Domenica 1 settembre, presso la Sala Volpi, verrà presentato il documentario Se C’è Un Aldilà Sono Fottuto. Vita e Cinema di Claudio Caligari di Simone Isola e Fausto Trombetta, in Concorso nella sezione Venezia Classici Documentari alla 76a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Il film è una lucida e profonda riflessione su uno degli autori più ‘misteriosi’ del nostro cinema, che ci ha lasciato prematuramente con una filmografia di soli tre titoli.
Vita e Cinema
Vita e cinema sono nella parabola umana di Claudio Caligari due elementi indissolubili. Il film la racconta attraverso le tappe della lavorazione di Non Essere Cattivo, con le immagini e i ricordi di attori, tecnici, di quella troupe/famiglia che si è stretta attorno a lui consentendogli di portare a termine il suo terzo ed ultimo film.
Seguendo le tappe fondamentali della lavorazione della sua ultima fatica, Non Essere Cattivo, il documentario offre il ritratto appassionato di un uomo e di un cineasta che ci ha regalato, con la sua coerenza etica ed estetica, delle opere di grande libertà espressiva. Ai margini dell’industria, lontano dai riflettori, outsider per scelta (non soltanto sua), Caligari è entrato nel culto raccontando la tossicodipendenza di un gruppo di giovani di Ostia nel suo primo film, Amore Tossico, presentato alla Mostra di Venezia nel 1983. Cantore della strada, degli “ultimi”, senza pietismo né commiserazione, il regista è poi tornato dietro la macchina da presa solo quindici anni dopo, nel 1998, portando sullo schermo la violenza di una banda di rapinatori romani con L’Odore Della Notte (foto copertina). Protagonisti di quel film Giorgio Tirabassi, Marco Giallini e Valerio Mastandrea. Proprio quest’ultimo, negli anni rimasto legato al regista, lo ha accompagnato nella difficile realizzazione della sua ultima opera, presentata postuma sempre a Venezia, accolta da applausi e lacrime.
I registi raccontano…
“A distanza di qualche anno dall’uscita di Non Essere Cattivo, è possibile accostarsi a un personaggio così complesso e al tempo stesso affascinante con il dovuto distacco e con la necessaria lucidità. Pochi incontri non possono bastare a carpire l’essenza di un uomo di sessantasette anni, con un intenso vissuto alle spalle. Le impressioni che si traggono non possono che essere parziali, magari lontane dalla realtà. Non è dunque nostro obiettivo rispondere ai soliti quesiti, al perché Claudio Caligari si sia ritrovato più o meno coscientemente ai margini del sistema cinematografico né indagare sui torti subiti e sui mancati riconoscimenti. Ora più che mai sono i film a parlare di lui e a farcelo conoscere. Vogliamo semplicemente riflettere sul percorso di un autore coerente con le proprie idee di cinema e di vita, geloso delle sue convinzioni, intransigente anche con sé stesso, che ha riversato la sua personalità nelle poche opere che è riuscito a realizzare con quella libertà espressiva che riteneva inderogabile“.