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Nostalgia Della Luce, la memoria invisibile di Patricio Guzmán

Dopo La Memoria dell’Acqua, il maestro cileno Patricio Guzmán torna al cinema con Nostalgia Della Luce, il pluripremiato documentario del 2010 che arriva finalmente sui nostri grandi schermi. Un film di struggente bellezza e accorata denuncia, un’originale e profonda riflessione sulla memoria.


Nel deserto di Atacama, in Cile, sono installati i telescopi più potenti del mondo. Mentre gli scienziati esplorano le immensità del cielo, gli archeologi sondano il terreno alla ricerca delle tracce delle popolazioni precolombiane. Tra gli uni e gli altri si aggira un terzo fronte di ricerca: i parenti dei desaparecidos massacrati sotto il regime di Pinochet, a caccia dei resti dei loro cari.

Ecco le note del regista:

Il Deserto di Atacama: “è un immenso spazio fuori dal tempo, fatto di sabbia e vento. Una piccola parte di pianeta Marte che si trova sulla Terra. Tutto qui è immobile. Ciononostante, questa distesa è piena di tracce misteriose. Qui si trovano villaggi vecchi duemila anni. I treni abbandonati sulle sabbie dai minatori del 19esimo secolo non si muovono più. Qui si trovano gigantesche cupole che somigliano a navi spaziali dentro le quali vivono gli astronomi. Ovunque, ci sono delle ossa. Quando scende la notte, la Via Lattea è così luminosa che le ossa proiettano ombre sul suolo”.

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Il Presente Visibile: “Per un astronomo, il solo tempo che conta è il passato. La luce delle stelle impiega centinaia di migliaia di anni a raggiungerci. Ecco perché gli astronomi guardano sempre indietro. Verso il passato. Vale lo stesso per gli storici, gli archeologi, i geologi, i paleontologi e le donne che cercano i loro cari defunti. Tutti hanno questa cosa in comune: osservano il passato per comprendere meglio il presente e il futuro. Posti di fronte all’incertezza dell’avvenire, solo il passato può venirci in aiuto”.

“La memoria – così come il calore della luce del sole – ci rassicura sul fatto che siamo vivi. L’essere umano non sarà mai privo di memoria – un oggetto senza palpitazioni – senza inizio e senza un avvenire”.

Patricio Guzmán

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