Il film documentario, Sicily Jass – The World’s First Man in Jazz, diretto da Michele Cinque dopo essere stato ospitato in alcuni importanti festival internazionali e nazionali torna in Sicilia in concorso al Salina Doc Fest e al Taormina Film Festival dove verrà proiettato oggi. Il film, con la partecipazione speciale di Roy Paci e Mimmo Cuticchio, girato tra la Sicilia e New Orleans, racconta l’appassionante vicenda biografica di Nick La Rocca e l’incisione del primo disco della storia del jazz.
Sicily Jass racconta la vicenda umana e il problematico ruolo di Nick La Rocca nella storia del jazz. Siciliano nato a New Orleans alla fine dell’800, La Rocca con la sua Original Dixieland Jazz Band, incide nel 1917 il primo disco della storia del jazz: Livery Stable Blues. Il disco venderà più di un milione di copie, e l’Original Dixieland Jazz Band nel giro di poche settimane diventerà la jazz band più pagata al mondo. I loro brani da Tiger Rag a Clarinet Marmalade influenzeranno i più grandi jazzisti di colore, tra cui Louis Armstrong.
Il film muovendosi tra elementi di finzione e cinema del reale, mette a fuoco la figura di Nick La Rocca tra una Sicilia senza tempo e la New Orleans di oggi e di ieri. Trombettista autodidatta e imprenditore edile, personaggio scomodo, bianco nella musica nera per eccellenza, il suo carattere ombroso lo porterà dal grande successo al declino.
Dal ritmo incessante del Jazz Dixieland, alla colonna sonora di un fantasmatico quintetto jazz siciliano guidato dalla tromba di Roy Paci fino alla musica di strada di New Orleans, Sicily Jass è un viaggio introspettivo narrato dalla voce, dal gesto e dai pupi di Mimmo Cuticchio. Il giudizio di critici e storici del jazz e i materiali di archivio rielaborati con le più moderne tecniche grafiche scandiscono la narrazione e ci fanno rivivere l’epoca del successo della band. La voce di Nick La Rocca in un’inedita intervista e l’intimità della testimonianza del figlio Jimmy ci portano infine a scoprire perché La Rocca e la sua band sono spesso dimenticati nella storiografia del jazz.
Ecco di seguito le note del regista del documentario, Michele Cinque:
“Girando un documentario negli Stati Uniti sulla vita di Louis Armstrong mi sono imbattuto nella storia della Original Dixieland Jazz Band e della prima incisione della storia del jazz. Documentandomi ho scoperto che a New Orleans all’inizio del ‘900 si erano riversati migliaia di immigrati siciliani e che la nostra musica popolare era confluita nel grande melting pot che ha dato vita al jazz, scoprendo con sorpresa che il jazz ha anche un cromosoma siciliano. Ho trascorso parte della mia infanzia in Sicilia, parte della mia famiglia è di Caltanissetta e ho sempre amato molto l’isola. Forse anche per questo storia la storia di Nick La Rocca ha iniziato a lavorare dentro di me in maniera sotterranea”.
“Sicily Jass racconta la vicenda umana di Nick La Rocca che con la sua band nel 1917 ha inciso il primo disco della storia del jazz. Il film ci trasporta in un viaggio tra una Sicilia onirica e la New Orleans di oggi e di ieri, passando per Chicago, New York e Londra seguendo le tracce del successo della Original Dixieland Jazz Band. Ho cercato di trasformare le location siciliane in un luogo della memoria, sposando quello che immagino possa essere lo sguardo degli immigrati di seconda generazione verso la propria patria: un luogo avvolto nella nebbia dei ricordi e del sogno, delle emozioni di altre vite.
E’ stato faticoso e affascinante avvicinare il lato umano del mio personaggio. Nick La Rocca non era un uomo facile, inviso ai più, tendente a derive paranoiche, in tarda età ferito e tormentato dal rancore, capace di affermazioni xenofobe e razziste, sicuramente un anti-eroe. Ho cercato di approfondire le sue ombre, con il figlio Jimmy a New Orleans e con il grande Mimmo Cuticchio che mi ha aiutato a dare vita agli incubi di Nick restituendone allo stesso tempo l’estrema umanità”.
“Le mie sensazioni nel corso del tempo nei confronti dell’uomo La Rocca sono cambiate. Ho capito da quali profonde delusioni sono nati i suoi squilibri, gli attacchi di ira e la xenofobia sul finire della vita. Mi sono infilato in un labirinto, tra le emozioni di un uomo scomparso da oltre 50 anni, e ho scelto il Cretto di Burri come simbolo di questo viaggio e delle strade senza uscita a cui la paranoia e il rancore possono condurre”.
“Sicily Jass, è il viaggio nell’anima di un uomo che ha tentato, sbagliando quasi tutto, di riservarsi un posto tra le stelle della musica”.
Michele Cinque