Nono lungometraggio e secondo film d’animazione in stop motion per Wes Anderson che con L’Isola dei Cani, in sala dal 1 maggio, firma la sua ultima opera ambientata nel 2037 e dedicata al racconto della grande avventura del giovane Atari e degli spassosissimi cani coraggiosi – Rex, King, Boss, Duke, Chief – messi in quarantena su un’isola destinata all’accumulo di rifiuti e immondizia per volontà di un governo che vuole debellare la diffusione di una misteriosa influenza canina.
Nel futuro 2037, la crescita incontrollata dei cani e la diffusione di una misteriosa “influenza canina” impone al sindaco della città di Megasaki, nell’arcipelago giapponese, di adottare una drastica misura d’emergenza: mettere in quarantena tutti i cani del Paese, segregandoli su un’isola destinata all’accumulo di rifiuti. In seguito alla scomparsa del suo cane da guardia Spots, un dodicenne di nome Atari Kobayashi dirotta eroicamente un piccolo aeroplano e lo pilota fino all’Isola dei cani.
Dopo il brusco atterraggio, viene soccorso da un manipolo di meticci, disposti a tutto pur di sfuggire alla deprimente condizione in cui versano. Commossi dal coraggio e dalla devozione del ragazzino nei confronti dell’animale domestico smarrito, Capo (voce originale di Bryan Cranston), Rex (Edward Norton), Boss (Bill Murray), Duke (Jeff Goldblum) e King (Bob Babalan), si impegnano a proteggerlo dagli uomini che gli danno la caccia e scortarlo nel pericoloso viaggio che deciderà il destino dell’intera prefettura.
Film di apertura dell’ultima edizione della Berlinale, L’Isola dei Cani è un viaggio epico ricco di umorismo, azione ed amicizia che omaggia la cultura filmica giapponese e pone le sue basi sulla necessità di condividere i principi di eroismo, speranza e rifiuto dell’intolleranza verso il prossimo. “Volevamo fare qualcosa di futuristico. Volevamo un branco di cani alpha che fossero a loro modo tutti dei leader – ha spiegato Wes Anderson, che ha scritto questo film con i fidati amici Roman Coppola e Jason Schwartzman – e allo stesso tempo volevamo che l’ambientazione fosse nipponica perché ispiratore di questo progetto è stato l’amore verso dei film giapponesi”.
Il mondo de L’Isola dei Cani è una realtà alternativa, una città inventata in un tempo inventato che con licenza artistica fonde il vecchio e il più moderno Giappone tutto filtrato attraverso lo sguardo del cineasta che per la realizzazione di questa sua opera ha deciso di servirsi dell’originalità e artigianalità della tecnica della stop motion, in cui anche il più piccolo elemento è differente dagli altri e con un proprio stile grafico.
Wes Anderson ha potuto contare ancora una volta sulle musiche del Premio Oscar Alexandre Desplat: “questo è un film ancora più ambizioso di Fantastic Mr. Fox e non assomiglia a nient’altro si sia visto sino ad ora – ha svelato il compositore – l’animazione è selvaggia e la quantità di dettagli contenuti in ogni fotogramma è sorprendente. È una bellissima favola che ti porta in un mondo a parte, un mondo che nessun altro a parte Wes avrebbe potuto immaginare”.