Regina incontrastata da cinquant’anni delle migliori commedie di Hollywood, Shirley MacLaine fa il suo ritorno sul grande schermo in Adorabile Nemica, il film di Mark Pellington che sarà dal 4 maggio al cinema.
Harriet Lauler (Shirley MacLaine) è milionaria dispotica e irresistibile, abituata a controllare tutto quello che la circonda, persone comprese. Un giorno Harriet decide di voler controllare anche quello che si dirà di lei dopo la sua morte: perfino il suo elogio funebre deve essere di suo gradimento. Incarica quindi Anne (Amanda Seyfried), una giovane giornalista con ambizioni letterarie, di scrivere la sua storia, con conseguenze divertenti e imprevedibili. Nascerà un’amicizia sincera, buffa e conflittuale, tra due donne forti e libere.
La famiglia, la ricerca della propria identità, l’eredità che lasciamo agli altri. Sono questi i tre temi principali di Adorabile Nemica, la pellicola che Mark Pellington ha diretto partendo dalla sceneggiatura di Stuart Ross Fink. Inizialmente, Fink si è ispirato al fatto che molte testate giornalistiche preparano i necrologi di persone illustri mentre ancora sono in vita, tenendoli pronti nel cassetto per qualsiasi eventualità (i cosiddetti “coccodrilli”). Incredibilmente, lo scrittore è incappato per caso in un’idea che negli ultimi anni sta prendendo sempre più piede negli Stati Uniti, dove molte persone vogliono avere il controllo del proprio elogio funebre e molti libri, articoli o internet tutorial aiutano gli interessati a scriverselo. Che si voglia chiamare “ultimate selfie” o “autobituary”, è un fenomeno sorprendente e in crescita esponenziale.
Anne, giornalista locale reclutata per l’occasione, consegna a Harriet la prima stesura del necrologio, ma questa ne rimane insoddisfatta al punto di voler provare a riscrivere in qualche modo la storia della propria vita. Harriet ha scovato infatti i quattro requisiti che rendono un’esistenza degna di nota, almeno in un elogio funebre. “Devi essere stato amato dalla famiglia e dagli amici – recita Fink – devi essere stato ammirato dai colleghi, devi aver influenzato la vita di qualcun altro in modo profondo e sorprendente. Infine, devi avere un ‘jolly’: una capacità unica che ti contraddistingue, un’esperienza che ti rende diverso dagli altri. Sfortunatamente, Harriet non ha nessuno di questi quattro requisiti”.
Anne si ritrova così ad accompagnarla nei suoi tentativi di rimediare ad alcune scelte del passato e nel farlo inizia a vedere Harriet in una luce diversa, fino a cambiare anche il proprio punto di vista sul mondo. “Gli spettatori amano vedere sullo schermo dei personaggi che evolvono nel corso della storia, poiché ciò li rassicura anche sul loro stesso potenziale di cambiamento” afferma il regista Mark Pellington.
Per il regista, tutti noi vogliamo credere nella nostra capacità di migliorare: “se avessi avuto più fiducia in me stesso. Se fossi di stato di mente più aperta. Se avessi avuto il coraggio di rischiare. Tutte queste domande, molto umane, che spesso rivolgiamo a noi stessi, sono implicite nel film, senza che questo abbia un tono predicatorio. Il tutto è legato a una relazione molto particolare, quella tra Anne e Harriet, in cui due donne di generazioni diverse si aiutano l’una con l’altra dando vita lentamente a una splendida amicizia, capace di emozionare e far sorridere al tempo stesso”.
Adorabile Nemica, secondo le parole di Shirley MacLaine, “è scritto in gran parte dal punto di vista di una donna nata in un’epoca in cui non c’era spazio per le donne nel mondo degli affari: a quei tempi, se una aspirava al successo, doveva avere un polso di ferro e comandare tutti a bacchetta. Per questo motivo il mio personaggio si comporta in quel modo, ma al tempo stesso riesce a essere molto divertente“.
Per l’attrice, Harriet “sa di aver dato sui nervi a molte persone nel corso della sua vita e malgrado ciò vuole comunque essere ricordata con simpatia. Il film racconta inoltre il rapporto tra due donne che, grazie al reciproco incoraggiamento, diventano capaci di affrontare situazioni e sentimenti come mai prima avrebbero saputo. E, soprattutto, entrambe finiscono per conoscere meglio se stesse”.