Dopo essere stato presentato in anteprima nazionale all’ultimo Biografilm Festival | International Celebration of Lives – dove ha vinto il premio Audience Award, premio del pubblico al miglior film del Concorso internazionale – arriva domani al cinema Il Fiume Ha Sempre Ragione, il nuovo film diretto da Silvio Soldini.
La pellicola ci accompagna alla scoperta di due uomini che nel mondo moderno hanno fatto della propria vita un manifesto della passione che li anima, quella per la tipografia tradizionale, un’arte antica che si riflette però con forza sulla vita contemporanea, sui suoi ritmi e le sue armonie.
Alberto Casiraghy, editore, aforista, illustratore, è il fondatore della casa editrice Pulcinoelefante, e la sua bottega, a Osnago, è meta di molti artisti, disegnatori e poeti, amici che insieme a lui custodiscono il suo gioiello, la stampante meccanica a caratteri mobili. Non molto lontano, oltre il confine svizzero, a Mendrisio, Josef Weiss ha fondato il suo Atelier della Stampa e della Rilegatura d’Arte e per realizzare le sue edizioni artistiche unisce la sensibilità del grafico con la tecnica del restauratore.
Nell’arte di questi due uomini, così simili eppure così diversi – Casiraghy vulcanico e pittoresco, Weiss pacato e accurato – legati oltre che dalla comune passione per le tecniche tradizionali di tipografia anche da una profonda amicizia, si riflette la poesia dei grandi autori che hanno frequentato i loro atelier o che semplicemente grazie al loro lavoro hanno potuto godere di edizioni di pregio, da Alda Merini a Bruno Munari, da Maler a Allen Ginsberg.
Tra una raccolta di Aforismi per clavicembalo e un’illustrazione fatta a inchiostro e piume d’oca, passando per il Piatto unico, che nella comoda dimensione del libro include una porzione di mezze penne rigate per artisti in cassa integrazione, Soldini ci conduce nelle botteghe di questi due artisti-artigiani, ci accompagna a scoprire le loro vite dense di creatività, humour e fascino, riportandoci in qualche modo all’origine delle cose. A quel fiume – sia esso il Nilo, il Gange o un torrente di montagna poco fuori Milano – che simboleggia il punto in cui tutto ha avuto inizio, milioni di anni fa, e ci ricorda che per capire dove stiamo andando non possiamo mai dimenticarci da dove veniamo.
“Sono entrato in punta di piedi e mi sono messo in un angolo a osservarli, a cercare di capire, per arrivare a cogliere la poesia dei loro gesti – spiega Silvio Soldini – il fascino per il loro lavoro e per il modo in cui lo affrontano è stata la molla iniziale, ma solo adeguandomi al loro ritmo ho capito la forza del loro rapporto con la vita, che li fa essere personaggi straordinari, nella loro apparentemente umile e profonda umanità”.