© 2018 WARNER BROS. ENTERTAINMENT INC., VILLAGE ROADSHOW FILMS NORTH AMERICA INC. AND RATPAC-DUNE ENTERTAINMENT LLC - U.S., CANADA, BAHAMAS & BERMUDA

Steven Spielberg ci fa viaggiare nel futuro con Ready Player One

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Diretto dal geniale Steven Spielberg, esce oggi al cinema Ready Player One, il film basato sull’omonimo bestseller di Ernest Cline (edito da DeA Planeta, lo trovi QUI), che è diventato un fenomeno mondiale. Protagonisti sono Tye Sheridan, Olivia Cooke, Ben Mendelsohn, T.J. Miller, Simon Pegg e Mark Rylance. Ready Player One è una storia di formazione che celebra i legami dell’amicizia, la scoperta del primo amore e l’accettazione, sia di sé stessi che degli altri. È un film di fantascienza epico con un’anima, che è la quintessenza dello stile di Spielberg.


Il film

Nel 2045, il mondo reale è un luogo impervio e ostile. Gli unici momenti in cui Wade Watts (Tye Sheridan) si sente veramente vivo è quando si immerge in OASIS, un intero universo virtuale dove evade la maggior parte dell’umanità per trascorre le proprie giornate. In OASIS, si può andare ovunque, fare qualsiasi cosa, essere chiunque – gli unici limiti sono la propria immaginazione.

OASIS è stato creato dal brillante ed eccentrico James Halliday (Mark Rylance), che alla sua morte lascia la sua immensa fortuna e il controllo totale di Oasis al vincitore di una competizione in tre round che aveva progettato per trovare un degno erede. Quando Wade vince la prima sfida di una caccia al tesoro che va oltre la realtà, insieme ai suoi amici – chiamati gli Altissimi Cinque – verranno catapultati in un universo fantastico fatto di scoperte e pericoli per salvare OASIS e il loro mondo.

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Il libro di Ernest Cline

Poco più di 30 anni fa, sembrava quasi inconcepibile che si potesse accedere a un computer, creare un proprio profilo – vero o falso – e connettersi con le persone di qualsiasi parte del mondo in tempo reale. E se fra 30 anni potessimo accedere con un avatar personale – vero o falso – e interagire con le persone in un intero universo virtuale? Prendiamo in considerazione le possibilità ma anche i pericoli. Questa è la premessa basilare di Ready Player One, il bestseller di Ernest Cline, che ha catturato l’immaginazione di uno dei cineasti più apprezzati e di successo di tutti i tempi, Steven Spielberg: “é un’enorme avventura tentacolare che collega due mondi completamente diversi – afferma il regista – penso che Ernest Cline sia un visionario che ha descritto un futuro che in realtà non è così lontano dalla direzione che stiamo prendendo con l’evoluzione della realtà virtuale”.

L’ispirazione di Spielberg

Ernest Cline considera Spielberg una delle sue più grandi fonti d’ispirazione nella creazione del suo primo romanzo: “è difficile quantificare l’effetto profondo che ha avuto il lavoro di Steven Spielberg sulla mia vita e sui miei interessi; non avrei mai potuto scrivere Ready Player One se non fossi cresciuto nutrendomi dei suoi film. Proprio come chi è cresciuto con la passione per il cinema negli anni ’70 e ’80, il suo lavoro è intessuto nella trama della mia vita. Gran parte di esso ha finito per direzionare la storia e il modo in cui ho scelto di scriverlo, e la prova di ciò è evidente in tutto il libro”.

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Un futuro di avatar

Ready Player One è ambientato nel 2045, quando le persone hanno la possibilità di entrare in un universo digitale chiamato OASIS, dove si può andare ovunque, fare qualsiasi cosa, essere chiunque o qualunque cosa tu scelga di essere. Mentre la popolazione è assediata da disoccupazione, povertà, sovraffollamento e totale disperazione, “è il momento giusto per rifugiarsi in un mondo virtuale in cui è possibile vivere straordinariamente attraverso il proprio avatar – continua Spielberg – tutto ciò di cui si ha bisogno è l’immaginazione, e questa porterà molto lontano in OASIS. Ma quando si fugge dalla realtà, in qualche modo si perde ogni contatto umano reale. Quindi, la storia è appassionante, ma svolge anche un’analisi sociale”.

Il miliardario-creatore James Halliday

L’eccentrico miliardario di Cline è diventato il personaggio di James Halliday, il solitario co-creatore di OASIS, interpretato da Mark Rylance. “L’intero mondo vive dentro il suo sogno, il sogno da cui ha costruito un mondo intero – dice Spielbergma alla sua morte non lascia eredi, così ha progettato un concorso: il primo che vincerà tre sfide, ognuna premiata con una chiave, e che deve poi trovare un Easter Egg nascosto da qualche parte all’interno di OASIS, erediterà tutto”. In vita, Halliday ha dato alle persone una via di fuga dalla realtà. Con la sua morte, ha dato loro un futuro in cui sperare: un gioco all’interno di un gioco, che ha come premio finale la sua vasta fortuna e la piena proprietà di OASIS. Spielberg osserva: “come si può immaginare, tutti vanno alla ricerca dell’Easter Egg di Halliday, incluso il nostro improbabile giovane eroe, Wade Watts”. La vittoria sarebbe la svolta definitiva, e Wade dedica ogni ora di veglia a decifrare gli indizi, e a prendere, come dice il suo grido di battaglia: “prima la chiave, poi l’Esater Egg”. Tuttavia, la ricerca diventa molto più di una caccia al tesoro, non appena lui e i suoi amici, chiamati collettivamente gli Altissimi Cinque, vengono a scoprire che c’è qualcosa di più importante della ricompensa in gioco.

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Riferimenti anni Ottanta

Quasi tutti i riferimenti nel film evocano lo spirito del decennio a cui Cline si sente molto legato: gli anni ’80. È lo stesso autore a spiegarlo: “Halliday ha costruito il suo gioco attorno alle cose che amava, e questo mi ha emozionato perché ho capito che le sue passioni potevano rispecchiare le mie. Per me, gli anni ’80 sono stati il periodo più formativo della mia vita, in quanto si è trattato del decennio che ho vissuto da adolescente. Sempre allora ho avuto la mia prima console per videogiochi e il mio primo computer di casa. Ed era l’alba dell’era di Internet”. Lo scrittore si è posto il problema “se il libro si sarebbe rivolto solo a persone della mia età, i nostalgici degli anni ’80, ma invece non è stato così, perché parla del modo in cui oggi viviamo le nostre vite. Molti di noi hanno un’identità reale e un’identità virtuale, sottoforma dei profili sui social media. E, non diversamente dagli avatar della storia, si possono modificare in base a come si vuole apparire agli altri”.

La firma di Steven

Nel portare il romanzo sullo schermo, era essenziale per i cineasti essere rispettosi del materiale d’origine, così come dei suoi numerosi fan. “Ma – riconosce Steven Spielbergogni libro deve subire un processo di adattamento quando si passa da un’opera letteraria ad un progetto cinematografico. Penso in definitiva che abbiamo colto gli elementi giusti per raccontare una storia davvero meravigliosa”. Il cuore della storia originale è rimasto, seppur con la firma del regista che poi aggiunge: “nel libro c’erano molti riferimenti ai miei film come regista e produttore degli anni ’80, ma non volevo che il film mostrasse lo specchio di me stesso. Abbiamo lasciato giusto un paio di riferimenti, ma sono soprattutto le impronte culturali che altri registi, artisti, stilisti e musicisti di quell’epoca hanno segnato”.

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Un viaggio verso il futuro

Ready Player One, che sarà distribuito anche in 3D e IMAX, è ovviamente un film carico di effetti speciali digitali, tra motion capture, live action e animazione al computer. Ma nonostante il salto temporale negli e dagli anni Ottanta a oggi, riguardo il progresso del cinema Steven Spielberg sottolinea: “non faccio mai film per amore della tecnologia; la utilizzo solo per raccontare meglio una storia. La tecnologia agevola la realizzazione di questo tipo di film, ma poi dovrebbe passare in secondo piano per lasciare spazio alla storia ed ai personaggi”. Il regista poi conclude così: “volevo che questo film fosse proprio questo tipo di avventura, un film talmente veloce da far volare i capelli all’indietro mentre corri verso il futuro”.

“La gente viene su OASIS per tutto quello che si può fare. Ma ci rimane per tutto quello che si può essere”.

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