Premiato all’ultimo Festival di Cannes come Miglior Regia, è dal 30 agosto al cinema Un Padre, Una Figlia, il film scritto e diretto di Cristian Mungiu che indaga il rapporto genitore-figli nell’epoca che stiamo vivendo. Protagonisti sono Adrian Titieni e Maria Dragus.
Romeo Aldea (Adrian Titieni), un medico che vive in una piccola città di montagna in Transilvania, ha cresciuto la figlia Eliza (Maria Dragus) con l’idea che al compimento del diciottesimo anno di età lascerà la Romania per andare a studiare e a vivere all’estero. Il suo progetto sta per giungere a compimento: Eliza ha ottenuto una borsa di studio per studiare psicologia in Gran Bretagna.
Le resta solo da superare l’esame di diploma degli studi superiori, una mera formalità per una studentessa modello come lei. Ma il giorno precedente la prima prova scritta degli esami, Eliza subisce un’aggressione che mette a repentaglio la sua partenza. Adesso Romeo è costretto a prendere una decisione. Ci sono diversi modi per risolvere il problema, ma nessuno di questi contempla l’applicazione di quei principi che in quanto padre ha impartito a sua figlia.
Lasciamo ora spazio alle note di regia di Cristian Mungiu.
“Un Padre, una Figlia è essenzialmente una radiografia del momento in cui un individuo si rende conto che la maggior parte della vita è ormai alle sue spalle. Hai già preso le decisioni importanti della vita e questo è lo stato in cui sei oggi. Spesso la vita a quest’età non assomiglia molto a come te l’eri immaginata quando eri giovane. Ma è così e adesso non puoi fare un gran che per cambiare. Eppure, senti che qualcosa la puoi ancora fare. Qualcosa che darebbe un senso a tutte le sventure che ti sono capitate: salvare i tuoi figli, educarli bene, aiutarli a compiere scelte migliori di quelle che hai fatto tu. E tuttavia non è così facile stabilire cos’è meglio dire ai propri figli.
Un Padre, Una Figlia è la storia di una società e delle sue istituzioni. È un film che parla di compromessi e di principi, di decisioni e di scelte, di individualismo e di solidarietà e anche di educazione, di famiglia e degli anni che passano. È la storia di un padre che si domanda che cosa sia meglio per sua figlia, se sua figlia debba imparare a sopravvivere nel mondo reale o se debba lottare per essere sempre onesta cercando di cambiare il mondo per quanto le sarà possibile“.
“Il film appartiene a quel tipo di cinema che accorda importanza alla realtà e al realismo. È evidente che non è la realtà: semplicemente, utilizza gli eventi della vita quotidiana cogliendoli in tempo reale, senza ricorrere al montaggio o alla riorganizzazione di momenti che sarebbero potuti appartenere alla realtà, a una realtà più organizzata e strutturata rispetto alla vita reale“.