Lunedì 23 novembre arriva – distribuito da Cineama nelle sale di Roma, Milano, Bergamo, Padova e Vicenza – 87 Ore, il documentario scritto e diretto da Costanza Quatriglio che racconta le ultime terribili giornate vissute da Francesco Mastrogiovanni (il documentario verrà trasmesso da Rai Tre in seconda serata il prossimo 28 dicembre 2015).
Un uomo viene prelevato dalla spiaggia di un campeggio del Cilento da un singolare dispiegamento di forze: carabinieri, polizia municipale e guardia costiera. L’uomo viene convinto a uscire dall’acqua e a farsi sedare, mettere su un’ambulanza e sottoporsi a un Trattamento Sanitario Obbligatorio. Ormai addormentato per la forte sedazione, due ore dopo l’ingresso in ospedale viene legato al letto con cinghie che gli bloccano polsi e caviglie.
Dal 31 luglio al 4 agosto 2009, gli ultimi giorni di Francesco Mastrogiovanni sono narrati attraverso le immagini disumanizzanti di nove videocamere di sorveglianza poste all’interno del reparto psichiatrico dell’ospedale di Vallo della Lucania, in provincia di Salerno. Il film ripercorre i giorni e le notti, cercando altrove appigli di speranza, nel tentativo di trovare una verità a cui solo il corpo di Francesco può dare risposta.
Immagini crude e disumanizzanti quelle di Costanza Quatriglio, che mostrano la tragica fine di un uomo imprigionato, non sufficientemente nutrito e ininterrottamente sedato, fino a quando un edema polmonare lo soffoca sotto gli occhi incuranti di sei medici e dodici 12 infermieri, finiti poi sotto processo nel 2010 con l’accusa di sequestro di persona, morte come conseguenza di altro delitto e falso in atto pubblico.
Queste 87 ore vengono documentate attraverso i filmati di nove telecamere di sorveglianza del reparto: riprese gelide che osservano impotenti gli ultimi giorni e notti d’agonia di Francesco Mastrogiovanni. La regista le alterna alle testimonianze dei familiari, commentate dalla nipote Grazia.
“Le videocamere di sorveglianza sono fredde, impersonali, e ci annullano – spiega Costanza Quatriglio – ma dobbiamo ricordarci che la reificazione dei corpi è un processo antico, da parte del potere. A combattere questa reificazione ci siamo noi esseri umani, che serviamo per comprendere e organizzare in base alla nostra umanità”.
“L’osservazione, allora, è la chiave del film, l’osservazione disumana che serve a capire il disumano”.
Costanza Quatriglio