Saranno tre i cortometraggi italiani che verranno presentati oggi pomeriggio alla Mostra Cinematografica di Venezia nella sezione Orizzonti, il Concorso internazionale dedicato a film rappresentativi di nuove tendenze estetiche ed espressive. Ve li presentiamo rapidamente.
A partire da Molly Bloom di Chiara Caselli. Nel corto (20’), è notte fonda e Molly nel suo letto non dorme. Accanto al suo viso i piedi nudi del marito Leopold che si è addormentato vestito a testa in giù. La voce di Molly, il suo spirito irriverente, tragico e infantile ci conduce in un viaggio all’interno della sua vita, dei personaggi che la abitano, vivi o immaginari. Il tempo presente si intreccia allora con il passato che ritorna e un futuro che le regala ciò che sente di avere perduto, per sempre. Lentamente l’alba entra nella sua stanza.
Chiara Caselli ha spiegato che il suo film è “un tuffo nella mente, nel cuore e nella carne di Molly, protagonista dell’ultimo capitolo dell’Ulisse di James Joyce”. Il desiderio di rendere per immagini la vita interiore accompagna la regista fin dall’adolescenza, da quando ha iniziato a fotografare: “nel 2010 è iniziato il mio viaggio nel testo e nel personaggio di Molly: adattamento, lettura scenica, pièce teatrale. Molly era corpo e parola. Il linguaggio cinematografico aggiunge ora l’immagine. Uno sviluppo naturale e necessario”.
In Stanza 52 di Maurizio Braucci ci troviamo in un lussuoso albergo di Napoli. La camera del titolo ha qualcosa di magico e di misterioso. A esserne a conoscenza è soltanto Serena, una stramba cameriera cinquantenne che malgrado una vita difficile non ha perso il sorriso. Mentre fa le pulizie, Serena interroga la stanza sul destino che il proprio defunto marito ha avuto nell’aldilà e la stanza sembra risponderle, ma in modo confuso. Ne nasce un dialogo surreale, durante il quale Serena racconta i propri e gli altrui peccati e affronta con semplicità un tema fondamentale della morale cristiana.
“La compassione è la base della moralità – afferma Maurizio Braucci – ma spesso non riusciamo a perdonare a noi stessi né agli altri perché lo dimentichiamo”. Il regista ha voluto raccontare questo tema con leggerezza, filmando sempre da vicino l’attrice per mettere in luce il duro lavoro del personaggio e i suoi sentimenti di pietà e di speranza malgrado il dolore che la vita può dare”.
Ultimo cortometraggio è Colombi di Luca Ferri. Protagonista è una coppia di innamorati che trascorre insieme un secolo di vita mentre le mode, gli oggetti e i film si susseguono in una lenta e inesorabile discesa verso il raccapriccio. La loro ossessione per i pomelli ottagonali delle caffettiere e per il design anonimo li accompagnerà lungo il passare delle decadi. Invecchiando e perdendo lentamente le forze, ma mai la lucidità, preferiranno escludere il mondo, oscurando e sigillando le persiane della loro abitazione e rinchiudendosi in loro stessi, sfogliando vecchie enciclopedie di animali estinti.
Colombi è una riflessione sul secolo appena trascorso e sulla precisa volontà di due persone di non adattarsi ai cambiamenti che la società impone. Per Luca Ferri, “raccontando un sentimento puro come l’amore, il film ci introduce in un universo intimo fatto di piccoli gesti e scelte radicali, in cui l’isolamento resta l’unica possibilità di sopravvivenza”.
Sempre oggi verrà presentato – nella sezione Biennale College – il lungometraggio Orecchie di Alessandro Aronadio che vede all’opera un ricco cast: Daniele Parisi, Silvia D’Amico, Pamela Villoresi, Ivan Franek, Rocco Papaleo, Piera Degli Esposti, Milena Vukotic. Si tratta di un film on the road a piedi lungo un giorno, una tragicomica via crucis attraverso una Roma in bianco e nero, la storia di un uomo senza nome che, attraverso svariati incontri, raccoglie pezzi di un puzzle che alla fine compongono l’immagine di se stesso.
Alessandro Aronadio definisce così il suo lavoro: “è una commedia sul senso di smarrimento, di scollamento dalla realtà che ci circonda. Un mondo che spesso appare folle, incomprensibile, minaccioso. Sul timore e il desiderio dell’anonimato che combattono continuamente dentro ognuno di noi. Su quel fischio alle orecchie che proviamo ogni giorno a ignorare, nascondendolo sotto la vita. Come polvere sotto il tappeto”.