Presentato alle Giornate Professionali di Sorrento, esce oggi al cinema Leoni, l’opera prima di Pietro Parolin che lo ha anche scritto con la collaborazione di Mario Cristiani e Andrea Fazzini. Una commedia che vede protagonista Neri Marcorè affiancato da un cast “ruggente” tra cui una superba Piera Degli Esposti, Stefano Pesce e Anna Dalton.
La crisi è ormai assodata, anche in Veneto, dove si era abituati a veder le cose marciare in un unico modo, quello “giusto”. Ma ora sopravvivere è difficile. Gualtiero Cecchin (Neri Marcorè, in copertina) non ha mai avuto problemi di soldi: fino a poco tempo fa era un vero figlio di papà, arrogante e viziato, ma simpatico. Ora che i soldi sono finiti come farà a tornare ai vecchi fasti? Con un’idea e una buona dose di incoscienza o con una nuova impresa, anche se in modo non del tutto convenzionale?
Gualtiero Cecchin decide di agire nel minor tempo possibile e senza porsi troppi problemi. La sorella Elisa (Anna Dalton), professoressa di matematica, e suo marito, il sovrintendente di polizia Alessio Leopardi (Stefano Pesce), sono una coppia problematica: lei estranea alla realtà perché cresciuta in una campana di vetro, lui un insicuro cronico che mette la divisa davanti alle sue debolezze. È una rivalità senza tregua quella tra Gualtiero e Alessio: si sfidano sui temi del quotidiano, su questioni di eredità e di condivisione di spazi comuni. Alessio cercherà di mettere in difficoltà Gualtiero in ogni modo, Elisa sarà ingiustamente coinvolta in uno scandalo semi serio a scuola e l’epilogo sarà imbarazzante ma giusto.
I personaggi di contorno sono quelli di un Veneto vivo e attuale: ognuno coinvolto in qualche modo in quelle “bassezze” umane che spesso, viste da fuori, possono far ridere, perché ci ricordano come le cose dovrebbero andare e come invece non vanno. Leoni non è una commedia contro un sistema di vita o contro la società nordestina, e nemmeno una presa di posizione contro alcuni facili stereotipi, ma uno spaccato “universale” di un certo tipo di italianità, immersa nella tipicità e nel colore di una regione come il Veneto, che aggiunge valore al turbine di situazioni, gag e battute.
Una commedia in cui le vicende dei personaggi, assieme alla loro psicologia, spiccheranno sugli eventi. La satira colpirà tutti gli elementi di un’Italia allo sbando e di un Veneto che fa fatica a raccapezzarsi. Lo specchio dell’attuale situazione del Veneto e dei suoi abitanti, che con forza si muovono senza abbassare la testa nel doloroso contesto della crisi economica.
Riscopriremo la fondamentale importanza delle radici di un popolo: la terra come riscatto, soprattutto per le nuove generazioni. Un rispetto sacro per “gli antichi costumi” che mai come oggi dicono quello che dicevano un tempo: la semplicità paga, e molto. Paga in termini etici e morali, perché migliora l’individuo, e paga, come vedremo, in termini di investimento per il futuro.
Attraverso questa commedia, che sfonda in un satira pungente e a tratti esagerata ma mai volgare, quella di Parolin è una riflessione tragicomica su una crisi non solo economica. Il regista ha dichiarato di essersi ispirato “al sapore di una certa commedia all’italiana. Ripensiamo all’opera di Germi, Signore e Signori, a quando Vincenzoni gli mise in mano il copione. Ripensiamo a chi ebbe la fortuna di vedere quel film al cinema, magari in Veneto, uscire dalla sala e andare al bar con gli amici a bere qualcosa e parlare di quello che avevano appena visto. È quel momento che ci interessa: la quotidianità di tante persone che si ritrovano in piazza, ieri come oggi, per parlare di qualcosa, nel bene e nel male”.
È quello il territorio d’azione: “questo sottofondo, questo brusio corale – spiega Parolin – è il tappeto sociale su cui si è costruito il mio film che vuole dare una frustata alle insicurezze umane e qualche tocco iperbolico per andare a far squillare un campanello, o almeno provarci, che tace da tanto tempo: quello della satira pura. E cerchiamo, come nella satira vera, quel tempo, quella pausa di silenzio tra un sorriso e un ghigno che spesso, se funziona, può caricarsi anche di commiserazione, non gratuita, costruttiva: vedremo come non bisogna comportarsi, per lasciare un solco di speranza nello sguardo dopo la visione”.
“Senza dubbio questo film tramanda quel binomio secondo me indissolubile (e irrinunciabile in una commedia) che vuole giustapposti dramma e comicità, come nella vita…”
Neri Marcorè