Arriva dal 23 giugno in sala Nuovo Cinema Teheran, una rassegna di quattro film iraniani realizzati da una generazione che si sente libera di raccontare storie che parlano persiano, che traggono ispirazione dal vissuto della società e della cultura iraniana senza necessariamente dover rendere conto del sistema politico, del sistema religioso, delle contraddizioni, dei paradossi, delle ingiustizie e delle disuguaglianze che la Storia ha messo loro davanti.
Una rassegna che testimonia la maturità che questi autori hanno acquisito negli anni a dispetto di tutte le limitazioni, le censure e gli ostacoli. La rassegna prenderà il via domani con Un Mercoledi di Maggio di Vahid Jalilvand, in Concorso nella sezione Orizzonti all’ultima Mostra del Cinema di Venezia dove ha vinto il Premio Fipresci.
Un annuncio pubblicitario particolarmente originale, pubblicato un mercoledì mattina su un quotidiano di Teheran, raccoglie una piccola folla di persone in una piazza. Tutti sperano che l’annuncio pubblicato possa essere la soluzione ai loro problemi. La polizia controlla la folla cercando di calmarla e di disperdere le persone. Nonostante le insistenze della polizia due donne non abbandonano la piazza.
Ecco ora le note di regia di Vahid Jalilvand.
“Ho sognato per anni di essere come Jalal. Mi sono svegliato sconfortato, deluso, con il desiderio irrealizzabile di non poter essere come lui e osservavo con sdegno il mio riflesso nello specchio. Dedico questo film a tutti i Jalal del mio paese, alle persone comuni che cercano la sofferenza negli occhi degli altri e non sono mai riuscite a farsi ascoltare dai governi, dagli uomini di stato, da quelli che hanno il potere per chiedere aiuto, alle persone che non sono mai state indifferenti al dolore negli occhi delle persone”.
“Vivo in un paese dove Dio ha elargito i suoi doni di abbondanza e ricchezza, ma purtroppo molte persone non possono goderne. Un Mercoledì di Maggio è una critica alla società e al modo in cui è governata. È un tributo all’essere umano che si sente parte della società e soffre. Il film è insieme una critica e un ringraziamento agli essere umani”.