Atteso e unico. Conosciuto più per le nudità delle celebri star che per il suo valore artistico. Il Calendario Pirelli è ormai un’istituzione e, puntuale come sempre, torna a far parlare di sé per il 2017. Questa volta per la scelta del fotografo, Peter Lindbergh, che torna a collaborare per la terza volta.
Le foto dell’autore parlano di una nuova sensualità, femminile, autentica e consapevole. Ci si distacca dall’erotismo esplicito e potente per cui è stato noto nei 51 anni di tradizione. Lo stesso Peter Lindbergh ha dichiarato, parlando del suo terzo “Cal Pirelli”: “Vere e vestite, il nudo non serve più”. Tra i volti scelti Kate Winslet, Robin Wright, Charlotte Rampling, Helen Mirren, Penélope Cruz, Uma Thurman, Nicole Kidman, Alicia Vikander ma… nessuna italiana. Ma se avesse scelto? Confessa al Corriere della Sera che sarebbe stata Monica Bellucci.
Quello che gli interessava di più era una bellezza matura, quello che ogni donna riesce a tirar fuori da se stessa, al di là di gambe chilometriche e un viso intonso, rimpolpato da botulino. La sua ricerca si potrebbe sintetizzare in un unico fascino, quello di Meryl Streep: non canonicamente bella, ma con una fortissima intensità espressiva.
Oppure, Cindy Crowford di oggi e non alla top model che era. Sempre bella, ma oggi più consapevole. “Scattare modelle è facile”, ricorda; nel 1996 ha avuto a disposizione un cast stellare, mentre nell’edizione 2002 ha cambiato “categoria” scegliendo attrici che hanno sì indossato costumi super sexy, ma la resa finale era completamente diversa rispetto all’anno precedente firmata da Mario Testino.
Una battaglia contro la bellezza finta, ritoccata con Photoshop, quella non vera, quindi priva di sostanza. Quella che dà un valore aggiunto ad una donna che ha qualche rotondità in più, che ha 50 anni e qualche segno di espressione e ne va fiera, che la i capelli scompigliati o che è stanca e smarrita tra la folla di New York (lo scatto di Robin Wright in Times Square).
Selene Oliva