Gere Foundation India Trust per supportare una varietà di programmi umanitari in India. Oggi, vent’anni dopo e con 70 anni sulle spalle, è sempre in prima linea per difendere l’Umanità. Chapeau, auguri.