120 anni fa nasceva Antonio de Curtis, in arte Totò, il Principe della Risata, genio indiscusso della commedia italiana. Un artista inarrivabile entrato nel mito che ha fatto la storia del cinema italiano. Lo ricordiamo attraverso due libri.
Totò – Vita, Opere e Miracoli
Il primo è stato scritto da Giancarlo Governi, uno dei massimi conoscitori del Principe de Curtis, nonché autore per la Rai di straordinari programma a lui dedicati. Il suo Totò – Vita, Opere e Miracoli (edito da Fazi editore, lo trovi QUI) è una documentata e avvincente biografia della vita privata e pubblica di Totò dall’infanzia ai grandi amori, dai timidi inizi fino alla consacrazione finale, svelandone curiosità, retroscena e aspetti inediti. Totò è stato il Principe della risata, la risposta italiana a Charlot e Buster Keaton, che ci ha regalato quasi un centinaio di interpretazioni cinematografiche, diretto da registi del calibro di Pasolini e Monicelli, canzoni come la celeberrima Malafemmena, poesie – ricordiamo ’A livella – e la messa in scena di decine di rappresentazioni teatrali, dall’avanspettacolo alle grandi riviste. In questo libro, Giancarlo Governi, “totologo” d’eccellenza, partendo dalle vicende personali del giovane Antonio Clemente – dalla nascita, nella sua Napoli, in un contesto di povertà ed emarginazione sociale fino alla faticosa gavetta nei teatri di Roma – ci guida in un viaggio biografico nella vita dell’attore italiano più famoso del mondo, facendoci scoprire che non esiste un solo Totò. Accanto a una meticolosa disanima della sua opera teatrale e cinematografica, letteraria e cantautoriale, l’autore non trascura l’aspetto più intimo del Principe de Curtis e, attraverso un repertorio unico di testimonianze e ricordi dei familiari e dei grandi artisti con cui Totò ha collaborato, ci racconta le debolezze del grande comico, i suoi fallimenti amorosi, il suo precario stato di salute che alla fine lo costringe a rinunciare al teatro.
E poi il suo profondo senso di sconforto di fronte alla critica che lo accusava di mettere in scena sempre le solite “totoate”. Questa biografia è un omaggio sentito e puntuale a un artista poliedrico e alla sua complessa personalità, che spiega perché ancora oggi Totò sia amato, “venerato” e costantemente ritrasmesso in televisione. Una bella ricompensa per un artista convinto di non aver fatto abbastanza.
«Totò è apparso all’orizzonte del cinema come arcobaleno dopo il temporale».
Aldo Palazzeschi
«Io a quel tempo ero imbevuto di tutta la cultura di sinistra dell’epoca, la quale non aveva intuito che, facendo ridere, si potevano toccare con maggiore efficacia i temi più scottanti. Ce lo avevano insegnato i maestri della cosiddetta “commedia all’italiana”, ma noi non lo avevamo ancora capito».
Nanni Loy
«Totò era un improvvisatore. Noi registi cercavamo di spiegargli la scena, ma poi lo lasciavamo libero. E spesso se ne usciva con delle trovate straordinarie che nessuno sceneggiatore aveva previsto».
Carlo Ludovico Bragaglia
«Appena vediamo la faccia di Totò, sentiamo subito che lui ha fatto piazza pulita di tutte le balle della nostra cultura. […] Come Molière e come tutti i comici veri, Totò smaschera le ipocrisie e denuncia spietatamente le vanità della società che gli è contemporanea e più vicina».
Mario Soldati
Totò, Mio Padre
Il secondo testo è quello di Liliana De Curtis che, attraverso gli aneddoti del libro scritto da sua madre, Totò, Mio Padre (Rizzoli, lo trovi QUI), la figura di questo artista talentuoso nella sua sfera più intima e personale, per com’era e come lo vivevano i suoi affetti più cari. Modera l’incontro la giornalista Erminia Anelli, letture a cura di Veruska Menna. Liliana De Curtis è l’unica figlia di Totò, legatissima al ricordo del padre. Avrebbe voluto fare l’attrice, ma il padre glielo impedì consentendole soltanto, quando era bambina, una breve apparizione in un suo film del 1940, San Giovanni decollato. Liliana assomiglia moltissimo a Totò e si definisce con orgoglio la sua “controfigura”. A scrivere il libro insieme a lei è stata Matilde Amorosi, giornalista e scrittrice, che con Liliana De Curtis aveva già scritto altri testi (tra i quali Ogni Limite ha una Pazienza, Parli Come Badi e Totò Femmene e Malafemmene). La biografia di Totò raccontata dalla sua unica figlia, Liliana, è uno spaccato di vita familiare in cui il “principe della risata” viene descritto nella sua dimensione umana segreta. Totò, padre tenero ma troppo possessivo, marito-padrone per l’adorata moglie Diana, pieno di pregi ma anche di difetti.
Liliana ha attinto dal bagaglio dei suoi ricordi una sterminata quantità di episodi, divertenti o drammatici. Nel libro ci sono anche delle vere chicche, come alcune poesie inedite e una lettera che Totò, nel 1943, indirizzò alla moglie e alla figlia, corredata da un suo disegno. Il risultato è una biografia vera e priva di retorica, una lettura indispensabile per tutti gli amanti di Totò che vogliono conoscerlo nell’intimo della sua complessa personalità, al di là della maschera diventata ormai un mito senza tempo.
Totò è legato al territorio del sud pontino, avendo girato nel 1951 il film Totò Terzo Uomo, diretto da Mario Mattoli, a Formia e a Minturno. Di Minturno si vede il centro storico, il Castello Baronale e le donne che all’epoca vestivano il classico costume locale della Pacchiana. A Formia, come è noto, compose la celebre canzone Malafemmena.